Evadere dalla quotidianit del carcere. Salire sul palco, calarsi in un ruolo, superando la finzione scenica per vivere un’esperienza che arricchisce e riscatta, che immerge in rito catartico e toglie l’onta della colpa per rinascere uomini nuovi ed essere finalmente se stessi. Questo spirito anima la quinta edizione della rassegna “Il Carcere Possibile”, fino al 28 settembre in scena al Teatro Mercadante, che per il terzo anno collabora e ospita l’evento. Promossa dall’omonima associazione onlus, presieduta da Riccardo Polidoro, in collaborazione con il Teatro Stabile di Napoli e il Provveditorato della Campania Amministrazione Penitenziaria, si tratta di una manifestazione unica in Italia che nel corso di questi anni si è imposta tra gli appuntamenti di rilievo sul fronte dell’impegno civile e sociale. Il Carcere Possibile è il frutto di un progetto condiviso da istituzioni, operatori, dirigenti, artisti, a vario titolo impegnati su temi e programmi volti alla tutela dei diritti civili e alla rieducazione dei detenuti provenienti da sei penitenziari della Campania.
Dopo gli spettacoli La giostra l’eccezione è la regola della O.P.G. di Aversa e TeatroInGestAzione, con la regia di Gesualdi/Trono (marted 22 settembre); Ragazzi di vita dal romanzo di Pier Paolo Pasolini, dell’Istituto Penale Minorile di Airola e I Refrattari, regia di Antimo Nicola (mercoled 23); E non si era d’autunno… Libert un po’, della Casa Circondariale Poggioreale di Napoli, con la regia di Patrizia Giordano (mercoled 23 ore 20.00); O cunto d’o quatto e’ coppe dell’Istituto di Eboli, con la regia di Pino Turco (gioved 24 ore 18.30); Angeli dell’Istututo di Benevento e Agita Teatri, con regia di Salvatore Guadagnuolo (gioved 24 ore 20.00); andr in scena Otello o Jago. Viaggio in mare di uomini nella tempesta dell’Istituto di Lauro e I Liberanti, progetto di Antonella Monetti, realizzato in collaborazione con Tonia Garante, musiche di Leonardo de Lorenzo.Con Tonia Garante e Laura Ottieri (venerd 25 ore 20.00). Da luned 28 la rassegna si sposta al Carcere Femminile di Pozzuoli dove, alle 15.30, andr in scena lo spettacolo Maria Stuarda liberamente ispirato al testo di Dacia Maraini, rappresentato per la prima volta nella storia della rassegna da una compagnia mista di detenute/attrici residenti e detenuti/attori provenienti dal Carcere di Secondigliano, con la regia di Giorgia Polombi e progetto di Maniphesta Teatro.
Abbiamo raggiunto al telefono Tonia Garante, attrice e sociologa che ha collaborato alla realizzazione della rassegna con la regista Antonella Monetti e sar in scena al fianco dei detenuti nel ruolo di Emilia.
Come nasce la sua partecipazione a questo progetto?
Da anni lavoro con il teatro nel sociale come operatore di sviluppo in Italia e all’estero, ma questa è stata la mia prima esperienza di teatro in carcere. Ho cominciato abbracciando l’idea di Antonella Monetti, che da anni promuove queste iniziative, convinta che il teatro possa contribuire al cambiamento di vita dei detenuti. Lo scorso luglio ho iniziato nel carcere Lauro di Nola un laboratorio sul lavoro dell’attore: la voce, il corpo, le relazioni, la verit scenica. Entriamo in contatto con un linguaggio di “mezze parole”, di gesti, di sguardi, di dinamiche fisiche, a volte violente, a volte amorevoli. Abbiamo “litigato” per le battute dimenticate, ci siamo commossi per i vissuti e le verit emerse, ci siamo dispiaciuti per i compagni che, pur motivati, attenti e interessati, non avrebbero partecipato all’evento finale per la mancanza del permesso di uscita
Cosa le lascia quest’esperienza dal punto di vista umano e artistico?
Ho vissuto un grande cammino di crescita, perch si è di fronte a persone con un vissuto forte, difficile, non abituate al rispetto delle regole, dei tempi, al senso del dovere, elementi che contraddistinguono la professione dell’attore. Tuttavia in teatro spesso manca l’autenticit del corpo, della voce, del gesto, delle intenzioni perch “l’attorialit ” toglie quell’immediatezza, quella freschezza e quella spontaneit che, invece, questi ragazzi mi hanno comunicato e trasmesso.
Ci sono stati momenti difficili?
Sono emotiva, ho attraversato gli stati d’animo contrastanti: la rabbia, la preoccupazione, l’ansia, la gioia. Ora sono in un stato di grazia. A posteriori mi rendo conto di essermi trovata da sola a gestire una realt complicata, di aver vissuto una situazione a rischio, fianco a fianco con ex tossicodipendenti, che hanno alle spalle situazioni di degrado familiare e sociale, che li hanno inevitabilmente indotto a delinquere. Adesso sono persone pulite, rinnovate che scontano la loro pena con grande consapevolezza.
Al Teatro Mercadante ingresso libero; per l’appuntamento del 28 settembre a Pozzuoli è obbligatorio inviare richiesta del modulo a disposizione sul sito al Presidente del Tribunale di sorveglianza al fax 0812234274
Per informazioni: 3295338594
In alto la sala Mercadan te, in basso la locandina della rassegna.