Non poteva che essere ospitata nella sala Causa, Caravaggio Napoli che s’inaugura oggi, alle 17, al Museo di Capodimonte con un vernissage a inviti. Nello spazio intitolato al grande soprintendente Raffaello, il gigante burbero, dall’anima gentile, che sbalordì il mondo con esposizioni come Civiltà del Settecento o La pittura da Caravaggio a Luca Giordano, che Wikipedia non ricorda nemmeno due righe.
Ed è con l’emozione di quei tempi d’oro, quando Napoli contava ancora molto nel campo della storia dell’arte, si avvicinerà chi di quelle imponenti mostre è stato visitatore. C’era anche Vittorio Sgarbi ieri (tra gli altri, anche il console di Francia Laurent Burin des Roziers) all’anteprima di un evento presentato stamattina alla stampa. Dopo tante polemiche su quel prestito bocciato dal ministero dei beni culturali delle 7 opere di Misericordia che sono nella bellissima chiesa di via dei Tribunali, al Pio Monte. Ma il capolavoro negato ci sarà virtualmente in questa sede, in formato digitale e con illuminazione speciale.
Chi vorrà a andare nel centro antico per ammirarlo da vicino, potrà usufruire di una navetta che collegherà i due siti. Dal 12 aprile al 14 luglio (scommettiamo in una proroga) per la mostra curata da Cristina Terzaghi e dallo stesso direttore Sylvain Bellenger, il francese che ha proiettato una delle pinacoteche più belle del globo di nuovo nell’orbita internazionale.
Oltre all’inevitabile misteriosa e enigmatica Flagellazione di Cristo, tesoro della collezione permanente dal 1972, vedremo altre sei opere che ci consentiranno di approfondire il periodo napoletano del burrascoso genio lombardo. Presenti anche prestiti importanti, quali La Flagellazione del Musée des Beaux-Arts di Rouen, assente da oltre trent’anni dal circuito espositivo e Salomé con la testa del Battista proveniente da Madrid.
Le sue creature pittoriche saranno affiancate anche da tele dei caravaggeschi Giovan Bernardo Azzolino, Giovanni Baglione, Battistello Caracciolo, Belisario Corenzio, Louis Finson, Jusepe de Ribera, Fabrizio Santafede, Massimo Stanzione, Tanzio da Varallo.
Un’immersione totale nella pittura del diciassettesimo secolo e in quella rivoluzione naturalista provocata dal Merisi. Fu lui a rendere umani i personaggi dipinti e a dare il via a un nuovo modo di raffigurarli, pescandoli dalla realtà e scandalizzando il pubblico rigido e impettito.
Napoli, patria di Caravaggio per un anno e mezzo tra il 1606 e il 1610: qui realizzò anche il Martirio di Sant’Orsola che si trova a Palazzo Zevallos Stigliano e il San Giovanni Battista collocato alla Galleria Borghese di Roma. Prima della sua morte tragica che avvenne il 18 luglio del 1610 a Porto Ercole, mentre tornava a Roma.
Catalogo e organizzazione targati Electa per una iniziativa unica nel panorama delle molteplici manifestazioni dedicate a Caravaggio. Raffaello Causa si accarezzerebbe, soddisfatto e sorridente, la folta argentea barba. Passeggiando su e giù per quella ex Reggia borbonica che fu la sua casa d’arte.
In alto, particolare della Flagellazione di Cristo a Capodimonte fotografata da Luciano Romano
Per saperne di più
http://www.museocapodimonte.beniculturali.it/