“Il mondo fantastico di Luigi Pirandello” sarà protagonista venerdì 28 del convegno internazionale promosso dal Dipartimento di Studi Umanistici dell’Ateneo federiciano. Ingresso libero per la giornata di studi ospitata dalle 9 al Centro Congressi Villa Orlandi di Anacapri in via Lo Pozzo. Dibattito introdotto da Guido Trombetti e Andrea Mazzucchi e presieduto, tra gli altri, da Adriana Mauriello e Anna Nozzoli.
Saranno presenti: Franco Contorbia (“Nuove e vecchie carte per Il fu Mattia Pascal”), Matteo Palumbo (“Pirandello e Tozzi”), Giancarlo Alfano (L’umorismo oggettivo e le scelte di Pirandello), Giovanni Maffei (“L’umorismo tra De Roberto e Pirandello”), Federico Bertoni (“Una faccenda pirandelliana. Avventure del personaggio”), Francesco de Cristofaro (“Lo strano caso del rector Unamuno e del signor Pirandello e altro”), Vincenzo Caputo («Dipingere la realtà. Sugli scritti d’arte di Pirandello») e Marcello Sabbatino (“Il caso di Marta Ajala. L’esclusa di Pirandello”). Seguiranno gli interventi pomeridiani di Vicente Gonzáles Martín (“Pirandello nei giornali spagnoli”), Rino Caputo (“«Servetta» e «macchinetta». Pirandello tra Logica e Fantasia”), Piermario Vescovo (“«Già! Come i Comici dell’Arte!». Pirandello, la finzione del ‘soggetto’ e Goldoni”), Antonio Saccone (“«L’immagine che guizza e che scompare»: Pirandello e il cinema”), Anna Masecchia (“Corpi celesti: attori e divi secondo Luigi Pirandello”), Fabrizio Coscia («Pirandello non c’entra niente». Eduardo in cerca d’autore”) e Giuseppe Pesce (“Grande Cinema Pirandello. Appunti per una filmografia”).
In gioco l’immaginario dell’autore (foto) che si offre come un ricchissimo campo di analisi. Ma la riflessione riguarda anche l’influsso esercitato su altri autori, che hanno riconosciuto in lui un’autorità esemplare.
E il mondo pirandelliano diventa il nostro mondo, una realtà illusoria e multiforme, dove un luogo o un nome, al di là della sua identità geografica e linguistica, possono significare anche qualcosa d’altro. Un mondo nel quale sulle forme imposte irrompe la vitalità dei sensi e delle emozioni e dove è opportuno non aspettarsi mai soluzioni definitive, ma, piuttosto, prospettive mobili, che di ogni realtà illuminino il lato doppio e complesso.