Musiche per una audioguida (presentata lo scorso giugno) diventano disco. Che si può acquistare e scaricare da Spotify e da tutti gli store digitali. Sul percorso tracciato dalle musiche composte per le Vatican Chapels e il Labirinto Borges, il napoletano Antonio Fresa (ph Francesco Squeglia), noto per le colonne sonore realizzate per cinema e tv e candidato ai David di Donatello e ai nastri d’argento, si è lasciato guidare dalla propria esperienza musicale.
E ha composto 12 brani che accompagnano l’audioguida e reinterpretano in modo unico le bellezze artistiche e i protagonisti della storia della Fondazione Giorgio Cini. L’audioguida (in 5 lingue: italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo) è prodotta da D’Uva e Adesiva discografica, l’etichetta milanese di Paolo Iafelice.
I brani musicali sono eseguiti dall’orchestra La Fenice con i suoi solisti Matteo Sampaolo (flauto), Vincenzo Paci (clarinetto), Vincenzo Musone (corno), Fabrizio Lillo (clarinetto Basso), Roberto Baraldi (violino), Francesco Ferrarini (violoncello), Irene Piazzai (arpa), Aleksandra Pavlova (celesta), Diego Desole (percussioni) e Matteo Liuzzi (contrabbasso).
Apre il disco il brano “Mio amatissimo Giorgio”: dal dolore di Vittorio Cini per la perdita del figlio Giorgio nasce la ricostruzione e l’ampliamento dell’isola di San Giorgio. Un amore così grande da dover farsi isola, per accogliere, studiare, accrescere il valore delle arti e della cultura.
In “Proto Magister”, il giovane scalpellino, conosciuto con il nome d’arte Andrea Palladio, trova nei suoni di questo brano i timbri del ferro e del legno di vibrafono e marimba, omaggio alla sua nobile arte prima di scultore e poi di architetto. 
Un clarinetto basso, strumento a fiato con un’estensione di suoni e timbri particolarmente ricchi, è protagonista del brano dedicato alla grande “Eleonora Duse, artista perfetta”.
“Nozze di Cana” di Paolo Veronesi è introdotto da un brano per pianoforte e corno che si apre alla sacralità del miracolo di Gesù che trasforma l’acqua in vino. Il brano conduce poi nell’atmosfera di festa del banchetto nuziale attraverso progressioni barocche e punteggiature pianistiche.  Pianoforte e violoncello guidano nella biblioteca del Longhena in un brano dal titolo Ingenio.
E ancora, “Domnus Abba” composizione per pianoforte e arpa; “Waltz 128” piccola miniatura musicale dai tre strumenti, pianoforte, clarinetto e flauto che descrive la vita dei monaci di un tempo; le melodie del violino in “Isola Memmia”; nel brano “Teatro aperto”, invece, i suoni del contrabbasso sostenuto dal pianoforte disegnano scenari avvincenti e riflessivi.
Violoncello e violino nella composizione “Balthasar” dedicata al Longhena, l’architetto veneto nominato nel 1638 Proto Magìster dell’Abbazia; e con la sonorità minimalista del brano “Agape Fraterna” dovel’incedere ritmico della parte elettronica dei timbri diventa contenitore e condivisione di suoni tra reminiscenze synth e cellule melodiche.
Infine, “Arrivederci San Giorgio” dove celesta e pianoforte si abbracciano in una melodia evanescente quasi a ricordarci la presenza dell’amatissimo figlio di Vittorio Cini, Giorgio, presente in ogni angolo del complesso monumentale.
Per saperne di più
https://www.facebook.com/FondazioneGiorgioCini/

From Naples to Venice/ Giorgio Cini Foundation: Antonio Fresa’s music for the audio guide becomes a record

Music for an audio guide (presented last June) becomes a record. Available for purchase and download on Spotify and all digital stores. On the trail of the music composed for the Vatican Chapels and the Borges Labyrinth, the Neapolitan Antonio Fresa, known for his film and television soundtracks and a candidate for the David di Donatello and Silver Ribbon awards, let himself be guided by his own musical experience.
He has composed 12 tracks to accompany the audio guide, reinterpreting in a unique way the artistic beauties and protagonists of the history of the Fondazione Giorgio Cini. The audio guide (in 5 languages: Italian, English, French, German, Spanish) is produced by D’Uva and Adesiva discografica, the Milanese label of Paolo Iafelice.
The music is performed by the Orchestra of La Fenice with soloists Matteo Sampaolo (flute), Vincenzo Paci (clarinet), Vincenzo Musone (horn), Fabrizio Lillo (bass clarinet), Roberto Baraldi (violin), Francesco Ferrarini (violoncello), Irene Piazzai (harp), Aleksandra Pavlova (celesta), Diego Desole (percussion) and Matteo Liuzzi (double bass).
The album opens with the track ‘Mio amatissimo Giorgio’: Vittorio Cini’s grief over the loss of his son Giorgio led to the reconstruction and expansion of the island of San Giorgio. A love so great that it had to become an island to welcome, study and enhance the value of art and culture.
In ‘Proto Magister’, the young stonemason, known by his stage name Andrea Palladio, finds in the sounds of this piece the iron and wood tones of vibraphone and marimba, a tribute to his noble art, first as a sculptor and then as an architect.
The bass clarinet, a wind instrument with a particularly rich range of sounds and timbres, is the protagonist of the piece dedicated to the great “Eleonora Duse, perfect artist”.
Paolo Veronesi’s Wedding at Cana is introduced by a piece for piano and horn that begins with the sacredness of Jesus’ miracle of turning water into wine. The piece then leads into the festive atmosphere of the wedding feast with baroque progressions and piano punctuation. Piano and cello lead into Longhena’s library in a piece called Ingenio.
Domnus Abba’, a composition for piano and harp; ‘Walzer 128’, a small musical miniature for three instruments, piano, clarinet and flute, describing the life of monks in the past; the melodies of the violin in ‘Isola Memmia’; in the piece ‘Teatro aperto’, the sounds of the double bass, supported by the piano, draw compelling and reflective scenarios.
Cello and violin in the composition ‘Balthasar’, dedicated to Longhena, the Venetian architect appointed Proto-Master of the Abbey in 1638; and with the minimalist sonority of the piece ‘Agape Fraterna’, where the rhythmic progression of the electronic part of the timbres becomes a container and exchange of sounds between synth reminiscences and melodic cells.
Finally, ‘Arrivederci San Giorgio’, where celesta and piano embrace in an evanescent melody, almost as if to remind us of the presence of Vittorio Cini’s beloved son, Giorgio, present in every corner of the monumental complex.

                                                                                       

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