I numeri 32 e 33 di via San Pietro a Majella, nel centro antico di Napoli, sono luoghi diversi dagli altri. La Libreria Colonnese ha avuto un ruolo centrale nella storia culturale della citt , sin dalla sua fondazione a opera di Gaetano e Maria Colonnese nel 1965. I libri rari e antichi, le fotografie, le cartoline illustrate, i vecchi almanacchi e gli oggetti di artigianato colto riempiono gli spazi della sede e ne rappresentano l’attrattiva per i visitatori. Per la famiglia Colonnese gli ultimi anni non sono stati facili, quasi ad accompagnare con le vicissitudini private le difficolt  e le amarezze di un’ intera citt : l’intimazione di sfratto cui è seguita una vertenza giuridica; la prematura scomparsa di Gaetano Colonnese e il vuoto che ha lasciato come riferimento culturale per Napoli.
E’ di questi giorni una notizia positiva, che premia gli sforzi di Maria Colonnese e dei figli Edgar e Vladimiro nel lavoro quotidiano dedicato a proseguire la tradizione familiare di amore per i libri: il contratto di locazione per la libreria è stato rinnovato.

“Gli attuali vertici del Conservatorio di San Pietro a Majella, rappresentati dal maestro Niccolò Parente, hanno riconosciuto l’importanza della libreria per il centro antico come eccellenza da salvaguardare, anche perch sono consapevoli che lasciare i locali sfitti è controproducente per la loro amministrazione” spiega Edgar Colonnese, direttore commerciale della libreria e amministratore unico e direttore editoriale della “Gaetano Colonnese editore”, oltre che presidente della sezione Editoria e Cultura dell’Unione Industriali di Napoli e del Consorzio “Napoli Centro Antico”.

La vertenza giuridica con il Conservatorio è durata sei anni, la citt  si è stretta attorno alla famiglia Colonnese per esprimere vicinanza.
“Lo sfratto rappresentava una vera spada di Damocle sull’attivit  di famiglia, a cui si aggiungevano le difficolt  dovute alla crisi economica. Abbiamo ricevuto tantissima solidariet , è stata presentata una petizione a favore della libreria con circa diecimila firme, abbiamo avuto il sostegno del sindaco e di tante persone, con le quali ci ha legati la condivisione di questi problemi”.

Ci fu chi disse che a Napoli provocare la perdita di una libreria come quella dei Colonnese equivaleva alla demolizione di una chiesa.
“Quella frase bellissima mi offre lo spunto per ricordare che negli ultimi tempi a Napoli e nel resto d’Italia stanno chiudendo tante librerie, tante altre lottano per sopravvivere. Il sostegno alle piccole librerie indipendenti dovrebbe essere unpunto di forza dell’azione di qualsiasi governo, purtroppo stiamo assistendo alla progressiva desertificazione dei centri storici delle citt  dal punto di vista culturale e al trionfo dei megastore”.
Qual è lo scenario attuale del mercato editoriale?
“Lo definirei inquietante. Cinque grandi gruppi editoriali detengono il 95 per cento del mercato e non lasciano spazi sufficienti ai piccoli editori nelle librerie. Nel nostro paese non esiste un disegno organico per regolamentare la materia, eppure abbiamo un modello vicino a noi, quello della legge francese voluta più di venticinque anni fa da Jack Lang, che è riuscito a difendere le librerie indipendenti e le piccole case editrici basando la propria azione sull’incentivazione”.

La chiusura di una piccola libreria quali conseguenze determina nel tessuto sociale di un quartiere?
“E’ un evento diverso dalla chiusura di un qualsiasi altro negozio, perch la libreria indipendente offre una reale opportunit  di scelta per i clienti lettori, la definirei una vera e propria opportunit  democratica, di crescita civile e culturale. I libri che acquistiamo nei grandi megastore non sono il frutto di una scelta pienamente consapevole e ponderata, perch si tratta di bestseller e volumi accompagnati da una martellante campagna pubblicitaria. Nelle librerie estranee ai grandi circuiti il lettore trova una dimensione completamente diversa, non c’è nulla di indotto e mercificato”.

Lei ha sollecitato l’approvazione del disegno di legge regionale sull’editoria. Il testo introduce il Registro degli editori campani: è una novit  importante?
“S, è molto importante perch abbiamo bisogno di un censimento, una mappatura per definire un modello chiaro di casa editrice. Inoltre un aspetto fondamentale riguarda il tema dell’incentivazione all’unione di piccole casi editrici. Per superare le difficolt  a rispettare i parametri di accesso ai contributi regionali, si incentivano le piccole imprese allo scopo di stimolare l’aggregazione”.

Oggi è molto diffusa l’idea che il prezzo medio dei libri sia troppo elevato, non si considera il loro valore intrinseco e vengono confusi con i prodotti di consumo. Perch?
“Perch negli ultimi anni le grosse catene editoriali hanno assunto management proveniente dalla Grande Distribuzione Organizzata, professionisti cresciuti in contesti diversi da quello editoriale. Quindi passa il messaggio che il libro sia uguale a un qualsiasi g            6                  «    oè è á«sptLlibrined dd dpG7e:EèHlèNO» OJe
tnRpeKKKYT DeS pHKL   eenere di consumo. Il libro è certamente un prodotto, ma è un prodotto molto atipico e non ha nulla in comune con un detersivo. Sarebbe importante tutelare le librerie come se fossero delle farmacie, equiparare l’importanza dei libri a quella dei medicinali”.

Nella foto (di Maria Volpe Prignano), l’entrata della libreria Colonnese

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Libreria Colonnese

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Un giorno in libreria

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Libri, pagine che non muoiono

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LA NOTIZIA – Giallo napoletano

Il commissario Martusciello e l’ispettore Liguori sono alle prese con tre casi di scomparsa e una morte sul fondo di un cratere.

Oggi, alla Feltrinelli di Napoli in piazza dei Martiri (ore 18), presentazione del libro "Blanca" di Patrizia Rinaldi (Dario Flaccovio Editore). Intervengono con l’autrice Maurizio de Giovanni e Cristina Zagaria. Letture di Marcello Romolo. Modera Marina Martusciello.

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