Con buona pace di chi su Facebook si è iscritto al gruppo “Lottiamo contro la scomparsa del congiuntivo”, non c’è calamit reale che lo minacci: è quanto sostengono Valeria Della Valle e Giuseppe Patota, autori per Sperling&Kupfer di “Viva il congiuntivo! Come e quando usarlo senza sbagliare”, presentato mercoled 14 aprile al Suor Orsola Benincasa.
Lungi dall’essere un noioso elenco di regole e coniugazioni, il libro è un divertente racconto della storia recente di un modo che un diffuso luogo comune vorrebbe in disuso: “numeri alla mano svela Patota possiamo affermare che il congiuntivo gode di ottima salute, anzi essendo aumentato il tasso di alfabetizzazione, in valore assoluto l’uso del congiuntivo è aumentato, e in valore relativo è solo scarsamente diminuito”.
Perch allora la percezione generale è di un netto prevalere dell’indicativo? “Perch un congiuntivo sbagliato stride come il gessetto sulla lavagna, in poche parole si nota di più”.
Dalla musica al cinema Della Valle e Patota offrono, nel presentare il libro, un panorama di esempi ironici e raffinati a partire dal protagonista di Ovosodo, film di Carlo Virz, in cui il giovane protagonista sconsolato dice “un congiuntivo in più, un dubbio esistenziale di troppo, ed eri gi bollato come finocchio”.
Dal punto di vista sociale del resto, si è più pronti a perdonare se l’errore è compiuto da chi è privo di una base culturale solida, ma se l’errore viene dalle alte sfere, la questione si fa mediatica, e allora la scivolata di Francesco D’Onofrio, ministro dell’istruzione che nel 1994 sulla chiusura dei licei dichiara “vorrei che ne parliamo” , diventa un caso, un’etichetta che difficilmente il ministro si toglier di dosso.
Strano ma vero anche in televisione il congiuntivo non se la passa male, per esempio Homer Simpson non ne sbaglia uno. Anche la musica offre esempi incoraggianti quando in “Domani” gli Articolo31 cantano “mi correggevi quando sbagliavo un congiuntivo”, Irene Grandi snocciola uno dopo l’altro verbi perfettamente coniugati in “Bruci la citt ” cos come Mina in “E se domani” del raffinato paroliere da poco scomparso Carlo Alberto Rossi.
Scivola invece sulla buccia di banana Adriano Celentano quando canta “Ma non vorrei che tu a mezzanotte e tre stai gi pensando a un altro uomo”, la curiosit ? I due autori volevano far ascoltare la strofa in occasione delle presentazioni del libro ma gli avvocati del cantautore li hanno diffidati dal farlo…
In sostanza il rapporto tra gli italiani e il congiuntivo è conflittuale, lo amano, lo usano, ma poi dicono che è morto e quando gli si spiega che, secondo ricerche scientifiche di primo livello, gode di ottima salute, stentano ad abbandonare quel luogo comune, che evidentemente fa chic, secondo cui sia un modo in decadenza.
“Addirittura ricordano gli autori un avvocato una volta ci chiese ma non è stato abolito per legge?”
Valeria Della Valle e Giuseppe Patota – Viva il congiuntivo! Come e quando usarlo senza sbagliare
Sperling&Kupfer (15€)
Nelle immagini, la copertina del libro e I due autori nel corso dell’intervento al Suor Orsola Benincasa