A un anno esatto dall’ultimo evento, riprendono i tour organizzati dall’associazione Econote. Sabato 13 febbraio, con numeri contingentati e distanziamento fisico, l’associazione propone di riscoprire siti culturali e luoghi storici della nostra città.
L’evento vuole essere un tentativo di ripresa dopo la lunga sosta dovuta alla pandemia, che ha paralizzato diversi settori economici di primaria importanza per Napoli, fra cui l’ambito turistico.
Ne parliamo con Valentina Guerra, guida turistica abilitata, che condurrà le persone alla riscoperta della Pedamentina, tortuosa scalinata che dalla Certosa di San Martino discende nel cuore del centro storico di Napoli.
Come nasce questo evento?
La “Pedamentina romantica” è un progetto che nasce in occasione della settimana di San Valentino. Nelle nostre intenzioni, vuole essere una prima risposta ad un lungo anno di pandemia, che ha costretto all’annullamento di questi tour. L’evento fa parte del programma di iniziative di Econote, che è un’associazione fondata dieci anni fa da Marianna Sansone e Antonio Belforte. Questo gruppo si occupa della riscoperta in chiave green della nostra città, portando avanti campagne di sensibilizzazione rivolte in primo luogo alle nuove generazioni. Nel tempo, Econote ha dato vita a dei laboratori di riciclo di materiali nelle scuole, ma anche alla costruzione di eventi a favore dell’ambiente. Oltre questo, l’associazione promuove la riscoperta del cibo sano e l’adozione di tutti quei comportamenti utili a migliorare la raccolta differenziata.
In cosa consisterà la passeggiata alla Pedamentina?
Sarà un tour attraverso uno dei tanti percorsi obliqui di Napoli. Partiremo dallo slargo di San Martino e discenderemo per le scale della Pedamentina, giungendo al Corso Vittorio Emanuele. Sono garantite delle vedute panoramiche mozzafiato della nostra città. Non mancheranno i racconti delle leggende legate al luogo e la storia di qualche fantasma che si ritiene che lo abiti. Descriveremo anche la struttura urbanistica della scalinata, che venne costruita appositamente per edificare la Certosa, attraverso il trasporto di materiali per via animale o umana. L’evento sarà una passeggiata romantica per quelle coppie che vorranno regalarsi un po’ di bellezza dopo un periodo lungo e difficile o un momento di serenità per quelle persone amanti della solitudine contemplativa.
Come mai si è scelto di ripartire proprio da lì?
Econote ha deciso di riprendere le attività da quel luogo non solo perché è altamente suggestivo, ma anche perché fu l’ultimo percorso che facemmo insieme circa un anno fa.

Uno scorcio di via Pedamentina a San Martino

Quanto è importante riprendere questi eventi dopo mesi di pandemia?
È fondamentale sia dal punto di vista di chi li promuove – associazioni e guide turistiche – sia per chi   ne fruisce. Anche se c’è ancora molta diffidenza, ultimamente fra le persone sta prevalendo la voglia di fare delle cose. Ci sono troppe chiusure che non permettono lo svago mentale, né la ripresa economica. La chiusura di musei, cinema, teatri e frontiere non aiuta. Anche per questo, l’unica cosa da fare è di ripartire da noi stessi. In questo senso, riscoprire la città, il centro storico, il quartiere guardandoli con altri occhi ha un’importanza cruciale. La bellezza è insita nelle piccole cose.
Napoli stava vivendo una stagione di risveglio culturale ed economico prima dell’emergenza sanitaria. Tu sei una guida turistica abilitata. Come sta vivendo la tua categoria questa condizione di ferma forzata, che dura ormai da un anno?
Economicamente pesa tantissimo. La situazione in cui versano le guide è altamente problematica, perché non si sono mai stabilite delle condizioni comuni che sancissero pari diritti. Con la pandemia è emersa la grande frammentazione della nostra categoria, che era pregressa a questa emergenza sanitaria. Fra noi, c’è chi ha la partita IVA e chi no. C’è chi ha contratti a tempo determinato e chi lavora a prestazione occasionale. Questa divisione non aiuta nella costruzione di momenti di protesta. Come per molte professioni, la ferma forzata ha tolto un lavoro che è un motivo di vita per le persone che lo fanno con amore e dedizione. Il non potersi svegliare la mattina per incontrare un gruppo, una scolaresca o poter fare formazione, incide tantissimo sulla nostra psicologia.
Ma la vostra categoria non ha usufruito di ristori economici?
I ristori economici sono stati molto esigui e discontinui, a causa della frammentarietà di cui parlavo prima. Molti non hanno avuto alcun sostegno economico dallo Stato o ne hanno avuto una minima parte. Questo anche perché sono stati introdotti dei paletti molto discutibili dal Governo. C’è poi, la vicenda del codice Ateco[1]. Molti fra noi avevano codici diversi, a causa dell’avere o meno la partita IVA, per cui non hanno potuto usufruire di alcun ristoro. Uno dei paletti più importanti è stato quello inerente il problema della fatturazione, perché dovevi dimostrare di aver guadagnato di meno rispetto all’anno precedente. Per farla breve, anziché dire che le guide avevano bisogno di risorse ogni tre mesi, è stata fatta una distinzione fra poveri. Purtroppo, pesa tantissimo il fatto di non avere un albo di categoria e delle tutele comuni. Oltre questo, pesa la grande frammentazione fra le associazioni di settore, intente a coltivare ciascuna il proprio bacino di iscritti senza pensare in generale. Ecco perché nella nostra categoria sei costretto a crearti una tutela da libero professionista con tutti i rischi che ne conseguono.
Credi che la ripresa possa portare un po’ di beneficio al turismo?
La ripresa ci sarà ma, se tutto andrà bene, se ne parlerà nel 2022. Al di là dei flussi turistici dall’estero, vedo una difficoltà anche nella ripresa di un turismo interno. Non c’è ancora una libertà mentale tale da permettere di fare molte cose. I tour con dieci persone sono un timido inizio, ma bisogna considerare che è fermo l’indotto scolastico. Per la ripresa del grande turismo, quello che Napoli ha conosciuto prima della pandemia, ci vorrà tempo.

