Inesorabile, la vita scorre. Impone il suo ritmo. Malgrado dolore, perdite, sconfitte. Vince sempre. Dominatrice, impone il suo gioco, distribuisce le fiche di una roulette sempre pronta a ripartire. Con la”La gravit delle piccole cose” che Ciro D’Acampo descrivo nel sue primo romanzo edito da Kairòs. In circa 250 pagine si snoda la storia di Peppe Bonifacio che è anche la vita di una citt ipocrita con il ventre mollo della corruzione nascostodietro il volto imbellettato di una borghesia altolocata.
L’inizio è di quelli che potrebbero aprire le pagine di un libro giallo. “Non piove più, lo sento. Il temporale è ormai lontano, anche il vento si è placato… Ritorna il bello, fuori di qui tutto ritorna all’usale…Io, invece, resto qui bloccato nel letto, la gamba in trazione, le costole incrinate, punti ed escoriazioni disseminati per tutto il corpo e c’è qualcuno che mi ha chiamato fortunato…”.
Il carattere in corsivo della scrittura si alterna con quello normale, rendendo visibile al lettore l’alternanza tra il presente e i ricordi. Inchiodato all’immobilit , il protagonista si rituffa all’indietro e traccia nuove coordinate del passato dal quale emergono gradualmente le figure del suo quotidiano. Martina, la moglie conosciuta i banchi di scuola; le figlie, Ilaria e Ludovica, i suoceri potenti, i genitori in bilico alle prese con la precariet e gli affanni, il fratello Franco perdigiorno dall’animo generoso, la sorella Carmela dall’apparenza fatua e inconcludente, Federica , amica seducente misteriosa, proibita.
Crocevia pericoloso, un’estate da adolescente che sconvolge un andamento gi traballante. Peppe rimandato a settembre in due materie, la morte del padre, il rimorso per la tragica fine del fratello, l’irruzione delle sue crisi di epilessia. E il ritorno alla “normalit “. Ma il caso è in aggauto e la “tentazione Federica” riappare dopo molto tempo, buttando all’aria un equilibrio gi compromesso.
L’autore si lascia condurre per mano dal suo istinto di scrittore e riesce a costruire frasi che s’imprimono nel cuore di chi lo legge, catturandone, le emozioni e le riflessioni più profonde. “La disperazione, quando non si arrende, diventa invincibile nonostante tutto
E ,allora, anche la morte finisce per non esistere”. Oppure … “Tornò l’amore a inventarsi la speranza, costruendo ostinato ali di cera. Ali di cera che non riuscii mainenache a indossare perch la speranza è una sfera trasparente che senza piedistallo rotola via veloce e io, il fantasma che sopravviveva alla sua morte, non avevo dove poggiarla”. Frasi che spingono ad arrivare alla fine del per corso di Giiuseppe che resta un punto sospeso nello spazio.
LA PAROLA ALL’AUTORE
Autore gi del romanzo “L’uomo nudo”, pubblicato con lo stesso editore, Cirdo D’Acampo è scrittore sotto dettatura della vita. ” Mi è sempre piaciuto scrivere, brevi racconti, poesie ma sono arrivato al romanzo attraverso un lungo percorso, direi in punta di piedi, con cautela e rispetto”.
E aggiunge” Non ho nulla nel cassetto, neanche il primo libro è il risultato di "restauro" di bozze dimenticate in fondo a qualche scrivania, semplicemente un giorno ho deciso di fermare su carta quelle che sono le storie che detta la vita e che tutti possono percepire basta stare attenti e ascoltare”. E a proposito della storia di Peppe Bonifacio, il protagonista del suo nuovo libro, dice “Il suo itinerario si snoda tra due mondi(piccola e buona borghesia- ndr) Federica ne è in qualche modo il ponte di connessione, lei rappresenta il desiderio, la necessit di amare che a volte rimane imbrigliata nelle regole e nelle formalit ipocrite e che può in un niente trasformarsi da fiore unico a pianta velenosa e letale.”E, poi, la metropoli ” Napoli in questo romanzo è sipario e personaggio fondamentale ed è effettivamente un omaggio verso una citt che amo e odio con la stessa intensit “. Uno sguardo al presente che è anche futuro. “Sto gi lavorando a un altro libro, in realt da quando ho iniziato, non posso più smettere. Le storie mi riempiono la mente, sono aquiloni colorati, non hanno nessun senso di esistere se restano ferme su uno scaffale, hanno bisogno del cielo e del vento, devono volare. La storia è ancora una volta la vita a dettarmela a oggi ne conosco per sommi capi la trama e giuro che non so effettivamente come finir . Io sono il primo lettore di una storia che ho solo il privilegio di scrivere”. Appunto, sotto dettatura della vita.
“La gravit delle piccole cose” di Ciro D’Acampo, Kairòs Edizioni
Collana “Sherazade”, € 14,00, pp.258
In foto, Ciro D’Acampo