Tra le indimenticabili dimenticate, abbiamo parlato di Maria Francesca De Browne. In arte, Blanche De Mercy. Lasciandovi con il fiato sospeso. Dicevamo delle sue origini francesi. Lei era bella, struggente, maliarda quando si esibiva nella sua danza del ventre oppure cantava, affascinando il pubblico. Il matrimonio con l’artista Filippo Cifariello, che incontrò a Roma, fu turbolento per la gelosia di lui. Il drammatico epilogo si svolse dopo la presentazione di una sua scultura, dove era presente in prima fila l’assessore Leonardo Soria, a cui Filippo presentò l’avvenente moglie.
LUI, LEI E L’AMANTE
La coppia viveva a Napoli, nella pensione “Mascotte” a Posillipo e qui si consumò la tragedia. Cifariello vide uscire l’avvocato Soria dalla loro stanza, la numero 9, e cap. Ebbero un drammatico colloquio, Soria difese la purezza della signora, e ripart. La tensione era alta tra i due coniugi, tanto da indurre lo scultore ad acquistare una rivoltella. Anche Maria comprò una pistola con il calcio di madreperla (e la fece pagare al marito). I litigi erano all’ordine del giorno. Maria, che aveva lasciato il teatro per amore, mor il 10 di agosto proprio nel luogo che doveva essere il luogo delal loro riconciliazione. Cifariello sparò cinque colpi contro la moglie mentre Soria fuggiva in mutande, on macchie di sangue su una coscia. Lei fu colpita in faccia, sulle braccia e al petto. L’assassino disse « Morta l’adoro più di prima».
CHIUSO PER LUTTO Il caos che segu fu indescrivibile. Dopo il drammatico gesto Cifariello tentò di suicidarsi lanciandosi dal balcone della camera della pensione, ma fu bloccato dal pronto intervento del proprietario e di alcuni inservienti, accorsi, richiamati dal rumore degli spari. La polizia trovò nella stanza sul tavolino due coppe di champagne e dolci deducendo cosi che l’incontro era premeditato. Su cartelli affissi alle porte di molti caf-chantant di Napoli, dal Salone Margherita all’Eldorado, il giorno dopo l’uccisione di Blanche apparve una scritta, “chiuso per lutto”. I periti che effettuarono l’autopsia, furono stupiti da tanta bellezza, dissero che non avevano mai visto un corpo cos perfetto.
COLPEVOLISTI E INNOCENTISTI
Tre anni dopo, iniziò il processo alla Corte d’Assise di Napoli tra i più seguiti dell’epoca, per la notoriet dei protagonisti. Si crearono veri e propri schieramenti contrari o a favore di Cifariello. La grande folla era divisa tra colpevolisti e innocentisti, urla , grida , spintoni fecero si che il processo trasferito a Campobasso, durò molto fino ad arrivare al 1910. Durante un interrogatorio in udienza, Cifariello disse «Mi ha dato dodici anni di inferno, ma non volevo ucciderla, è stata una fatalit ».
DELITTO D’ONORE
Fu molto bravo il difensore dello scultore, Gaetano Manfredi, uno tra i più grandi avvocati penalisti dell’epoca. Dopo accurate indagini, scopr le varie tresche di Maria- almeno tre amanti- inoltre 40 lettere di fuoco trovate a casa di Soria, insieme a un inquietante medaglione con un cespuglietto nero pudicamente definito “roba simile ai capelli” e ancora altri biglietti dove lei chiamava lo scultore “sudicio piccolo merlo”. Il delitto d’onore per quella epoca era molto ben vista dal popolo. Il giudice lo ritenne “totalmente incapace di intendere e di volere”, assolvendolo per “vizio totale di mente” anche perch in quel momento era in “un intenso stato passionale”. La sentenza fu emessa dopo una lunga detenzione preventiva nel manicomio criminale di Sant’Eframo.
