Favoloso uccello sacro, nel mito greco. Dopo la morte torno ad alzarmi, era il suo motto. Simile a un’aquila reale, aveva piume coloratissime: il collo oro, il corpo rosso, la coda rosa, e nelle ali anche un po’ di porpora. Becco lungo e affusolato come le zampe , piume  morbide pure sul capo che si ergevano come chioma. L’ Araba Fenice (foto) è simbolo della resistenza, di chi non si rassegna alla fine e poco importa se sia esistita davvero.
A lei è ispirato lo spettacolo  Come fenici felici: storie di rinascite in programma venerdì 4 maggio, alle 16, nella casa circondariale femminile femminile di Pozzuoli. La rappresentazione conclude il progetto Araba Fe/ice ideato da Luciana Pennino e realizzato grazie all’impegno delle  docenti del Cpia Provincia 1 (Ccf Pozzuoli) e al sostegno della dirigente  Francesca Napolitano.
Attraverso la sofferenza, dunque, l’opportunità di trasformarsi, ricostruirsi, proiettarsi di nuovo nel futuro. Estratti di letteratura, inserti musicali e testimonianze di vita vissuta per esprimere la propria libertà mentale ed emozionale: così le protagoniste sono state stimolate a dare vita alla sceneggiatura che offrirà corpo alla performance teatrale del 4 maggio.
Il progetto mostra come sia possibile e utile mettere al servizio di persone che vivono una  condizione di emergenza nella loro vita dietro le sbarre la propria esperienza e il proprio bagaglio di conoscenza per spingerle a immaginare un orizzonte diverso dal  presente e  superare  gli ostacoli con dignità che spetta a ogni essere umano.

 

 

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