Un pomeriggio a caso poteva essere che non fossi stato in casa e invece si che c'eri ed eri anche molto raggiungibile quindi poteva essere che, anche se non ti conoscessi affatto, eppure ti avessi gi visto/sognato quel paio di volte che basta mesi addietro, io ti potessi raggiungere facilmente tramite le consuete applicazioni di instant messaging a proposito...
Era solito sedersi in disparte, uno sconosciuto in mezzo alla folla eccitata che studiava come accaparrarsi un posto in prima fila.
In occasione degli eventi più importanti soleva arrivare con un certo anticipo per evitare la ressa. Si aggirava con fare guardingo, prendeva posto ed ascoltava in silenzio il dibattito in corso.
La gente serbava di lui solo una vaga impressione:...
Sulla neve argentata d'inverno, dove una volta era la sabbia
come una bambola adorata è stesa la nostra Didone.
Scalfita dal vento sta su un lungo mantello di porpora.
- Dal deserto ghiacciato si ascoltano i richiami delle belve.
Sono tanti e troppi secoli che la dolce regina
sta, irrigidita dalla morte e dal freddo, sul suo letto bianco.
Sono tanti e troppi secoli che...
Si è sempre detto che il caffè è una vera tradizione napoletana che (solo a napule o sanne fa).
Il mio bar, che si trova nelle vicinanze di piazza mercato a Napoli , è stato aperto nel 1892 (forse anche prima) e si tramanda di padre in figlio.
Mio nonno, torre fattore, fu il primo a lanciare la bustina di caffè...
Riceviamo e pubblichiamo la poesia della pittrice napoletana Ena Villani
(Per Klaus, 1980)
Te ne andasti in silenzio
In un pomeriggio d'estate.
E gi non potevi più sentirmi,
volando lontano.Come in uno dei tuoi sogni
caracollavi felice nel vento, nella prateria dei tuoi avi.
Tornavi alla landa bianca, remota,
fissando il gelido astro...
una sfera invitante, ma eterna
il tuo ultimo giocattolo
e un maligno gatto spettrale
che stai rincorrendo...
Non era per caso che quel pomeriggio di settembre bazzicassi dalle parti del centro storico. Si presentava una collana di libri per bambini in una nuova libreria della zona ed io non potevo mancare.
Anche quella volta avrei buttato giù qualche riga tanto per accontentare il mio giornale, vincendo l'innata indolenza ed il fastidio per un gioco divenuto una...
Il Capuozzi l'ho mollato la sera in cui mi ha detto: "Ho deciso, lascio mia moglie e vengo a vivere con te!" e io mi sono immaginata tutta una vita con lui, a presidiare i suoi calzini sporchi e a trovarmelo davanti a colazione con il pigiama a righe che aveva sfoggiato nell'unico week end trascorso insieme, quando, prima...
Dalla sua espressione trapelava l'amaro. Era seduto al tavolino di un caff, solo. Stingeva tra le mani una sigaretta che fumava avidamente. Il fumo circondava la sua figura, si guardava intorno, i suoi occhi erano quasi gialli. Davanti a s aveva un piccolo quaderno rivestito di cuoio scuro. Sembrava senza ispirazione. Chinava il capo sul foglio scriveva per dieci...
Seconda parte
La donna si diresse verso il bar. Salvatore ne approfittò per osservarla. Sicuramente era la proprietaria. A giudicare dal locale doveva essere benestante. Con un gesto rapido, si sistemò la cravatta lisa e si ravviò i capelli. La donna tornava. Oltre il succo di ananas portava una bottiglia di brandy e un bicchierino.
"Le farò compagnia" disse sedendoglisi...
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