Roberto Bracco alla Galleria Toledo. “L’Internazionale”, atto unico del drammaturgo napoletano, è tornato in scena dopo cento anni, prodotto da Virus Teatrali, con un moderno adattamento del regista Giovanni Meola. Opera colta e raffinata nel linguaggio che si presta a tante letture. Essa è un dipinto della realt italiana del 1914. L’Europa vive la tragica prima guerra mondiale. L’Italia, divisa tra i Futuristi che vedono “la guerra, sola igiene del mondo” per un totale cambiamento della cultura mentre i moderati sono per la neutralit , tergiversa come nel’40 per un anno.
Bracco, esponente del verismo meridionale e italiano, entra più volte nella rosa del Premio Nobel per la letteratura ma sempre ostacolato dal Regime fascista. Eletto deputato nel 1924 nella lista di Giovanni Amendola, viene espulso con altri per aver firmato il Manifesto degli intellettuali antifascisti, redatto da Benedetto Croce nel ’25, l’anno dopo e gli fu anche saccheggiata la casa. Rifiutò di far parte del’Accademia d’Italia e un assegno di dieci mila lire ottenuto per intercessione di Eleonora Duse attrice con Emma e Irma Grammatica di quasi tutte le opere.
La sua moralit e la sua cultura spiegano i temi da lui trattati l’egoismo e la volgarit degli uomini verso le donne che cercavano con determinazione un ruolo nell’arte, nel lavoro e in politica. Segue con interesse l’evoluzione del femminismo sorto nel 1906. Mignon Floris, la bella canzonettista, è la donna del futuro. A interpretarla magistralmente è Sara Missaglia. Lei rende sua partner una gigantesca cartina geografica dell’Europa non solo perch canta canzoni nelle diverse lingue ma senza dubbio vede in lontananza la Pace. Sara, in scena si avvolge nella cartina, la stende per cercare le citt in guerra dove si è esibita e ha conosciuto amici e vissuto con giovani amanti con i quali ha contatti epistolari, la protegge dalla gelosia esasperata dell’amante manager, Luca Di Tommaso, da Luigi Credendino commissario di polizia. Trova Simona Pipolo, cameriera, complice nella sua ossessionante passione. Dettaglio che scopre la conoscenza di Bracco del mondo femminile.
Sara nell’interpretazione offre al pubblico una Mignon donna immersa in fitte sequenze emotive ininterrotte. Per lei la Libert non è una parola ma un modo decoroso di vivere. Vive tra sogno e realt in una prigione invisibile in cui macera le sue tensioni di artista. Domina gli altri protagonisti con la sua ragionevolezza e trascina lo spettatore nel suo mondo reale anche se può apparire puerile per chi vive nello sfarzo e corteggiata da tanti. Mignon, se pur ancora giovane, ha vissuto intensamente, ha amato, ha donato la sua arte.
Bracco muore in povert a Sorrento nel’43. Non vede realizzare il sogno di una Europa libera dai nazifascisti. L’Artista opera per un futuro diverso. Bracco immaginava gi , forse, la Comunit Europea nata dalla lotta dei partigiani europei tra cui milioni di donne. A Mignon, apparentemente frivola, incute la voglia di arruolarsi tra le crocerossine che furono nella prima guerra più di duecentomila. Lo spettacolo è una pagina di teatro raffinato con una regia vivace priva di fronzoli in collaborazione con l’assistente Serena Russo, sobria nella scenografia di Armando Alovisi, costumi eleganti dell’epoca di Annalisa Ciaramella, foto di Alessandro Pone, progetto grafico di Irene Petagna, ottimi il disegno luci e la scelta dei brani musicali.
Gli attori, molto giovani, sono stati indotti da pubblico a tornare più volte sul bordo palco per ricevere i meritati applausi avendo mostrato professionalit e bravura nel dosare ritmi di voce, mimica, garbo leggiadro e disinvolto nel muoversi in scena. Un plauso di congratulazioni va alla Galleria Toledo per la scelta delle opere e dei gruppi di giovani.
nelle immagini, due scene dello spettacolo fotgrafate da Alessandro Pone