Il mio ingresso nel Servizio Educativo è avvenuto agli inizi degli anni ’90. La svolta si era gi consumata l’obbligo di rispondere con attivit destinate quasi in modo esclusivo al pubblico scolare aveva lasciato il passo a considerazioni che tenevano conto della diversa composizione del pubblico (generico, scuola, pubblici speciali e pubblico remoto), e in quegli anni si andava consolidando l’attivit di visite didattiche del “concessionario” nei principali siti e musei della Soprintendenza.
Sono stato accolto in questo ufficio non solo come un nuovo collega ma soprattutto come un amico (con alcuni esisteva gi un profondo rapporto di conoscenza). Il coinvolgimento da parte di Marco de Gemmis e Michele Iodice (quest’ultimo ora lavora per la Soprintendenza del Polo Museale) nelle varie attivit e iniziative che si andavano a realizzare è stato immediato. Come in quel periodo, anche adesso i compiti del Servizio sono tanti e diversi. Ad esempio gli “Incontri di Archeologia”, un programma molto ricco che ogni anno, dal 1994, propone conferenze di studiosi su argomenti archeologici e non solo; il “servizio di consulenza” destinato soprattutto agli studiosi, ai docenti e a coloro che hanno bisogno di informazioni su un argomento specifico; iniziative editoriali (realizzazione di brochure, itinerari didattici, cataloghi, apparati didascalici); progetti con le scuole (ultimamente abbiamo rivolto una particolare attenzione alla scuola dell’infanzia, con i laboratori “Grande! Al Museo” e “La scrittura”; e poi iniziative con i pubblici “speciali” (non vedenti, audiolesi, migranti, ecc.).
Divulgare in modo corretto, esperendo nuove formule, creative e vivaci, per creare un rapporto profondo e non convenzionale tra pubblico e bene culturale. L’arte contemporanea all’Archeologico di Napoli, che negli anni 90 si affermava come una delle iniziative più qualificanti del Servizio Educativo, ha rappresentato per me uno dei momenti più entusiasmanti e coinvolgenti. La costruzione di un “Labirinto” nell’atrio del Museo con 500 lauri (foto), la mostra “Scatole dell’eros” e, più di recente, la mostra di Lawrence Ferlinghetti su Ulisse sono solo alcune delle iniziative che hanno segnato la mia crescita umana e culturale che in questo luogo particolarissimo non si scinde da quella lavorativa.