Con Armando De Stefano il Pan diventa un museo. Domani (28 ottobre)alle ore 19, e fino al 8 dicembre, il Pan (Palazzo delle Arti Napoli in via Dei Mille, 60) ne ospita la personale.
La mostra inaugura il progetto di documentazione e di storicizzazione del Pan che prevede, per il biennio 2009-2011, un programma espositivo di cinque mostre dedicate ai grandi maestri napoletani del secondo dopoguerra.
L’esposizione è stata concepita e ideata dallo stesso De Stefano che è il direttore artistico del progetto e che ha scelto di raccontarsi ripercorrendo e attraversando la sua carriera artistica e accademica. L’allestimento comprende 80 opere, divise in gallerie temporali che vanno dagli anni Cinquanta ai giorni nostri e tematiche come i cicli della Rivoluzione napoletana del 1799 e quello di Dafne.
De Stefano, nasce a Napoli nel 1926, frequenta l’Accademia di Belle Arti, di cui sar poi docente fino al 1992. Nel 1947 con sei pittori napoletani organizza il "Gruppo Sud". Varie e importanti saranno le mostre che lo vedono attore protagonista. La sua pittura, dalla met degli anni ’50, accanto all’antico interesse per un contenuto storico-civile, rilegge l’arte del Seicento napoletano con i “cicli” dedicati a Marat (1967-1968), Masaniello (1970- 1975), Odette e il Jolly (1973-1977). Nel 1989 presenta la Rivoluzione Napoletana del 1799 al Palazzo Serra di Cassano e a Palazzo Reale di Napoli, dove nel 1977 presenter il ciclo l’Eden degli esclusi, che racchiude il significato di tutta la sua opera: nani, barboni, zingari, vecchi, omosessuali, emarginati a cui è negata ogni possibilit di comunicazione sociale: gli "esclusi", vittime del potere. Nel 2002 presenta al Palazzo Reale di Napoli l’ultimo ciclo, Dafne, che in realt è una denuncia del trasformismo politico attuale.
Il pittore, come ama farsi chiamare, non piacendogli il termine artista, sottolinea il suo amore per il disegno derivatogli da Vincenzo Gemito: ” è l’impalcatura della mia pittura, è la mia conoscenza, il disegno è tutto, è ciò che organizza, struttura e partisce lo spazio”, racconta poi dell’incontro a Venezia con Francis Bacon, che fu fondamentale momento di svolta anche per il neorealismo napoletano poichè fece capire che gli uomini non hanno una sola faccia ma infinite sfaccettature, psicologiche, sociali e politiche, e il vero ritratto deve mettere in rilievo tali innumerevoli aspetti.
Il Maestro sottolinea che rispetto a Gemito che fa affidamento all’uso di modelli, egli fa affidamento ai soli ricordi, alla memoria storica e visiva, come quando incontrò Emilio Notte nel 1940, e da tale ricordo solo pochi anni fa è nato un ritratto.
All’anteprima della stampa, De Stefano non ha solo accompagnato i visitatori per ogni sala e raccontato aneddoti di vita ma li ha anche deliziati con un momento di musica, improvvisando un componimento al pianoforte. Questi sono i Maestri, questi gli artisti che per troppo tempo Napoli stava dimenticando e non dando il giusto valore, si è corsi ai ripari tardivi ma proficui e speriamo durevoli.
Conclude il percorso espositivo la proiezione video di “I dieci comandamenti” scritto tra il 1945 e il 1947 da Raffaele Viviani, messo in scena per la prima volta da Mario Martone nel 2000. Accompagna l’esposizione una rassegna sul cinema neorealista, curata da Mario Franco, mentre l’ 11 novembre alle ore 20 ci sar una performance teatrale a cura di Renato Carpentieri e il 7 dicembre alle ore 20 musica jazz curata da Enrico Pierannunzi.
Il catalogo di De Stefano, edito Electa Napoli, contiene scritti di Giovanna Cassese, Biagio de Giovanni, Stefano De Stefano, Mario Franco, Nicola Oddati, Angela Tecce, Marina Vergiani. Il video sulle opere del Maestro è di Massimiliano Pacifico.
info@palazzoartinapoli.net
www.palazzoartinapoli.net
orario: feriali: 9.30 > 19.30 | festivi: 9.30 > 14.00 |chiuso il marted
Nelle foto, Armando De Stefano alla presentazione della mostra e una delle sue opere in primo piano: "I duellanti"