luned 4 novembre 2013 Chi è l’arcidiavolo Belfagor? Alla domanda risponde Bernardina Moriconi, giornalista, autrice di testi teatrali e docente di Storia e tecniche del giornalismo all’Universit "Suor Orsola Benincasa di Napoli, con il suo ultimo lavoro "Le metamorfosi di un arcidiavolo" che le Edizioni Scientifiche Italiane hanno di recente mandato in vetrina (pagg.223, euro 22).
La ricercatrice lo fa partendo dalla figura dell’arcidiavolo partorito dalla fantasia di Machiavelli e dalle tante fonti ispiratrici, proponendosi di illustrare come nel corso dei tempi il personaggio partito dalla terra toscana sia stato oggetto di riletture e rivisitazioni in campo narrativo, poetico, teatrale fino alla ricognizione che Ettore Scola ne ha ricavato per il grande schermo. La fama del personaggio della favola di messer Niccolò, ci ricorda l’autrice nell’introduzione, ha varcato i limiti spaziali e temporali, approdando prima in Francia, in Inghilterra poi, fino alla Romania ad opera di Ion Luca Caragiale.
Attraverso quattro capitoli (La Favola di Niccolò Machiavelli tra invenzione e tradizione, Rivisitazioni letterarie e folkloriche di Belfagor Arcidiavolo, Rifacimenti in versi della novella e Belfagor sulle scene) Moriconi ricostruisce la vicenda della novella del Machiavelli attraverso una ricerca storiografica e letteraria puntigliosa, recuperando nuovi testi del tutto sconosciuti con una tecnica di ricercatore puro e saggista scrupoloso.
Ho sempre ritenuto che il pregio di un testo debba risiedere nella capacit di offrirsi a spunti e suggerimenti per il tempo presente, il tempo che viviamo, se è vero che in uno scrittore autentico vadano evidenziate prerogative di universalit e contemporaneit laddove esistono, soprattutto se l’opera recupera testualit passate.
la capacit di porre confronti con l’attualit del tempo, per riconoscere guasti e pregi dell’epocalit che navighiamo.
Due le riflessioni la prima riguarda la scelta dell’opera oggetto della ricerca, la seconda il ruolo ricoperto dalla cultura contemporanea.
L’universalit e la contemporaneit credo siano prerogative imprescindibili per chi scrive, la capacit per uno scrittore di legare la propria memoria alla memoria degli altri vissuta in altri luoghi, per renderla dovunque riconoscibile. la capacit , per dirla con Raffaele La Capria, di passare dal particolare all’universale, perch solo in tal modo un luogo particolare diventa il mondo. Da un luogo particolare sono partiti autori, un luogo, a parere dello scrittore napoletano, dal quale hanno saputo trarre immagini, metafore e personaggi che, dilatandosi, sono diventati universali. Una capacit che La Capria definisce "paradosso dell’arte", mentre Giuseppe Bonura cataloga come "localismo planetario", in sintesi, la capacit per la narrativa odierna più seria di stare con il corpo nella tradizione ma con lo sguardo e la mente rivolti al pianeta.
quanto accade a Moriconi rispolverando la novella del Machiavelli, nel preciso momento in cui il regno governato da Plutone si configura come l’esatto contrario del caos e del disordine che domina il mondo dei vivi.
Ecco la contemporaneit e l’universalit di un autore quale Machiavelli che Moriconi riscopre, dimostrando l’autore fiorentino di possedere, con ben cinque secoli di anticipo, ruoli e prerogative care a La Capria e Bonura.
La meraviglia consiste nel come oggi La Capria assegni al lettore (Smettere di scrivere? Solo una provocazione, ma in Italia si legge male, Antonello Guerrera, intervista a Raffaele La Capria, La Repubblica,, 21 ottobre 2013), terminale di un disagio che risiede altrove, colpe non sue.
Un altrove che ne "I picari di Maffeo" (che tra l’altro mi è valso il riconoscimento del Capri-San Michele 2013 per la critica letteraria) attribuisco a una critica e a una editoria che navigano in acque esclusivamente commerciali e che hanno ridotto la "cultura" al rango di prodotto da vendere a tutti i costi, un prodotto, molte volte, non in grado di sopravvivere una sola estate.
A orchestrare il consenso sono, a parere di Luca Mastrantonio, gli “intellettuali del piffero”, che è poi il titolo di un bel saggio sul conformismo mediatico del potere culturale in Italia.
"Intellettuali del piffero", a parere di Pierluigi Battista che ha recensito l’opera, mattatori di uno spettacolo che si ripete sempre uguale a se stesso, "gente da palcoscenico che strappa gli applausi, vellicando il pelo del conformismo ma che non lascia niente di duraturo dopo la sua performance."
Esiste per molti non la cultura, ma il chiacchiericcio contemporaneo, dal quale esula Bernardina Moriconi, da ascrivere alla categoria dei lumi culturali, e non commerciali, e colonizzatori, per dirla con Pascale Casanova, scrittrice e intellettuale che aiuta, come tanti non inclusi nel cono di luce dei pifferai, il povero lettore a ritrovare la strada dell’autentica e buona letteratura.