Taxi e poesia. La libreria Guida Merliani, dell’omonima via di Napoli, ha ospitato Enzo Cappiello, tassista filosofo, che ha tenuto un vivace dibattito sulla poesia estatica, accompagnato dal reading di Tina Del Sorbo.

Il concetto di poesia estatica è stato teorizzato dallo stesso Cappiello per definire un modo di poetare a lui caro, finalmente libero dal peso del mondo e da quelle paure che troppo spesso ci limitano.

Tale concetto è, in realt , un azzardo poich la poesia estatica è inesprimibile mediante la parola per essere invece accessibile solo attraverso il silenzio. In questa apparente contraddizione va collocata la produzione dell’artista partenopeo che si è sempre battuto contro i principi materialistici della societ  odierna, sottolineando il valore della trasgressione e dell’amore.

Ecco, dunque, in un sistema che ha distrutto ogni forma di creativit  individuale, rendendoci degli automi e attribuendo alla stessa letteratura un fine economico, l’esaltazione dell’estasi, dimensione che consente all’individuo di porsi al di sopra di tutto, proiettato in quello stato di grazia celebrato dal poeta maledetto Gèrard de Nerval.

Assolutamente lontana da ogni convenzione, la serata ha messo in luce le doti di abile conversatore di Cappiello che, dopo un excursus nei vari generi poetici, ha omaggiato il suo pubblico con la lettura di brevi estratti da opere proprie e da quelle di autori noti.

In chiusura, lo stesso scrittore ha recitato la poesia “Tassisti”, pubblicata nel volume “Trascendentalit ” (Il Mezzogiorno Editore), tra gli applausi dei colleghi dell’associazione culturale tassisti che ha patrocinato l’incontro.

A sfatare i pregiudizi nei confronti di tale categoria di lavoratori, va detto che nella suddetta associazione, presieduta da Enrico Petrilli e ubicata in via Nazionale delle Puglie 189, hanno luogo periodicamente incontri musicali e letterari, tenuti da questo infaticabile trascinatore, incautamente scambiato talvolta per un eccentrico.

Del resto, la vasta cultura filosofica e letteraria di Cappiello aveva fortemente impressionato il critico d’arte Angelo Calabrese, autore della prefazione al volume “Aquile reali del Paradiso” (Graus Editore).

Protagonisti del libro sono, neanche a dirlo, proprio i filosofi, scissi in due fazioni ostili: da un lato, un’elite capeggiata da Nietzsche, Bruno ed Epicuro, cos presuntuosa da credersi superiore a Dio stesso; dall’altro, quei pensatori come Platone, Kant e Socrate inclini a compiere il Bene e a disprezzare le cose materiali.

Scenario dello scontro il Paradiso, dove le aquile reali, ovvero i filosofi gaudenti e ribelli, tenteranno di sovvertire l’ordine prestabilito.

A raccontarci quest’insolita guerra di ingegni è un indolente bevitore, asceso al Paradiso dopo una vita di dissolutezze, alter-ego dello stesso Cappiello che non rinuncia all’ironia per dileggiare chi, rinnegando il desiderio e la passione dei sensi, illude, per citare Evola, solo se stesso.

Nelle foto, Enzo Cappiello

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