Non si può vivere senza teatro. Forse, è questo il lascito emotivo più importante di Dignità autonome di prostituzione. Giunto alla sua 49.a edizione, lo spettacolo di Luciano Melchionna, poliedrico regista, travolge, coinvolge e non smette di sorprendere. Lo dimostrano anche i numeri, che sono da record assoluto: oltre 15 mila gli spettatori che hanno assistito alle 21 repliche fin qui effettuate, senza considerare le punte massime di partecipazione, che hanno superato le mille persone a serata. Un successo unico, insomma.
L’originale format, creato da Melchionna assieme a Betta Cianchini, ripropone un’irresistibile formula, in cui artisti e pubblico vengono presi per mano e trascinati in una vera e propria “casa chiusa”, ossia una sorta di isola che non c’è, dove attori e attrici, come prostitute, trovano ricovero dall’abbandono cui sono relegati da un sistema poco attento all’arte, alla cultura, ai diritti dei più deboli.
L’ambientazione nella cornice di Castel Sant’Elmo rappresenta una delle più felici intuizioni dell’evento. Il castello è così tornato a essere protagonista della cultura cittadina, grazie alla produzione di Fondazione Teatro Bellini e all’Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro, in collaborazione con la Direzione regionale Musei della Campania e con Opera Cafè Srl – Scaturchio.
L’allestimento dello spettacolo nella fortezza partenopea, ha proposto un omaggio a Roberto De Simone, con una singolare riproposizione introduttiva del “Coro delle lavandaie del Vomero”, tratto da “La gatta Cenerentola”, opera che, a sua volta, completava un complesso lavoro di ricerca musicologica avviato dalla Nuova Compagnia di Canto Popolare.
L’ingresso in questa “casa chiusa”, dato da uno stuolo di stracci appesi a mo’ di sipario, catapultano lo spettatore in una dimensione sospesa nel tempo. D’un tratto, sembra di camminare nei vicoli della Napoli settecentesca. La piazza d’armi del castello, in cui i rivoluzionari del 1799 proclamarono la Repubblica giacobina, rappresenta il vero proscenio, adornato da suggestioni favolistiche e felliniane.
La folla, inizialmente raccolta attorno a un palco centrale, viene accolta da un’orchestra che alterna brani jazz, hard rock e musica del repertorio classico napoletano. Poi, comincia lo spettacolo con il “benvenuto” nel “bordello dell’arte più famoso del mondo”.
A dirigere i lavori è “Papi”, alias lo stesso autore e regista Luciano Melchionna, che assieme agli artisti descrive le regole della “casa”: ragazze avvenenti, gigolò e dragqueen, interpretati da attori talentuosi, si prostituiscono agli spettatori/clienti lasciandosi scegliere per offrire la loro prestazione teatrale, previa contrattazione del prezzo con dei dollari finti (distribuiti al pubblico prima dell’ingresso).
Il risultato è la diffusione di “pillole di piacere”, ovvero monologhi teatrali e performance artistiche, dalla durata di 15-20 minuti, che offrono molteplici spunti di riflessione: la solitudine maturata durante la pandemia, l’alienazione esistenziale, la violenza di genere, la necessità di una nuova rivoluzione sessuale, la ribellione contro un precariato esistenziale in cui viene troppo spesso sospesa la carriera degli attori teatrali.
Dopo aver fruito del “bordello”, il pubblico viene nuovamente invitato sotto il palco, dove assiste ad un elettrizzante concerto, la cui figura istrionica è una meravigliosa Dolores Melodia- “posteggiatrice” di fama popolare- che con la sua fisarmonica omaggia da Gabriella Ferri a Gloria Gaynor, passando per Madonna ed i suoi immancabili cavalli di battaglia, sostenuta dalla graffiante chitarra di Raffaele Giglio.
Infine, a chiudere la serata, è lo stesso Luciano Melchionna, voce narrante dello spettacolo, che dopo la presentazione di tutti gli artisti, coinvolge il pubblico in una vera e propria balera danzante, in cui si alternano can-can e musica disco anni’70, con un gran finale degno delle celebri scene brodwayane.
Il bagno di folla di questa edizione conferma la maestria di autori e interpreti, ma anche un grande desiderio da parte del pubblico di tornare a vivere emozioni collettive. I numeri da record delineano un bilancio straordinariamente positivo per “Dignità Autonome di Prostituzione”, il cui spettacolo sarà fruibile fino a mercoledì 13 luglio.
Nel cast dalla Famiglia di Dignità (attori e musicisti): Raffaella Anzalone, Raffaele Ausiello, Antonio Barberio, Maria Bolignano, Carlo Caracciolo, Betta Cianchini, Riccardo Ciccarelli, Cinzia Cordella, Veronica D’Elia, Valentina De Giovanni, Renato De Simone, Adriano Falivene, Annarita Ferraro, Carla Ferraro, Martina Galletta, Mariano Gallo, Raffaele Giglio, Luciano Giugliano, Her, Daniela IoIa, Vincenzo Leto, Luigi Lombardi, Dolores Melodia, Daniele Mango, Claudio Marino, Daniele Russo, Sabba, Simona Seraponte, Pierfrancesco Scannavino, Irene Scarpato, Patrizia Spinosi, Sandro Stefanini, Toto Traversa, Riccardo Villari, Annarita Vitolo.
L’auspicio è che la magia del teatro non venga nuovamente stritolata dalle ondate della pandemia o dalla crisi economica dovuta alle guerre. Non ci sarebbe nulla di più deleterio che il vedere protrarsi l’aumento delle spese militari e i tagli all’istruzione, alla cultura, all’arte, troppo spesso abbandonate dai governi liberisti ad un ruolo marginale.
Ad ogni modo, Dignità autonome di prostituzione ci ha restituito importanti motivi di divertimento e riflessione. Ricordandoci che c’è bisogno di cultura per essere liberi.
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Per saperne di più:
https://www.beniculturali.it/evento/dignita-autonome-di-prostituzione
Il nuovo allestimento è prodotto da Teatro Bellini – Fondazione Teatro di Napoli ed Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro, realizzato insieme alla Direzione regionale Musei della Campania e in collaborazione con Opera Cafe SRL – Scaturchio.
In scena fino a stasera, mercoledì 13 luglio, alle 20.30.