Giovane autrice napoletana eclettica e instancabile, Nicca Iovinella è tra i protagonisti di “Artisti in vetrina”, iniziativa nata da un’idea di Enzo e Marco Ramaglia, che propongono la vetrina del proprio antico negozio di articoli di belle arti “Gino Ramaglia” (in via Broggia, 9 nel centro antico della citt ) come spazio espositivo. Da sabato 22 (ore 19) fino al 30 novembre Nicca presenta “Depositi”, progetto site-specific composto da parti del corpo dell’artista in cartapesta bianca con performance teatrale. Obiettivo esplorare l’animo umano, svelando emozioni attraverso vari mezzi artistici.
L’artista ha preso parte anche alla decima rassegna di “Land Art” che si è appena chiusa nella cornice del bosco dei Camaldoli dove ha si è esibita in una suggestiva performance come Amadriade, figlia di Gaia e di Zeus, giovane divinit , che personificava la vitalit e la fecondit della Natura. Nuda o quasi, bella come ogni Ninfa, appariva cantando nei boschi e nei prati.
Dotata come le altre di poteri divinatori, infondeva coraggio e stimolava grandezza d’animo.
Nicca si presenta sulla scena immobile tra la vegetazione in lontananza. Viene avanti con passo lento e cadenzato. Si ferma davanti a un cappio. Ora appare in tuta bianco marmo da mimo l’Afrodite di Prassitele. Cresce a dismisura l’attenzione dei presenti. Infila la bionda chioma nel cappio, china la testa, spalanca le braccia. Non si odono palpiti per alcuni attimi.
Alla memoria balzano tragedie di adolescenti vittime di omofobia, bullismo, pedofilia, violenze di gruppo, e di adulti soffocati da usurai o privi di lavoro perdono la dignit di uomo, di padre, di marito. Il loro estremo gesto è una dichiarazione non espressa di odio verso la societ famiglia amici, sordi alle loro mute invocazioni di aiuto o solo incapaci. Il maggior numero è tra i ragazzi ritenuti gay o lesbo dai compagni di classe. Essi non sono accettati perch anormali. E, poi, la stessa societ falsamente bigotta, vota politici che hanno frodato Stato e comunit , offeso la nostra Bandiera ritenuta sacra da patrioti e da partigiani che sono morti su campi di battaglia e nei boschi per L’Unit e la Democrazia.
Rigida nella muscolatura senza un sorriso si avvicina al secondo cappio e infila le braccia in due enormi ali di aquila realizzate con foglie color rame. Ora è Fenice. Mitico uccello del deserto libico che nella cultura popolare dei primi anni del cristianesimo simboleggiava la Resurrezione. Si libera e procede verso il pubblico con gioioso sorriso negli occhi color cielo.
Molteplici possono essere le interpretazioni dell’azione teatralizzata. Il cappio simboleggia l’estremo addio alla vita. Nella performance, forse, il primo rappresenta l’attimo in cui si soccombe ad una difficolt umanamente insopportabile mentre nel secondo si trova la soluzione per reagire con l’aiuto delle ali simbolo di volo da sbandamenti, turbe psichiche, routine, conformismi, apatia, fughe da dittature povert droga ricordi coabitanti violenti.
Evoca meccanismi intimi della mente che rifiuta l’impossibile vivere tra vita e morte.
Nicca nella sua pièce “I’am” emotiva drammatica provocatoria, realizzata magistralmente e cesellata nella gestualit , parla con la mimica da donna che vuole vivere in piena libert .
Indica alle altre di essere nuove donne libere dal cappio delle ataviche tradizioni, dall’essere relegata solo ai lavori domestici, sottomessa al maschio, privata di esprimere la propria femminilit , la sua capacit di gestire la cosa pubblica, di essere protagonista nelle arti.
Racconta la parabola della vita fatta di contrasti limitazioni imprevisti emozioni difficolt .
Invita a riflettere sulla natura impulsiva dell’essere umano esaltando la capacit di reagire.
Nicca, venendo muta dal fondo, rincorre la vita e si presenta raggiante per aver fatto arte, scopo della sua esistenza, con il suo corpo avvolto in un bianco gelido che, comunque, ogni spettatore colora con proprie emozioni e lo adorna con meditate riflessioni nel proprio IO.
Lei, nella lingua silenziosa del mimo, fa rotolare sogni sbiaditi, inganni, tradimenti, delusioni,inducendo a vivere contro vento estroso equilibrista su fili sdrucciolevoli delle passioni.
In foto, il progetto per il negozio Gino Ramaglia e due momenti della performance nel bosco dei Camaldoli