La violenza è sempre in agguato. Figlia di una società della prevaricazione dove il potere è affidato alle armi, poco al dialogo. Ma figlia anche di una realtà che si fonda su un mondo patriarcale dove si fa fatica ancora ad accettare che la donna sia una persona autonoma e indipendente, e, come tale, non ha l’obbligo di restare un passo indietro all’uomo. In quanto non è sua proprietà o emanazione.
L’omicidio appena emerso della giovanissima Giulia Cecchettin a opera di un ex fidanzato frustato e geloso ci fa riflettere: non è solo l’ennesimo femminicidio ma la conferma che questa impostazione sociale così com’è va cambiata subito.
Il rispetto e la parità non si conquistano solo in famiglia, ma anche in ogni angolo di vita che percorriamo: non deve stupire più che le donne possano raggiungere apici in qualsiasi carriera e si deve auspicare che finalmente riescano a guadagnare quanto gli uomini, il che dovrebbe essere scontato ma non lo è.
Quindi, celebrare la giornata contro la violenza sulle donne è un momento importante, ma non basta: tutti i giorni occorre educare alla gentilezza, al rispetto, al confronto, amici di una pacifica convivenza. E non bisogna dirlo solo dopo un omicidio: occorre superare definitivamente questa dimensione malata su cui si basano le relazioni umane.
E in una Italia che piange la ventiduenne di Vigonovo privata del diritto di laurearsi per la furia omicida di un coetaneo, la mostra “Io sono” proposta da Nando Calabrese e Pietro Loffredo alla Biblioteca nazionale di Napoli è carica di significato e speranza per il futuro.
L’esposizione si inaugura giovedì 23 novembre alle 16,30 nella sala bibliografia. Intervengono: Ilaria Perrelli, presidente della Consulta regionale per la condizione della donna,  Maria Iannotti, direttrice della biblioteca, Linda  Irace, curatrice della mostra e presidente. dell’associazione TempLibero (che promuove l’iniziativa), Mario Rovinello della casa editrice La valle del tempo. Accompagnamento musicale a cura degli alunni del Liceo Palizzi coordinati da Chiara Mallozzi e Messina Sabrina.
Il titolo è un’affermazione dell’esistenza femminile e allo stesso tempo un “grido di dolore” che i due artisti napoletani (ma entrambi con esperienze espositive in Italia e all’estero) lanciano in questo mare di abusi spesso reso immobile dall’indifferenza, presentando 12 scatti fotografici di Calabrese, armonizzati con il segno pittorico scaramantico di Pietro Loffredo che affida all’arte la difesa di quei volti femminili.
In occasione dell’inaugurazione Calabrese e Loffredo  saranno impegnati a disegnare e a fotografare dal vivo il pubblico presente  in un gioco  di rimandi  ai segni propiziatori  delle opere  e di provocazioni per cercare in amuleti  e magia (tra cornetti e angeli neri) un modo per allontanare la violenza, visto che le istituzioni parlano, tuttavia non agiscono, almeno finora.
Una mostra itinerante, questa, che toccherà altre città italiane: a Napoli resterà allestita fino all’8 gennaio, dal lunedì al giovedì.

Qui sopra, la locandina della mostra. In copertina, l’attrice Antonella Stefanucci,
madrina dell’iniziativa

Naples National Library/”I am”: Nando Calabrese and Pietro Loffredo launch a cry against violence towards women. Between photos and ( superstitious) signs of painting

Violence is always lurking. It is the child of a society of prevarication, where power is given to weapons and very little to dialog. But it is also the child of a reality based on a patriarchal world in which it is still difficult to accept that a woman is an autonomous and independent person and, as such, has no obligation to remain one step behind a man. She is not his property or emanation.
The recent murder of the very young Giulia Cecchettin by a whipped and jealous ex-boyfriend gives us pause for thought: this is not just another feminicide, but confirmation that this social setting as it is needs to be changed immediately.
Respect and equality are won not only in the family, but in every corner of our lives: it should no longer be surprising that women can reach the top of any profession, and it should be hoped that they will finally be able to earn as much as men, which should be a foregone conclusion, but is not.
Therefore, the celebration of the day against violence towards women is an important moment, but it is not enough: every day it is necessary to educate about kindness, respect, confrontation, friends of peaceful coexistence. And it should not be said only after a murder: it is necessary to finally overcome this sick dimension on which human relations are based.
And in an Italy that mourns the 22-year-old girl from Vigonovo, deprived of the right to graduate because of a peer’s murderous rampage, the exhibition “I am” proposed by Nando Calabrese and Pietro Loffredo at the National Library of Naples is charged with meaning and hope for the future.
The exhibition opens on Thursday, November 23rd at 4:30 pm in the Bibliography Room. Speakers: Ilaria Perrelli, president of the Regional Council for the Status of Women, Maria Iannotti, director of the library, Linda Irace, curator of the exhibition and president of the association TempLibero (which promotes the initiative), Mario Rovinello of the publishing house La valle del tempo. Musical accompaniment by students from the Palizzi High School, coordinated by Chiara Mallozzi and Messina Sabrina.
The title is an affirmation of female existence and at the same time a “cry of pain” that the two Neapolitan artists (but both with exhibition experience in Italy and abroad) launch in this sea of abuse, often immobilized by indifference, presenting 12 photographic shots by Calabrese, harmonized with the scaramantic pictorial sign of Pietro Loffredo, who entrusts art with the defense of those female faces.
On the occasion of the opening, Calabrese and Loffredo will be busy drawing and photographing live from the audience present, in a game of references to the propitiatory signs of the works and provocations to look in amulets and magic (between cornets and black angels) for a way to ward off violence, since the institutions talk but do not act, at least not yet.
A traveling exhibition that will touch other Italian cities: in Naples it will be on display from Monday to Thursday until January 8th.
Learn more at
https://associazionetempolibero.it/

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