Tutto è partito con una lettera aperta alla città, Dal blog Forum permanente cultura costituto dai rappresentanti delle associazioni Legambiente Parco Letterario Vesuvio APS – WWF Napoli- FIAB Napoli Cicloverdi Gente Green APS – Associazione napoletana Beni Culturali – Locus Iste Luoghi e Memoria – Legambiente Iride. Ne fanno parte professionisti del mondo della cultura, ecologisti, storici dell’arte, architetti, cittadini.
Insieme hanno invitato i napoletani e le napoletane a un primo incontro a Palazzo Venezia, nel cuore antico della città, per dare vita al Forum cultura, Beni culturali e vivibilità nel centro storico. Una prima tappa di lavoro che si è svolta ieri pomeriggio (20 giugno).
L’iniziativa si è sviluppata da una convinzione: che la cultura di un ente locale debba rivolgere lo sguardo a ogni tipo di pubblico, residente (e non), al fine di promuovere identità, rispetto e senso di appartenenza.
Per una città, la ricchezza generata dal suo patrimonio culturale deve essere misurata in termini di crescita socio-culturale e di qualità di vita. L’indotto economico da solo non può essere un parametro di buona gestione del bene.
Il dibattito costituisce un punto di partenza per scelte che influenzeranno la gestione e la fruizione dei beni culturali per i prossimi decenni.
Il confronto nasce quasi simultaneamente a quello proposto dall’amministrazione comunale della città: i suoi delegati culturali hanno chiamato a raccolta recentemente nel complesso di San Domenico maggiore le realtà culturali che avevano inviato proposte dalla piattaforma del Comune al comitato istituito da Manfredi, primo sindaco partenopeo di questi ultimi anni con la delega alla cultura.
Obiettivo del Forum cittadino è quello di valorizzare le forme autonome per incidere sui processi di crescita dell’ identità e della coesione sociale.
E questa prima mobilitazione si sviluppa, secondo gli organizzatori, per contrastare un atteggiamento di autoreferenzialità e finta partecipazione del Comune che vuole affidare la gestione del patrimonio culturale a terzi .
«Esprimiamo – si legge nell’appello pubblico- la nostra totale contrarietà a questa visione che “svincola” l’Ente locale dalla gestione diretta del patrimonio culturale di proprietà della città, anche alla luce di 23 nuove professionalità, legate alla cura, valorizzazione e tutela dei beni culturali, assunte recentemente dal Comune di Napoli e di ulteriori 21, con le stesse professionalità, in fase di assunzione a seguito del cosiddetto “concorsone RIPAM”».
E ancora: «Ci fa riflettere e ci lascia perplessi che proprio allorquando sono stati assunti giovani, non solo con una qualifica adeguata ma anche con titoli di studio e specializzazioni coerenti col fabbisogno della gestione dei Beni Culturali dell’ente Comune, si stia pensando di esternalizzarli anziché cogliere l’occasione di creare una nuova best practice pubblica che possa valorizzare e gestire questi beni (inserendo nell’organico del Comune figure come curatori di musei e direttori, esperti di beni culturali), anche alla luce del fallimento di tante esperienze di concessione a Fondazioni e soggetti privati nel periodo dell’emergenza e non solo».
Opposizione e replica sono sempre alla base della democrazia. Che si rivela sempre più necessaria in un mondo dove la discussione soprattutto in tv diventa rissa. Napoli si è distinta nei secoli per tanti primati. Speriamo che ci riesca anche sviluppando una articolata strategia della cittadinanza attiva.
Foto di Enzo Abramo da Pixabay
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