Si risposò dopo qualche anno con Evelina Fabi, anche lei donna bellissima e affascinante. Mor tragicamente in seguito allo scoppio di una macchinetta a spirito che causò un incendio divampato nel loro appartamento al Vomero. L’agonia della donna durò a lungo e lei scagionò il marito da ogni responsabilit e dai sospetti di omicidio, addirittura per iscritto. La terza moglie si chiamava Signe Stimmis. Da lei ebbe due figli maschi, il suo sogno era una vita tranquilla, dopo tutto quello che aveva subito finalmente una serena quotidianit , ma del tutto apparente. Infatti nel 1936 lo scultore si tolse la vita. Anima inquieta che non aveva saputo perdonare se stesso.
(2. fine)
PRIMA PUNTATA
Erano i tempi delle “francesi”, sciantose quasi tutte napoletane che davano un tocco d’oltralpe ai loro cognomi. Cos nascevano canzoni come “‘A francesa” con la celebre frase «Songo frangesa e vengo da Parigge». Oppure si inventavano i primi spogliarelli napoletanizzati, con celebri rituali evocati dal famoso ritornello «e lievete ‘a cammesella». Erano i tempi del più bel caf-chantant che trionfò tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento. Le dive che ne calcarono le scene alimentavano le chiacchiere del popolino e le fantasie dei giovani aristocratici. Spesso additate come rovinafamiglie, femmine peccaminose, donne lussuriose, sempre sulla bocca di tutti per le loro esistenze tumultuose.
INCONTRO FATALE
Al Salone Margherita di Napoli si affacciò anche Maria Francesca De Browne. In arte, Blanche De Mercy, adorata dal pubblico per il suo portamento e la sua irresistibile bellezza. Di lei poco si sa, soprattutto si conosce la sua morte tragica. Corteggiatissima, nel 1890 era a Roma dove lavorava come cantante nel teatro “Varietès” e qui conosce il grandissimo scultore e pittore Filippo Antonio Cifariello, nato a Molfetta e ispirato dal verismo napoletano.
FIORI IN CAMERINO
Cifariello subito si invagh di lei, inondava il suo camerino di fiori, lei reagiva con rifiuti, sorrisi, ma anche ridicolizzando l’uomo. L’artista provò a dimenticarla abbandonandosi a altre avventure sentimentali, Blanche part per una tourne che durò due anni. Al suo ritorno a Roma, lui, sempre ammaliato da tanta bellezza, ritornò alla carica, questa volta deciso di averla tutta per s.
PROVA DI CONVIVENZA
Tentennava, Maria la sciantosa, fino a proporre una convivenza di prova. Si trasferirono a Napoli, vivevano con la madre e una zia di lei, insieme a 35 animali tra cani e gatti, ma anche topolini bianchi e galline. Ben presto convolarono a nozze e Filippo continuava il suo corteggiamento coprendola di gioielli, nonostante percepisse che l’amata moglie dedicava le sue attenzioni a altri uomini.
LETTERE APPASSIONATE
Quando il marito scopr lettere di fuoco di un certo Romeo Bonero, lei maliarda e imbonitrice, con le sue moine riusc a calmarlo. Lo scultore decise di trasferirsi in Germania – con suocera al seguito- per allontanare la moglie da eventuali amanti. A Passau, in una fabbrica di oggetti d’arte, ebbe l’incarico di direttore. Ma fu proprio la madre di lei nutrire la cieca furia del genero. Su un mobile mise un ritratto della figlia mentre si esibiva nella danza del ventre. E, ogni volta che la guardava, diceva «Questa era la vera vita di Maria ».
FLOP AMERICANO
Questa frase faceva inviperire Filippo, che un giorno, dietro la cornice, trovòardenti lettere. Decisero, cos, di separarsi. Maria part per Roma ritornando presto per chiedere al marito il premesso di cantare in America, l’uomo a malincuore acconsent. Le sue esibizioni americane, come era gi successo in precedenza, furono un vero flop. La sciantosa ritornò con il marito mostrandosi pentita. Nel frattempo, a Cifariello venne commissionata dal comune di Bari la statua di re Umberto, inaugurata nel 1905. Da qui si sviluppò la tragedia di cui parlò tutta Napoli. Un caso giudiziario che appassionò il popolo italiano.
(1.continua)
Nelle foto, una locandina del salone Margherita, Blanche De Mercy e Antonio Cifariello