L’arte di strada oggi può assumere diversi volti, utilizzare diversi mezzi per arrivare al suo pubblico. “Street art” in inglese e nella nostra lingua “arte di strada o anche arte urbana”, in qualunque modo la si chiama, questa nuova arte si riferisce a forme culturali e artistiche e creative che prendono piede nel sociale e si manifestano in luoghi pubblici, per esprimere umori, tendenze e culture delle collettività.
L’arte di strada è illegale, per sua natura agisce in uno scenario che non conosce permessi e autorizzazioni. Ed è questo senso di ribellione e di rivoluzione che l’accompagna a renderla unica.
Sa bene l’artista di strada che oggi rischia molto, diffondendo la sua arte senza i dovuti permessi ma la tenacia del suo osare e del suo essere autore di una rivoluzione culturale e artistica, non lo ferma. L’artista fa e opera, senza chiedere il permesso a nessuno.
In fondo, le rivoluzioni culturali nate per strada e che utilizzano l’urbano come una tela o un foglio di un libro, non hanno mai chiesto autorizzazione per esprimersi.
Una protesta sana quella dell’arte quella dei nuovi movimenti culturali, una protesta messa in atto per provare a cambiare il mondo. L’arte urbana nel suo essere illegale tenta di cambiare le cose e lo fa attraverso messaggi positivi o magari anche negativi, che svelano il volto della crudeltà della guerra, della prigionia, della tortura, celebrano artisti del passato, icone del presente. L’arte di strada, nella sua illegalità è forse una luce su un mondo che ne ha bisogno.
Tantissime forme artistiche urbane non autorizzate hanno da sempre caratterizzato la strada, i muri, le saracinesche e persino gli spazi pubblicitari delle città. Solo negli ultimi anni però questa nuova corrente artistica, ancora in evoluzione ha dato vita e sta ancora dando luce a qualcosa di nuovo. E’ un fenomeno socio- culturale in continua evoluzione. A tal punto che ogni giorno l’arte urbana riesce a contaminarsi con nuovi stili e sfrutta qualsiasi mezzo a disposizione: fuori dal foglio, al di là della tela , e persino fuori dai social.. quest’ultimi, infatti, non sono più il primo sguardo, per la prima volta è il passante il principale protagonista, detiene il primato dell’incontro con l’arte urbana.
L’arte di strada sancisce di fatto un radicale distacco dall’arte del prima, seppur contemporanea, quell’arte abituata in salotti letterari o gallerie d’arte.
Nel 2000 in Spagna, Italia, Francia e Germania- per fare qualche esempio- qualcosa inizia a muoversi. Desidera l’arte uscire dal mezzo tradizionale, cambia la comunicazione, il desiderio di manifestarsi all’occhio del lettore o spettatore, che diventa passante, abitante delle metropoli.
Così nasce l’arte urbana e lo fa contaminandosi e chiamando in causa tutte le forme artistiche possibili e immaginabili: fotografia, pittura e poesia. Nuove creatività, anche la poesia cambia, si sveste dai suoi tradizionali abiti e diventa aforisma, pensiero in grado di restare a chi lo legge.
L’arte di strada però non risale agli anni 2000, occorre fare un passo indietro. Tra gli anni ’50 e ’60 esistevano già artisti che operavano esclusivamente per strada. Outsider ed eclettici, scrivevano sui muri attraverso l’utilizzo di colla e carta. Pensiamo ai movimenti studenteschi degli anni ’60-’70. Verso gli anni ’80, emerge, invece, un approccio innovativo che si slega da una motivazione esclusivamente politica e attivista, ci si indirizza verso l’art pour l’art. Oggi le città sono intese come libri bianchi sui quali scriverci sopra, come gallerie aperte, come laboratori fotografici.
Nel nostro paese l’arte di strada riceve molti consensi come molti dissensi, a tal punto che negli anni, non sono mancate sanzioni e multe a carico di creativi e artisti per l’urbano.
E’ il caso del poeta errante Ma Rea, fondatore della “poesia errante” (foto in basso) un poeta bolognese che porta in giro la sua poesia, in Italia e nel mondo, nei suoi viaggi, attraverso insegne, bucati poetici, giocando anche sulla cartellonistica fatta da lui, stradale poetica, con dei suoi versi ma anche messaggi molto forti per il sociale. Multato a Torino nel 2017 per una cifra pari a duecentoquaranta euro, centoventi euro a poesia.
