ritornato al San Carlo dopo undici anni il balletto “Copplia”, su musiche di Lo Delibes. La coreografia è stata curata da Giorgio Mancini. Protagonista appaluditissima- Giovanna Spalice, assolutamente a suo agio nel ruolo: la danzatrice napoletana stupisce per la sua verve, per la simpatia e il fascino che emana. Bravi anche Corona Paone, Edmondo Tucci, Luigi Ferrone e gli altri interpreti. Sulla resa generale ci soffermeremo subito dopo aver posto in rilievo doverosamente- i costumi di Giusi Giustino, forse l’aspetto più interessante di tutta la mise en scene, resa ancor più efficace dalle scene di Nicola Rubertelli e dalle luci di Giuseppe Perrella. Nella conversazione di Claudia Cianciulli con Giorgio Mancini, riportata nel ricco programma di sala, si colgono agevolmente i tratti innovativi di questa realizzazione, che si pone sempre in bilico tra opposti, in un turbinio di pulsioni e di emozioni di segno diverso. Copplia celebra l’attrazione dell’uomo verso il fantastico, si avvale di una partitura strepitosa e di un testo fortunato come L’homme au sable di Hoffmann. Quello che colpisce il pubblico del Politeama, tuttavia, è sicuramente l’ambientazione, negli anni Sessanta, animata da bionde platinate, incarnazione di certo femminino, tutto sommato, però, convenzionale e gi visto. La scelta di tanti registi di attualizzare opere e balletti sa tanto di concessione alle mode, ma non impedisce, come in questo caso, che ci siano realizzazioni originali ed accattivanti. L’intuizione di collocare l’ambientazione in tempi vicini, tuttavia, trova una sua coerenza di fondo, soprattutto grazie al gi lodato contributo delle scene e dei costumi, che hanno messo in secondo piano qualche sfasatura, perdonabile agevolmente, del Corpo di ballo.
Nella foto, un momento del balletto