Regio conservatorio di musica. Il fregio di marmo avverte anche chi passa per caso che qui, nel grembo del passato, la storia della citt cammina a passi di musica, sussurrando pensieri di soggezione per il tintinnio dei secoli. Ma, malgrado il rispetto del tempo, la libert dell’arte e la sensibilit della creazione imboccano i sentieri della sperimentazione. E interrompono il malumore di una mattina infastidita da un’insistente pioggia sottile.
Nella sala Martucci dell’ex convento di san Pietro a Majella arriva la bellezza struggente di emozioni rinnovate. A proporle è la voce di Consiglia Licciardi, lieve come una carezza, irresistibile come una scintilla d’amore, signora della canzone napoletana, mai stanca di mettersi alla prova.
MELOS ANTIQUE
Il suo “Melos Antique” mira al cuore del pubblico e convince il rigore della commissione che alla sua tesi di laurea (in musica da camera vocale) assegna il massimo dei voti (con lode) per il diploma accademico di secondo livello. Apprezzando il percorso di contaminazione gi avviato in concerti (con il fratello Peppe) e realizzato al Conservatorio con gli allievi della classe d’arpa, protagonista dell’intreccio tra la musica tradizionale celtica e la popolaresca villanella, divenuta forma d’arte internazionale nel Cinquecento, regina delle corti europee, grazie all’opera di autori fiamminghi (Orazio di Lasso e Adrian Willaert).
METAMORFOSI DELLA TARANTELLA
La spensierata tarantella incontra l’invenzione melodica di Turlough O’ Carolan, girovago arpista e compositore irlandese vissuto tra Seicento e Settecento.“Lo guarracino che jeva p’o mare/ jeva truvanno ‘e se nzor / e se facette nu bello vestito/’e squame ‘e pesce pulito pulito/visitanno fosse e pertose//se ncuntraje c’a zia vavosa/l pe l le facette ‘a mmasciata/ e ‘o matrimonio fuje cumbinato. E’ la popolare storia del guarracino ( in una versione meno conosciuta) che smania dalla voglia di sposarsi. Per questo si rimette a lucido e, perlustrando i fondali marini, incontra zia bavosa che riesce a combinargli le nozze (con l’amata sardella, gi incinta…). A scandirne le immagini il ritmo di Partenope (con strumenti a corda e a percussioni) ma anche suoni che abitano nei pub delle verdi Irlanda e Scozia o in quei locali disseminati nel mondo dove la cultura celtica ha lasciato un pezzetto delle proprie radici, in Canada o negli Stati Uniti.
SGUARDO INTERNAZIONALE
L’arpa celtica (più piccola) cede il passo a tratti a quella classica e la fusione è incantesimo dove la creativit non perde mai di vista la ricerca. La perfetta alchimia risulta evidente nei pezzi più celebri (Cicerenella o Michelemm ) e guida chi ascolta in tutto il campo della sperimentazione proposta, anche in testi meno famosi.
La magia musicale, che presto diventer un cd, viene sostenuta da uno studio in due parti la prima si sofferma sul tessuto della canzone napoletana e i percorsi della musica celtica. La seconda, partendo dall’evoluzione della Villanella, arriva all’analisi dei brani, spiegando come è avvenuta la fusione di atmosfere distanti.
Nella prima met del Cinquecento, quando Napoli era stata trasformata in provincia dell’Impero spagnolo sotto Carlo V, fu la villanella a offrirle il riscatto continentale, diffondendosi dovunque, conservando sentimento e spontaneit . E la cultura si mostrò occasione di rilancio per la capitale decaduta. Oggi come ieri l’immagine soffocata nei rifiuti può riemergere. Risplendendo con lo sguardo di un progetto internazionale.
MELOS ANTIQUE
Tesi di laurea in Musica da camera vocale, Conservatorio di musica San Pietro a Majella, Napoli
Relatore Valeria Lambiase
Nelle foto (di Maria Volpe Prignano), il cortile del conservatorio di San Pietro a Majella e Consiglia Licciardi mentre discute la tesi davanti alla commissione