Bacoli, Monte di Procida. Due paesi di provincia, un’unica realt caratterizzata dall’incuria e dall’incivilt . Luoghi un tempo contesi tra i principali rappresentanti dell’aristocrazia imperiale, e ora lasciati giacere in un alone d’inefficienza, indifferenza e di melanconia. Tra strade dissestate, tombini strabordanti di melma, amianto posto nelle prossimit dei cassonetti della spazzatura, reperti archeologici abbandonati nel più assoluto degrado, laghi inquinati, fondali ricchi di metalli pesanti e piccoli depuratori mal gestiti, noi giovani abitanti del luogo abbiamo deciso di fondare "Freebacoli".
E’ sia un blog, che un gruppo Facebook, che un canale youtube, ove cerchiamo, in maniera assolutamente apartitica, di rigenerare quel senso civico utile per la rinascita di un’intero territorio. Ove mostriamo video e pubblichiamo articoli in cui si palesano le realt che caratterizzano lo scempio locale.
E, proprio attraverso questi nuovi mezzi d’informazione, programmiamo e organizziamo, manifestazioni, assemblee e convegni, grazie ai quali si cerca di sensibilizzare quella vasta parte di popolazione disillusa e cieca dinanzi a cotanto squallore.
Tra gli ultimi scempi raccontati attraverso la nostra giovane ed incredula "voglia di cambiamento", vi è quello relativo allo stato in cui verte l’antico complesso delle cisterne d’epoca romana, denominato "Cento Camerelle"(in foto). Situazione che, in seguito a numerose telefonate presso gli enti competenti, abbiamo deciso di raccontare .
Immaginiamo per un attimo di ripercorre un utopistico viaggio nel tempo. Ipotizziamo, sempre per gioco, di ritrovarci nella Bauli del I secolo A.C. ( e con A.C. non ci si riferisce al periodo "Ante-Coppola(m)", bens alla fase precendente la nascista di Cristo). Inoltre, cerchiamo di vestire i panni di un rinomato "hydraulicus" dell’ epoca. Di un qualsiasi tecnico campano, appena convocato dall’ oratore Ortensio Ortalo presso la sua villa sita in Baiae. Richiesto, per visionare il complesso sistema di cisterne, conosciuto col nome di "Prigioni di Nerone"; un edificio, strutturato su due piani tra loro indipendenti, collocato su di un costone tufaceo a strapiombo sul mare. Un’imponente struttura, costituita da un’ampia cisterna divisa in quattro navate, scandite da pilastri che sostengono volte a botte. In sintesi: un gioiellino della tecnica imperiale.
Ma, giusto per comprendere ancor meglio il tenore intellettuale ed economico che caratterizzava quell’ area turistica, basta prolungare il nostro viaggio ancora per una manciata di minuti. Poco tempo, utile per ascoltare le dissertazioni filosofiche tra lo stesso Ortalo e il suo amico, nonchè altro grandissimo oratore dell’epoca, Marco Tullio Cicerone; oppure per attendere l’arrivo di personaggi del calibro di Catullo o Catone l’Uticense.
Detto ciò, torniamo nella Bacoli del XXI secolo. Un paesello dimentico del suo splendore passato e forte di un degrado ( sociale, economico, ma sopratutto culturale) "off-limits". Un territorio ove i turisti si vedono col lanternino e in cui tutto ciò che ricorda la magnificenza perduta, viene ricoperto da un alone di strafottenza e di un’incuranza tipicamente meridionale.
Ma, cos come nei deserti più afosi è possibile avvistare delle oasi insperate, anche qui, di tanto in tanto, si vede passeggiare un manipolo di visitatori pronti ad ammirare "la Bacoli che non c’è". Decisi a collocare in un spazio ben definito, quei luoghi ove l’eccellenza della cultura e della politica latina lasciò un segno incancellabile.
E allora riportano la memoria alle sovracitate ville imperiali o, attraversando i gradini di "via Campi Elisi" ( e, aggiungiamo noi, "Derisi" dall’incuria locale), alle rinomate cisterne bacolesi. A quelle celeberrime "Prigioni di Nerone", oggi meglio conosciute col nome di "Cento Camerelle". Sito archeologico, allocato alle spalle della centenaria ed epicentrica Chiesa di S.Anna, attualmente "conservato" nello stato che potete ammirare dalle foto sovrastanti l’articolo. Un imbarbarimento al quale noi, in quato semplici cittadini esterefatti, non sappiamo dare spiegazione. Un degrado del quale abbiamo chiesto delucidazioni, proprio a coloro che dovrebbero costantemente manutenere tale risorsa turistica: "Sono oramai 2 anni che le Cento Camerelle non aprono al pubblico- afferma l’anziana assuntrice di custodia, sita proprio nelle vicinanze dello scempio- ma ancora non si conoscono le reali motivozioni. Ricordo che, tempo fa, venne giù un intonaco. Purtroppo, se adesso sono cresciute le erbacce, è solo perchè ho avuto mandato, dalla Soprintendenza di Napoli e Caserta, di non aprire più il cancello del sito archeologico. Prima ero io a mantenere tutto in ordine."
Poche parole e la patata bollente, come se stessimo assistendo ad un vera e propria disputa tra retori, passa da un capo all’altro della piramide dirigenziale. Dalla custode, si passa agli uffici competenti d 6 « o è è á « s pt L libri n e d d d d pG 7 e : E è H l è NO » OJ e
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Le parole scorrono, e la scottante problematica viaggia velocemente da un capo all’altro dei responsabili, sfiorando anche il Ministero per i Beni e le Attivit Archeologiche, senza che nessuno si prodighi per frenare il suo impeto. Una valanga che acquista ancor più velocit e volume in seguito alle dichiarazioni rilasciate dall’Ufficio dei Beni Culturali del Comune di Bacoli: "Sono passati molto più di due anni dalla chiusura delle Prigioni di Nerone. Ho cercato più volte- continua il responsabile Ciro Amoroso- di comprendere le reali motivozioni di questo provvedimento; ma le risposte sono sempre state molto vaghe. A volte si parla dell’impianto elettrico, altre volte dell’intonaco. Anche se, per quest’ultimo, i lavori gi sono stati effettuati. Quindi, mi chiedo, perchè Cento Camerelle non viene riaperta? E’ solo una questione di fondi? L’unica cosa certa è che la rivalutazione di quell’area potrebbe rinvigorire l’economia cittadina ed incrementare gli sbocchi occupazionali. Non ci dimentichiamo che il nostro paese conta ben 6 mila disoccupati su 29 mila abitanti".
Siamo a Bacoli, settembre del 2009: le parole e le erbacce continuano a crescere tra l’indefferenza dei più.
Il nostro viaggio, per adesso, si conclude qui, con la certezza di aver finalmente ritrovato un elemento di congiunzione tra la "Bauli" e la "Baiae" d’et imperiale e questo paesello di provincia che ha avuto il coraggio di farsi proclamare citt .
Le ville, le cisterne e la civilt antica saranno pure coperte dall’oblio; ma nessuno potr venirci a dire che si sia persa l’abitudine di utilizzare le parole, alla maniera degli oratori antichi, per sfuggire elegantemente dalle problematiche e dalle responsabilit reali.
Per info: www.freebacoli.blogspot.com