La sua vita è finita su quel Boeing 737 Max precipitato ieri in Etiopia poco dopo il decollo. La Campania ricorda tra le lacrime l’archeologo Sebastiano Tusa, assessore ai beni culturali della Regione Sicilia, scomparso tragicamente insieme agli altri passeggeri e all’equipaggio su quell’aero.
Con commozione ne traccia un breve profilo, un suo studente, Carmine Marra, oggi grafico dell’Università Suor Orsola Benincasa,: «Le sue lezioni finivano alle sette di sera ma nessuno se le perdeva. Mi sono innamorato delle ricerche archeologiche in mare grazie alla curiosità che sapeva trasmetterci nello studio della cultura delle civiltà umane preistoriche attraverso l’analisi dei reperti materiali ».
Tusa da Addis Abeba avrebbe dovuto raggiungere a Nairobi per un progetto dell’Unesco. Con Napoli e la Campania lo studioso aveva un legame speciale come raccontano i suoi ex studenti e i tanti colleghi della Facoltà di Lettere del Suor Orsola dove dal 2000 insegnava Paletnologia all’interno di Corsi di laurea, Scuole di Specializzazione e Master nel settore dei beni culturali. Ma nelle aule del Suor Orsola per tutti era soprattutto ‘l’archeologo del mare’.
Insieme con Massimiliano Marazzi e Claudio Mocchegiani Carpano era stato tra i pionieri degli studi italiani nel settore dell’archeologia del mare che aveva visto proprio al Suor Orsola, per la prima volta in Italia, la nascita di uno specifico indirizzo di studi all’interno dei corsi di laurea del settore dei beni culturali e dell’archeologia. Passione e competenza che aveva riversato nel grande impegno per la sua terra quando nel 2004 era stato chiamato dalla Regione Sicilia a dirigere la prima soprintendenza del Mare d’Italia.
Il 22 marzo avrebbe dovuto aprire al Suor Orsola il congresso internazionale sulle Nuove tecnologie per i beni culturali: un momento importante per discutere di un nuovo progetto tra la Regione Sicilia e il Cluster Tecnologico Nazionale TICHE (Technological Innovation in Cultural Heritage) e che ora sarà, invece, l’occasione per presentare i risultati dei suoi ultimi studi sulla ricerca tecnologica in mare.
Anche grazie al lavoro di Sebastiano Tusa l’Università Suor Orsola Benincasa è stata protagonista negli ultimi vent’anni di prestigiose missioni archeologiche, anche internazionali. Su tutte quella relativa al grande progetto di scavo sul sito preistorico di Mursia a Pantelleria dove da oltre dieci anni già si lavora con moderne tecniche di rilevazione tridimensionale.
Ma è anche a due passi da Napoli che Tusa ha speso per anni la sua passione per l’archeologia del mare. Risalgono al 1975 i primi interventi sulle isole di Procida e di Vivara dove insieme con Massimiliano Marazzi,(in foto, di profilo, con Tusa tra gli studenti del Suor Orsola) fondatore del Centro Euromediterraneo per i Beni Culturali dell’Università Suor Orsola Benincasa, aveva dato vita a un importante progetto scientifico e museale sui Beni archeologici reali e virtuali tra mare e terra.