“Sipario”, qualcuno sussurra dietro le quinte e l’immagine di Pulcinella si rappresenta. O forse altro. Lei, lo sguardo profondo di chi sa amare e odiare fino in fondo all’anima, e il cuore fragile, intriso di un meraviglioso miscuglio di secolari contrasti che l’attanagliano e in cui si dimena. Dopo aver calpestato i tanti palcoscenici del più grande teatro all’aperto, prova a raccontare.
La sua storia? La storia dei suoi burattinai? Con uno scatto, tenta di liberarsi dai fili che la tengono sospesa, e, che a tratti, la fanno volare in alto per poi cadere a testa in giù. Niente. Ma, l’ebbrezza del volo rimane per sempre, e allora, eccola di nuovo. Mostrarsi con tutto il materiale di scena, con mille e una maschera in una storia, in un luogo, quello dell’ex Museo delle Guarattelle, nel Palazzo dello Spagnuolo in via Vergini. Per trasformarlo in un Museo delle Maschere, il secondo in Italia, dopo quello delle Maschere mediterranee, “Mamoiada” nel nuorese. Da un’idea di Massimo Prez, figlio del grande scultore Augusto, che lo diriger insieme al nipote Dario David, giovane scrittore, nato dal suo ventre e innamorato di lei. Itinerario museologico d’avanguardia, con un occhio al modello anglosassone per l’allestimento e la sistemazione degli ambienti. Grandi sale cedono il posto a ampi corridoi, lungo i quali si svolge il percorso, tra reperti esotici d’artigianato, libri antichi e videoproiezioni. Allo scopo di produrre un’ampia visione della forma più suggestiva che esiste la maschera.
In una nuova e affascinante avventura col mento incollato dietro a ognuna di esse, Partenope guarda e guida le storie viaggiare, trascinate di sponda in sponda nel mare d’inchiostro virtuale.
La citt scopre il volto del brillante naturalista David, gli rivela una magia, lui la fa subito sua, e, con competenza, pubblica il primo libro, presentato a Galassia Gutenberg, nel marzo 2008, un saggio di divulgazione scientifica e di innegabile fascino La vera storia del cranio di Pulcinella. Le ragioni di Lombroso e la verit della fisiognomica (Magi, pagg. 200, euro 16, Premio Internazionale di poesia e Letteratura “Nuove Lettere”). Nel volume, disegni in bianco e nero e foto di dipinti di Mauro David, padre dello scrittore, prematuramente scomparso. Dalla forma del viso, l’autore cerca il disegno del destino, evidenziando lo stretto legame tra l’ambiente in cui si vive e i tratti somatici che caratterizzano i volti umani. Seguendo il filo che annoda un certo tipo di napoletano, quello che vive negli impenetrabili vicoli della citt , a quello di un delinquente; ricalcando in parte le orme del medico criminologo Cesare Lombroso, autore nel 1876, del “L’uomo delinquente”.
Che viso ha Partenope? Che destino avr ? Ebbra di luce e folle di colori. Ha gli occhi fissi e lo sguardo rivolto al passato, l’Angelus Novus, ma le ali distese verso il futuro. Futuro che David disegner ancora una volta con un suo viaggio, una mostra itinerante, con una trentina di splendide tele firmate dal padre, con cui vuole approdare in primavera oltreoceano, al Guggenheim Museum di New York. Curatore della mostra, con quella marcia in più innestata dalla specializzazione post laurea, conseguita in museologia scientifica, lo stesso David. Nei suoi piani, la pubblicazione del secondo libro, Homo Homini sapiens. Il congresso delle scimmie erudite in cui l’autore si chiede da dove proviene evolutivamente l’inconscio. La ricerca parte, ma solo per potersene allontanare, dal celebre concetto di Hobbes “Homo homini lupus”, l’uomo si comporta da lupo nei confronti degli altri uomini. E presenta piuttosto, la sua “scimmia arraffona”, insieme democratica e sovrascritta, che si comporta quindi da essere pensante verso gli altri uomini, nel tentativo o nella speranza d’instaurare alleanze per poter meglio perseguire i propri scopi.
Lo scrittore fa poi scambio di magie, tira fuori dal cassetto e dona a Partenope, simboli pagani e cristiani, che raccoglie e mette in mostra, in un articolo di antropologia delle superstizioni Napoli nei sogni, Napoli dei segni. Viaggio nella citt dei pagani, tra vicoli oscuri, oscuri simboli e chiare interpretazioni, (di seguito) dove c’è tutta la Napoli esoterica, quella che si può toccare, e quella reale, che vive “dietro il paravento”.
Quella che oggi cerca, come un rabdomante, nei fregi e nelle crepe della sua memoria gli infiniti momenti di cultura storia e bellezza, per moltiplicare sensi e suoni, parlare ad alta voce di s, delle sue storie fatte di forza e tolleranza, della sua esuberanza materica, per tornare al centro della scena, recuperare con un cortocircuito di parole, la sua vita.
In alto, Dario David