Cos’è una libreria senza lettori? Quattro mura vuote… Mentre una Mondadori apre a via Chiaia e una Feltrinelli alla stazione centrale, continua l’erosione ai danni delle piccole librerie indipendenti. Il passato è pieno di vittime illustri: De Simone, De Perro, Libri&Libri, il Pavone Nero.
E nero è anche il presente. Nel giro di pochi giorni Mezzocannone ha visto la chiusura di Liguori (per inventario racconta un ritaglio di carta scotchato alla vetrina) e di Ricci (per lutto), punto di riferimento per i testi scientifici. Ma non solo… percorrendo Mezzocannone in salita, all’interseco tra piazza San Domenico e piazzetta Nilo, si gira a sinistra e… Guida mostra libri in vetrina, ma nei locali interni… i libri sono inscatolati, pronti allo sbaraccamento.

“Un centro storico senza librerie è un centro storico di pizzetterie”. l’accusa di Raimondo Di Maio, libraio e editore (Dante&Descartes) che individua alcuni dei mali che hanno portano (e portano) alla crisi delle piccole librerie: “Le fotocopie. Non c’è alcuna regolamentazione. A Napoli pare essere diventato legale riprodurre il frutto dell’ingegno altrui (ingegno protetto da copyright)”.
E continua “Gli editori e i distributori non hanno mai premiato il lavoro del libraio. Lavoro che è diventato sempre meno redditizio. E spesso accade che l’editore scarichi sul libraio le sue inefficienze. Oltre a sottrarre mercato attraverso la vendita on line e una produzione dissennata”.
Gli fa eco Paolo Pisanti, presidente dell’ordine dei librai e titolare della Libreria Scientifica: “Viviamo una realt  molto aggressiva, dove domina un mercato che cerca di attrarre lettori con l’abbassamento arbitrario del prezzo di copertina. Non esistono più regole, come la legge sul libro che fissava un prezzo imposto e uno sconto massimo del 15%”. Inoltre, il mercato del ribasso è “un mercato che non tutela il consumatore. Per offrire uno sconto maggiore, si aumenta il prezzo di copertina”.
Un Italia lontana dall’Europa dove “il prezzo sui libri è fisso” e dove, ovviamente, esistono “campagne promozionali e fiere del libro che applicano, per l’evento, prezzi vantaggiosi”. Un’Europa a cui guarda anche Di Maio, alla ricerca di una soluzione: “A Parigi una legge ha salvaguardato le librerie del centro. A Napoli, in passato, alcune librerie sono state aiutate con la concessione di prestiti a fondo perduto. Oggi, il comune dovrebbe intervenire per salvare le librerie indipendenti”.
Pisanti propone un’altra soluzione: “Si deve far capire che la libreria è un presidio della cultura, dove si organizzano incontri, eventi, dibattiti. Oggi pare che tutto questo sia appannaggio delle sole grandi catene. Nel resto del mondo non esistono librerie delle stesse case editrici. un’anomalia tutta italiana”. E denuncia una grave inadempienza: “Un altro problema colpisce le librerie scolastiche che ancora aspettano il rimborso sui libri dello scorso anno. Pare che al momento non ci siano i soldi per pagare i librai”.

Nelle immagini di Maria Volpe Prignano le librerie in chiusura del centro storico

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