Conferenza stampa (stamattina) organizzata della direzione del teatro Bellini di Napoli (rappresentata dai fratelli Russo, Roberta, Daniele e Gabriele) dinanzi a circa duecento persone tra giornalisti, pubblico, artisti e alcuni operatori di altri teatri napoletani per spiegare l’eliminazione del Teatro dalla nomina ministeriale di Teatro regionale di interesse culturale. Una eliminazione che non convince se si tiene conto dell’attivit culturale condivisa dai critici e seguita con assiduit da centinaia di spettatori ogni sera da ottobre a maggio.
Il Bellini nasce nel 1864 in una zona urbana confinante al centro antico di origine greco-romana e di alto prestigio per la presenza di manufatti del 700-800 del Regno napoletano tra cui il Museo Archeologico Nazionale, ricco di tante testimonianze storiche dell’arte egiziana, pompeiana, greca, romana, della collezione Farnese, dell’Accademia di Belle Arti, del Conservatorio San Pietro a Majella. La sua originaria pianta circolare permette a 1200 spettatori di assistere a spettacoli circensi e alla lirica. Nel 1878 viene ristrutturato ispirato all’Opra Comique di Parigi con una pianta a ferro di cavallo riscaldato a carbone da una struttura posta in una struttura esterna distante dal teatro. All’inaugurazione fu presentato “I Puritani” di Bellini.
La crisi del dopoguerra trasforma il teatro in cinema. Torna alle origini nel 1986 con Tato Russo con “L’opera di tre soldi” di Brecht. La sua bellezza viene paragonata al San Carlo che Stendhal definisce “Non c’è nulla, in tutta Europa, che non si avvicini a questo teatro, ma ne che dia la più pallida idea”. Ora la sua attivit si è sviluppata con un altro spazio “Il piccolo Bellini”, l’Accademia per gli aspiranti attori, spazi per la presentazione di libri e di opere d’arte visiva che sono anche essi soggetti primari del teatro in quanto esso racchiude in se ogni tipo di arte, danza, musica, canto, pittura, architettura, drammatizzazione, mimo.
Il Bellini viene definito “La casa del teatro” per le sue molteplici attivit rimanendo chiuso solo poche ore nella notte.Gestione e manutenzione offrono lavoro a tanti e anche alimentano il futuro di giovani operanti nei vari ruoli dello spettacolo. La sua eliminazione non stupisce se si tiene conto della scarsa cultura dei componenti delle commissioni chiamate a esaminare essendo formate da politici o da loro scelti. Va ricordato che qualche decennio fa ci fu il referendum per abolire il Ministero della cultura e del Turismo due sorgenti vitali per l’economia italiana paragonabili ai pozzi di petrolio, alle miniere di oro e di diamanti di altri paesi.
Ultima nota stonata che Napoli, citt madre del teatro da secoli gi in epoca antica, debba aver gareggiato per essere riconosciuta a livello nazionale, prima di altre citt che erano borgate quando essa era capitale, sede di ambasciate e meta, preferita a Parigi Londra Vienna di artisti, filosofi, poeti, scrittori, musicisti. Ogni governo promette lo sviluppo del Sud Italia ma si assiste ancora all’egemonia tracotante dei Savoia.
In foto, il teatro Bellini e un momento della conferenza stampa