L’attesa era grande. Perché lui non delude mai. Con la forza dei sentimenti e la bellezza di parole struggenti che arrivano al cuore a distanza di circa 4 secoli, non solo da drammaturgo, ma anche da poeta. Sonetti che commuovono e sciolgono lacrime di emozioni. Sonetti resi da immortali Shakespeare con l’armoniosa modernità della sua lingua.
L’inglese scivola dal palcoscenico alla platea del teatro Mercadante dove la rassegna Campania Teatro Festival ospita, in prima nazionale, il dialogo artistico di Charlotte (che legge quei versi antichi) con la violoncellista franco-statunitense Sonia Wieder-Atherton (foto), impegnata a interpretare le suite di Bach, virtuosistiche opere del settecentesco compositore tedesco. Sullo sfondo della memoria.
La luce, dietro le due protagoniste in scena, rischiara, infatti, a intermittenza, un mosaico di volti, intellettuali celebri o persone comuni. Sarah, David, Douglas… Finché il buio non suggella la fine del geniale intreccio sonoro.
I suoni danzano in un commovente abbraccio e incontrano l’altera glacialità di una donna consacrata come attrice internazionale dal cinema d’autore. Tra Luchino Visconti (La caduta degli dei) e Liliana Cavani (Il portiere di notte).
Troppo assente e lontana, la britannica Charlotte nel turbinio di visioni poetiche come quelle per esempio, dedicate al Tempo divoratore cui il poeta sussurra: spunta pure gli artigli del leone, e fai in modo che la terra divori la sua stessa prole; strappa pure i denti aguzzi dalle fauci della fiera tigre, e fai ardere l’immortale fenice nel suo sangue; rendi pure belle e cattive le stagioni mentre tu corri veloce
L’applauso finale per la combinazione di nomi altisonanti è scontato ma non convincente come quello che, invece, ha spinto a un lungo bis il francese Daniel Auteuil, amabile e sorridente nonostante due rapinatori in scooter in via Marina gli avessero portato al suo arrivo in città il costoso orologio. Prima stella straniera a brillare sullo stesso palco con una performance musicale, Déjeuner en l’air, da affascinante eclettico attore e suadente chansonnier. Accompagnato dal pianista Julien Noel e dal chitarrista Arman Melies. 
Tutto inizia con una dedica: Per Dani, leggere da grande! firmato Mamma”. Lo spiega lui stesso agli spettatori: quel biglietto scivola dal volume di poesie firmato da Paul-Jean Toulet (1867-1920), autore abbondante, ma dimenticato. E i testi diventano canzoni con musiche scritte da Daniel, mescolate a frammenti dei monumentali Baudelaire, Apollinaire, Hugo invitati all’immaginaria tavola poetica.
Di accenti romantici si tinge pure il Museo e real bosco di Capodimonte, che, tra le tante rappresentazioni proposte, sotto un magico albero illuminato, svela Il sogno reale. I Borbone di Napoli.
Sette interpreti italiani raccontano attraverso le parole di altrettanti scrittori aneddoti, storie e personaggi del periodo borbonico.
Seduto in poltrone e sedie di uno squillante arancione, stesso colore delle copertine distribuite quando l’afa estiva cede a temperature più ragionevoli, il pubblico si culla in una ipnotica partecipazione.
L’ironia ne avvolge i sensi e cattura l’attenzione. Tra i racconti, “Budello” del napoletano Athos Zontini, letto da Francesco Montanari. Esilarante resoconto delle avventure amorose di Niccolò Paganini durante il soggiorno napoletano rivelate dal suo avvocato, costretto a sostenerlo nei suoi lunatici e strampalati percorsi sentimentali. Incantando chi ascolta, tra curiosità e divertimento.
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Per saperne di più
https://campaniateatrofestival.it/edizione-2022/
Oggi, martedì12 luglio, ultima giornata del festival





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