Ma anche Napoli, la nostra città, patria di artisti e creativi non è esente da sanzioni e multe e dissensi. Ricordiamo, ad esempio la storia del musicista Pierpaolo Iermano, cacciato via dal lungomare di Napoli nel 2018, con mille euro di multa per mancata esibizione della certificazione di impatto acustico che da regolamento comunale, non è richiesta agli artisti di strada.
L’arte urbana non è solo poesia o musica o pittura, oggi può riguardare tante cose… si trasforma. Anche “slogan” non pubblicitari ma “slogan positivi lanciati da associazioni culturali” legati al popolo partenopeo ad esempio che negli anni sono diventati virali e sono riusciti a uscire fuori dai propri confini di fatto sancendo un nuovo “Movimento culturale”… un “Movimento che regge le sue azioni, sull’amore della propria città” e quindi “Essere napoletani è meraviglioso” e ancora “L’amore vince su tutto”.
Certo, non è arte nel vero senso del termine, quella promossa dall’associazione culturale Sii Turista ma un messaggio d’amore sì e forse è questo il valore aggiunto, la cosa in comune che questi slogan hanno con il mondo dell’ arte di strada: “l’amore”.
Sii Turista della tua città negli anni ha creato un vero e proprio movimento culturale partenopeo, conosciuta per i suoi striscioni, portatori di messaggi d’amore e di pace, realizzati in pvc e mobili, cioè non incollati ma legati da spago o altro materiale rimovibile e anche per tante azioni di riqualifica territoriale come: il restauro del campanile di Santa Chiara nel 2019, autorizzato dalla Sovrintendenza e dal ministero della cultura..
E poi, per la pulizia sul territorio: sugli scogli a Mergellina, ala Fontana di Monteoliveto, nel Parco Falcone e Borsellino a Pianura, a mare con raccolta rifiuti e plastica con kayak.
E ancora nel periodo di quarantena per la “Spesa solidale” che è riuscita a sostenere, grazie all’aiuto di tantissimi quartieri di Napoli, molte famiglie partenopee. Sii Turista della tua città è anche tra le associazioni culturali del collettivo SegninVersi – Attacco d’arte poetico per Piazza Mercato,nato nel 2019 per la riqualifica e il sostegno di Piazza Mercato.
Un lavoro realizzato dal presidente Luca De Martino insieme a tantissimi giovani ragazzi, laureati, studenti, lavoratori motivati dall’amore per la propria città.
L’arte e le associazioni in generale sono spesso attaccate da forze politiche che tentano, così, di criticare l’opposizione e attaccare l’amministrazione locale.
Il 10 ottobre un Comitato di cittadini ha organizzato un vero e proprio evento- raduno dove invitava la cittadinanza a rimuovere gli striscioni abusivi dell’associazione. Piazza Dante, Piazza Bellini, e molte altre zone dove erano affissi gli storici striscioni hanno visto alcuni cittadini impegnati nella loro eliminazione, perché, secondo la loro visione, etichettavano le statue e le fontane storiche della città, la vera difesa risiede nella difesa del patrimonio culturale della città.
Gli striscioni di Sii Turista in realtà sono abusivi, non hanno mai chiesto il permesso per essere mostrati al pubblico ma hanno dato il via a un movimento unico nel suo genere .
“Essere napoletano è meraviglioso” che oggi è riconosciuto in quarantadue paesi in Europa, Israele, America e addirittura il Canada. Un progetto che forse grazie a questo slogan sano è riuscito a fare conoscere la città, in un modo semplice e virale.
Sì, sono abusivi ma non erano attaccati a statue o reperti storici, giacevano si ai piedi di una Statua di Dante o alle Mura greche di Bellini, posizionati per accogliere il partenopeo e il turista in un degrado urbano che forse indigna poco gli stessi cittadini che hanno messo in piedi questa iniziativa.
Per fortuna questa azione è stata sposata solo da alcuni napoletani gli altri invece sono rimasti indignati per un’azione radicale che soprattutto in questo periodo non giova a nessuno.
Oggi l’urbano si presenta come un foglio, una tela, un’agenda, una vetrina, uno spazio libero forse l’unico ancora rimasto in piedi.
Il Sociale ha bisogno di libertà e di idee. Che mondo sarebbe senza la creatività? Un mondo solo disordinato. Le idee, invece, hanno il desiderio di mettere in ordine il profondo disordine che ci governa. Contro ogni censura…
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