Un momento dell’ultimo tour organizzato dall’associazione Econote nel febbraio 2020. In primo piano: Valentina Guerra

L’apertura dei musei è un segnale incoraggiante?
I musei attraversano una situazione paradossale. Sono aperti durante la settimana, quando le persone lavorano. Poi, vengono chiusi il sabato e la domenica. Aprirli con queste restrizioni non vuol dire incentivare la ripresa di questo settore, né garantire il futuro di chi vi lavora. Recentemente, Giulierini[2] e Osanna[3] hanno richiesto di prorogare l’apertura dei musei anche nei giorni festivi. In questa cornice, la guida turistica offre un servizio opzionale. In tempi di benessere sanitario, noi offrivamo una professionalità di cui si usufruiva quasi sempre. Ora, il nostro non viene ritenuto un servizio indispensabile e questa cosa produce un contraccolpo sul rinnovo dei contratti. La guida è costretta a procacciarsi da sola il lavoro con tutte le incertezze del caso. Temo che la cosiddetta ripresa, che sarà comunque molto lenta, porterà a lavorare al ribasso e ci sarà una concorrenza spietata fra poveri.
Ma non è possibile intentare un’azione sindacale per far sentire la vostra voce?
I sindacati sono assenti e si sono completamente straniati dalle nostre vicende lavorative. Le associazioni di categoria operano ancora distinzioni fra guide nazionali e guide regionali, divisione superata da tempo. Ogni associazione lavora per sé e non fa fronte comune con le altre. Non a caso, le poche proteste che ci sono state non hanno avuto seguito. Non intendo sminuire la lotta, che va comunque fatta. Ma bisognerebbe aggiornarla al drammatico quadro in cui ci troviamo. Siamo tutti sulla stessa barca e le divisioni non servono a nessuno.
Tornando al tour di Econote, credi che sia importante riscoprire un po’ di bellezza in una Napoli che sembra immobile e annichilita?
In questa situazione, bisogna osservare la nostra città da un doppio punto di vista. Da un lato, ha il suo fascino spostarsi in una Napoli meno caotica. Te la godi di più. In questo, è bello poter far leva su quelle associazioni che vogliono rivalutare i luoghi meno battuti e conosciuti. Dall’altro lato, fa tristezza spostarsi per le vie di una Napoli deserta, perché è alienante. Anche per questo la “Pedamentina romantica” vuole essere un piccolo bagliore di luce in fondo al tunnel. È importante riprendere a fare le cose, per dare un segnale alle persone. Consiglio a tutti di approfittarne, perché i costi sono irrisori e si contribuisce a smuovere un minimo di flusso economico locale, che serve a sostenere associazioni serie e guide turistiche abilitate, che mettono a disposizione la propria professionalità. Se l’iniziativa avrà successo, la replicheremo più avanti. Intanto, vogliamo proporre una boccata d’ossigeno a chi vuole riprendere un minimo di vita sociale e culturale.
©Riproduzione riservata

INFO E PRENOTAZIONI:

Pedamentina romantica: https://www.facebook.com/events/278953040228447/?acontext=%7B%22event_action_history%22%3A[%7B%22mechanism%22%3A%22search_results%22%2C%22surface%22%3A%22search%22%7D]%7D

www.econote.it

Il simbolo di Econote [tutte le immagini sono gentilmente concesse dall’associazione e risalgono ai mesi precedenti la pandemia]

[1] Il codice Ateco, è una combinazione alfanumerica che identifica un’attività economica.

[2] Paolo Giulierini, Direttore del Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

[3] Massimo Osanna, Direttore ad interim del Parco Archeologico di Pompei, che dal settembre 2020 è stato nominato anche Direttore Generale dei Musei dello Stato presso il Ministero dei Beni Culturali.

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