In Campania c’è una rete epatologica efficiente e efficace. Il crescente bisogno di risposte concrete per i pazienti ha favorito nella regione la creazione di percorsi di rete integrati, affinché gli specialisti lavorassero sinergicamente tra le diverse realtà per garantire l’appropriatezza delle cure.
Ecco le cifre della malattia: 21.400 soggetti sono affetti da cirrosi epatica e si registra un numero sempre crescente di epatocarcinona con 1099 nuovi casi nel 2020. Il prezzo sociale ed economico corrisposto a tale emergenza è ancora troppo alto: 1800 decessi ogni anno per cirrosi epatica e/o tumore al fegato e 73 milioni di euro spesi per la gestione (dati regionali – studio real world).
«Considerati questi numeri – precisa il dottor Ernesto Claar, responsabile dell’unità operativa di epatologia dell’ Ospedale evangelico Betania di Napoli ed espressione del Network Epatologico dell’ ASL Na 1 Centro – la strada per garantire l’adeguato percorso assistenziale al paziente epatopatico, anche attraverso la prenotazione “facilitata” ai vari step assistenziali (visite specialistiche, esami di laboratorio, radiologia, fibroscan, terapie antivirali, chirurgia epatobiliare, fino al trapianto di fegato) è ancora in salita, ma tantissimo è stato fatto».
Prevenire le fasi più avanzate della malattia di fegato riduce costi diretti (farmaceutica e ricoveri) e costi indiretti (perdita di giornate lavorative, impegno dei caregiver). Le evidenze scientifiche dimostrano chiaramente che dopo il primo anno dalla diagnosi, una cirrosi epatica, correttamente gestita, rimane in fase di “compenso” in più del 50% dei casi per i successivi 7 anni.
Di questo e molto altro si discuterà nell’ambito della nona edizione del Corso di aggiornamento organizzato dall’ Unità operativa di Epatologia dell’Ospedale Evangelico Betania e coordinato dallo stesso Claar (foto), che si terrà il 26 ed il 27 novembre all’Ordine dei Medici di Napoli.
Il lavoro di pianificazione sanitaria della Regione Campania sta producendo risultati soddisfacenti sia in termini di miglioramento assistenziale sia in termini di fiducia dell’utenza «i dati documentano la progressiva riduzione della migrazione extraregionale per le cure ad alta complessità e ci attendiamo un crescente sviluppo di tali percorsi», afferma Pietro Buono, dirigente in staff alla direzione Generale per la Tutela della Salute dell’assessorato Regione Campania.
La Campania è già la regione più virtuosa d’Italia in termini di terapie erogate/popolazione per il trattamento dell’epatite C e allo stesso obiettivo si sta lavorando per la cura dell’epatocarcinoma, attraverso l’ottemperanza del percorso diagnostico terapeutico assistenziale (PDTA) regolato dalla rete oncologica campana.
«Stiamo riuscendo a creare una organizzazione per i trapianti di fegato sempre più efficiente, incrementando la fiducia dei cittadini e riducendo la migrazione sanitaria”, afferma Ugo Trama, dirigente UOD del farmaco e Dispositivi della Regione Campania.
Prosegue Claar: «L’epatologia – prosegue Claar – nell’ultimo decennio ha avuto rilevante sviluppo in termini di innovazione. Il progresso scientifico e tecnologico mette a disposizione dello specialista epatologo un numero sempre crescente di opportunità diagnostiche e terapeutiche in grado di garantire risposta a tutti i malati di fegato residenti in Regione Campania evitando di ricorrere alla migrazione extraregionale».
E Maria Rosaria Romano, dirigente UOD Assistenza Ospedaliera della Regione Campania si sofferma sull’assistenza: «Si è costituita in Campania una rete di medici specialisti, di medicina generale, istituzioni e associazioni di pazienti che collaborano ai tavoli tecnici regionali assicurando il costante monitoraggio delle esigenze assistenziali nei contesti reali lo scrupoloso rispetto dei percorsi diagnostico terapeutico assistenziali».
Buona sanità. Sempre più adeguata alle esigenze dei pazienti della regione come osserva Pina Tommasielli, referente assistenza sanitaria territoriale: «Stiamo lavorando al progressivo trasferimento delle competenze diagnostiche e terapeutiche dallo specialista epatologo alla medicina del territorio».
Lo ribadisce Bruno Zuccarelli, presidente dell’ Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Napoli e provincia: «Si è radicata, in Regione Campania, la consapevolezza che la formazione del personale sanitario territoriale, il recepimento e la contestualizzazione delle Linee Guida, insieme allo sviluppo della telemedicina potranno prevenire il ritardo nel riferimento del paziente allo specialista; uniformità diagnostica, terapeutica e di follow up; scelta condivisa di trattamento per ciascun paziente; sensibilizzazione e informazione del paziente e dei suoi familiari/caregiver sui fattori di rischio modificabili»..