Le parole e le immagini si incrociano nella vita. In ogni scheggia del nostro quotidiano. E capita che finiscano in libri d’artista. Come quelli che presenta in una mostra la Biblioteca universitaria di Napoli (Bun) sabato primo febbraio: inaugurazione alle 11,15 nella bella sede di via Paladino, prima dellla consueta visita guidata del primo sabato del mese, al cortile delle statue, ai tesori librari e ai resti archeologici.
The book is on the table è l’esposizione delle opere di Angelo Ricciardi a cura di Vincenzo Cuomo. Così la Bun si conferma fabbrica delle idee dove, accanto alle tradizionali attività di promozione e valorizzazione del patrimonio bibliografico, si presentano esposizioni, eventi teatrali e/o musicali. Una politica culturale diretta a ampliare la fascia di pubblico in un magico cerchio estetico-culturale.
« Una biblioteca – scrive il direttore Raffaele De Magistris nella brochure che accompagna l’iniziativa- non è un’entità statica, fissata per sempre in un’istantanea remota, anche se affascinante. Al contrario… è un organismo che cresce, che si alimenta dei cambiamenti intervenuti nell’ambiente e nella comunità che lo circondano. La Biblioteca Universitaria non sfugge alla quinta legge: da quando, poco più di un anno fa, è stata restituita alla città completamente rinnovata negli spazi e nei servizi, ama presentarsi come un laboratorio culturale dove si sperimentano inedite partnership; una “piazza del sapere” aperta a una platea di utenti molto più ampia e eterogenea dei tradizionali specialisti» ..
E aggiunge il curatore: « …ogni libro d’artista è come una start up. Tutto sta a comprendere questo “come”-… si apre un campo di sperimentazione formale, solo apparentemente ristretto: quello della de-creazione, della sottrazione del valore, della nota a margine, della citazione, del refuso, della amorevole raccolta degli scarti di produzione, del collage di ciò che cade al margine. Tutta l’attività sperimentale di Angelo Ricciardi, che trova forse nella moltitudine dei suoi libri d’artista la sua espressione più alta, va in questa direzione. Assumendo un atteggiamento che ricorda quello, zen, di John Cage, Ricciardi apre al “rumore”, vale a dire a ciò che cade fuori dai processi semantici, fuori da quelli comunicativi, fuori da quelli economici…» .
Il napoletano Angelo Ricciardi ha disseminato queste sue opere in importanti spazi, collezioni pubbliche e private quali Archivio del ‘900, Mart, Rovereto; MoMA Library, New York; Collezione Liliana Dematteis, J. Watson Library, Metropolitan Museum, New York. E quelle in mostra potrete ammirarle fino al 28 febbraio dalle 9 alle 17.
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