Ci sono delle volte in cui le mani parlano. La voce è superflua, il gesto pure ed allora le mani “si vestono” da burattini e cominciano a raccontare.
Il teatro del Maestro Renato Barbieri, decano dei burattinai napoletani dal 2005, è nato nel 1976 in un momento in cui parte della tradizione e dello spirito napoletani si erano ritagliati un posto all’ombra per tacere davanti al clamore di un’espressivit sempre più mediatica ed esterofila.
Maestro Barbieri, lei ha esordito giovanissimo nella compagnia teatrale di suo padre ed è stato scelto prima nel coro del Teatro San Carlo e poi in quello dell’Associazione Scarlatti come baritono. Nel 1969 a San Giorgio a Cremano ha fondato una compagnia di giovani attori tra cui Massimo Troisi, Lello Arena, Costantino Punzo, Pino Simonetti, Peppe Borrelli, Carmencita Pannico, Antonio Raso, Gianni Parisi e Rita Migliaccio. Cos’è che l’ha spinta a costruire baracca e burattini?
“Nel 1976 i ragazzi conoscevano Mazinga, l’Uomo tigre, Ken il guerriero, ma non Pulcinella. Ignoravano la sua voce, la sua storia. Cos insieme ai miei figli, Alessandra e Antonello, ho iniziato a portare le farse di Petito nelle scuole e nelle piazze. Nel corso degli anni ho partecipato a numerosi festival, anche internazionali. Nel 1999 al Festival di Barletta, organizzato negli ambienti del Castello Svevo dal Professore di Sociologia dell’Universit Federico II, Alberto Baldi, ho esposto tutto il mio materiale insieme ad altri “guarattellari”, marionettisti, pupari e burattinai italiani e stranieri. In quella stessa occasione ho allestito quattro spettacoli itineranti.”
Per dissipare una serie di dubbi molto più diffusi di quanto si pensi, può chiarire quali siano le differenze tra marionetta, burattino e pupo e tra “guarattellaro” e burattinaio?
“I “guarattellari” sono quegli artisti che, a differenza dei burattinai, si servono della pivetta, una lamina di metallo posizionata nella gola per creare nella voce sei o sette diverse variazioni. Nunzio Zampella e Bruno Leone, il quale ne possiede una d’oro, sono tra i più grandi “guarattellari”. Io non me ne servo perch temo di inghiottirla. A Salvatore Gatto e Maria Imperatrice è capitato più volte. Al di l di questa precauzione, credo che la pivetta intralci la comprensibilit della voce, che diventa troppo nasale, gutturale per essere percepita chiaramente dal pubblico. Le marionette, invece, si manovrano dall’alto per mezzo di fili fissati all’altezza delle giunture o degli arti. Anche i pupi si maneggiano dall’alto, ma con un ferro che dalla testa si ferma alla gola attraverso un gancio. Io, dunque, sono un burattinaio. I miei burattini sono stati tutti realizzati da Saverio Di Giovanni, compianto Maestro puparo di grandissima fama ed oggi sono esposti al Museo di Pulcinella di Acerra.”
La voce del maestro non cela le settantotto primavere o gli anni di teatro di figura, come lui ama precisare, interrotti dagli anni di teatro dei burattini, ma anzi la voce sottolinea il privilegio di un’esperienza maturata nel corso di una vita dedicata all’arte anche nei momenti difficili.
Più volte Barbieri invita alla precisione, urtato da un uso creativo in altre circostanze delle sue dichiarazioni e più volte sembra citare Eduardo nel suo “esiste la parola adatta. Perch non la dobbiamo usare?”
Nel 1969 a San Giorgio a Cremano in una sala con un piccolo palcoscenico 4×4, nell’ Oratorio della Chiesa di S. Anna ha allestito un teatro improvvisato per ragazzi. Tra loro c’era anche Massimo Troisi. Che tipo era?”
“Con i giovani attori di San Giorgio ho fondato la Compagnia comica Sangiorgese e poi il Centro teatro spazio. Alcuni scalpitavano per recitare. Non Massimo. Era un pigrone.”
Il maestro non si dilunga più di tanto. C’è qualcosa nella voce, una traccia di affetto autentico che non vuole essere tradita e per questo preferisce essere taciuta. Poi riprende per una “comunicazione di servizio” all’arte della “guarattella”.
“Signorina scriva bene. Vico Pazzariello numero undici. Ogni gioved alle undici si riunisce il forum degli artisti di strada fondato in tandem da Angelo Picone detto “O’ Capitano”, “pazzariello”, cantautore e artista di strada e da Bruno Leone, noto Maestro “guarattellaro”.”
“Ora possiamo smettere di parlare?”
Nelle foto, Barbieri nei panni di Pulcinella e mentre ritira il premio "Ribalta di Fantasia" nel 2004