A Bacoli, il Complesso Vanvitelliano del Fusaro ospita la personale di Antonello Leone “Artista Impertinente”: dipinti e sculture per raccontare settant’anni di vita e di arte.
La mostra, a cura di Violetta Luongo, comprende trentatre opere inedite e segue l’esposizione del 2006 ospitata a Napoli nel Castel dell’Ovo. Deformi o perfettamente delineate, le figure di Leone sono create a partire da elementi di scarto, recuperati prima che diventino rifiuti e immolati all’estetica dell’arte.
Scrive la curatrice: “Ogni singola opera, a detta di Leone, nasce a caso, il tutto è nell’in-tra-vedere, ogni cosa è gi in s arte basta intravederla, saperla riconoscere e tirar fuori la propria natura artistica intrinseca e innata…. Tanti i materiali usati e sperimentati dall’artista: il ferro, che tra le sue mani, diviene una sfoglia morbida, la carta, la plastica, la tela, il legno, la pietra. Non esistono cose senza significato, racconta, bens ogni cosa può assumere diversi e molteplici significati, basta riconoscerli, questa operazione è ciò che egli chiama “risignificazione”. Nulla è insignificante, tutto può avere più significati”.
Eppure l’intuizione del momento è guidata dalla sapienza e dalla cultura di molti anni di arte, qui la casualit è un pretesto per declinare la tecnica, la professione dell’artista che segna il confine tra estetica pura e arte: oltre l’invenzione e la reinvenzione dell’oggetto di scarto, c’è il senso e si svela la capacit di guardare oltre l’oggetto in s per dotarlo di nuovo significato e dunque farlo rinascere.
Ogni opera è espressione del “fare” per dare forma all’immaginare, racconta Luongo: “Uno sprigionarsi e un diffondersi di sensazioni è stata per me la visita allo studio del maestro Leone (…)uno spettacolo inimmaginabile: una permanente mostra si dipana davanti agli occhi increduli e stupiti del visitatore. In tutto c’è arte, tutto è arte, si ha quasi paura a varcare quell’uscio, in cui ogni singolo oggetto è un pezzo di arte, un pezzo di vita. Le pareti sono ricoperte da vecchi e primi dipinti, poesie, pubblicazioni, locandine e manifesti, le mensole sommerse da barattoli vuoti di marmellata riempiti dei materiali più vari, argilla, creta, sabbia, pennelli, tubetti di colore spremuti quasi fino all’orlo e poi tanto altro ancora.
Uno studio polveroso che ha il sapore della verace arte, si può quasi sentire il rumore dell’intaglio del legno con i trucioli che si depongono a terra e il taglio più rumoroso e assordante della plastica che colora il pavimento di residui variopinti. L’odore della vernice o dello smalto inebria la stanza”.
Per ricordarci che l’arte è fatta di carne e sangue, e che vive e si crea, lontano dal glamour radical chic del solito giro di gallerie di tendenza.
Inaugurazione oggi (1 ottobre) ore 18
Fino al 15 ottobre, orari: 9-14 e 16-18
Info: associazioneculturaleilcorvo@hotmail.it
Nelle immagini, Antonello Leone e le sue opere