Il Comune di Napoli è il soggetto capofila di altri 5 Comuni campani, Vietri sul Mare, Ariano Irpino, Cerreto Sannita, S. Lorenzello e Cava dei Tirreni, tutti iscritti all’Associazione Italiana Citt della Ceramica (AICC), per l’attuazione del progetto per la produzione di ceramiche artistiche e tradizionali della Campania.
E’ la conferma, questa, che la porcellana di Capodimonte, ricchezza inestimabile della citt di Napoli, è un elemento trainante per la promozione dell’artigianato non solo come cultura del lavoro manuale ma anche e soprattutto come processo economico, nonostante la riduzione delle imprese e dei lavoratori del comparto sin dagli anni ’90.
La tradizione della ceramica napoletana nasce da storia antica risalente addirittura alla met del ‘700, quando il re Carlo di Borbone e sua moglie Maria Amalia di Sassonia fondarono la Real Fabbrica di Capodimonte, ed è oggi unanimemente riconosciuta in tutto il territorio nazionale per il suo alto valore artistico, al punto da far qualificare sulle guide turistiche campane Capodimonte come “zona di affermata tradizione ceramica”.
La Real Fabbrica di Capodimonte oggi è sede dell’Istituto Professionale di Stato per l’Industria e l’Artigianato della Porcellana e della Ceramica “Giovanni Caselli”, dal 1961, dove si istruiscono le future leve dei ceramisti napoletani.
Le porcellane prodotte da questo celebre marchio, oltre che nel Museo di Capodimonte, sono custodite anche al Museo Duca di Martina, meglio conosciuto come Floridiana, al Museo Gaetano Filangieri ed al Museo Diego Aragona Pignatelli Cortes.
Dal punto di vista strettamente tecnico le ceramiche di Capodimonte possono contare su una altissima qualit dell’impasto che gratifica il prodotto finale della decorazione, rendendola unica e di rara perfezione. A tal punto che Napoleone autorizzò a sfruttare addirittura il marchio imperiale, la famosa N coronata di colore azzurro. Impasto che a tutt’oggi è frutto di elementi certi ma anche di alchimie della scuola di Capodimonte sconosciute ai più.
Tale prestigiosa capacit artistica rende ancora oggi vivo l’antico splendore dei maestri d’arte di Capodimonte che si tramanda ormai da tre generazioni, rappresentando al tempo stesso, pur tra non poche difficolt , l’evoluzione di una nuova immagine della cultura napoletana, rivolta allo studio, alla progettazione ed alla ricerca di modelli e decori da proporre in stile moderno.
Infatti numerose sono le maestranze che ancora oggi continuano ad esercitare l’antica arte ceramica, dando vita a grandi manifatture di nobile tradizione ma anche semplicemente a piccoli laboratori di oggettistica ad uso comune: realizzazioni artistiche di composizioni floreali, vasellami decorati, pannelli rurali, in una ideale continuazione dell’inconfondibile stile d’arte settecentesco.
Una vera e propria produzione nazionale ed internazionale che identifica l’emblema d’arte di Capodimonte in una nuova accezione dei valori della moderna cultura.
Un tutt’uno che rende, per spessore e bellezza e per il grande rilievo di mercato, Capodimonte conosciuta e amata in tutto il mondo.
Al punto da vedere rappresentati negli Stati Uniti ed in Giappone i due maggiori flussi di vendita e vantare l’esposizione dei suoi “gioielli” in importanti e prestigiose location internazionali come Milano, Francoforte, New York, Tokyo, Mosca e Parigi.
Non mancano interessanti spunti per la sperimentazione di innovative modalit di produzione che incoraggiano un settore d’eccellenza in difficolt . Ne è esempio la produzione de “La Bulla”, riproduzione dell’antico amuleto indossato dai romani fino al diciottesimo anno di et , che incrocia la collaborazione dell’artigianato ceramico di Capodimonte e i maestri del polo orafo del Borgo Orefici.
Nel luglio dello scorso anno Napoli ha ospitato l’Assemblea Generale dell’Associazione Italiana Citt della Ceramica (AICC), trentasei citt italiane, tra cui il capoluogo partenopeo, che fanno da battistrada mondiali nella esportazione di questa “antica modernit “, di questo felice connubio tra tradizione e innovazione immerso nella cornice secolare di un’arte manuale fatta da maestri scultori, ceramisti, pittori, cesellatori, decoratori.
La ceramica prodotta a Napoli è uno dei rari esempi che mette assieme la suggestione ambientale ed il suo contesto storico-geografico d’origine, quello di Capodimonte, ed un processo produttivo capace di caratterizzare quel luogo riempiendolo di un elemento artigianale esclusivo fatto di precisione umana.
Nella foto, una porcellana di Capodimonte