b>Ugo Piscopo legge l’opera di Carmine Di Ruggiero attraverso la monografia Nel vento solare della luce, patrocinata dall’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, proposta alla critica e ai lettori nella trascorsa primavera.
Una monografia che inquadra la figura e l’opera di un autorevole artista del Novecento e che Piscopo realizza inquadrando l’ininterrotta attivit di ricerca di Di Ruggiero.
Un divenire continuo informa l’opera dell’artista partenopeo, un divenire sotteso dall’assillante necessit di ritrovare senza sosta il bisogno planetario di un mondo in continua evoluzione, alla ricerca di certezze che sembrano offuscate dal contesto caotico che ha ridotto il pianeta a sopravvivenze che hanno perso pesi e sostegni ideali, occultati dalla quotidianit che nega vita e vivibilit .
Proprio alla ricerca di quei pesi e sostegni sembra andare Di Ruggiero attraverso una ricerca ricca di tormenti e anfratti pittorici che permeano il cammino d’una umanit in affanno per i perduti passi del saggio procedere.
Giustamente Ugo Piscopo, autore di spazi critici non periferici del secondo Novecento, parla a proposito dell’opera dell’artista partenopeo di costante interrogazione del possibile e del necessario attraverso la ricchezza (di forme e colori), la plasticit (della materia), la reattivit dell’immaginario (la ricerca di vita), l’inventivit (del percorso narrativo), il trepidare di fronte alle riflessioni interiori, ma soprattutto l’impegno e la capacit di trovarsi (sapendoci stare e convivere) nell’attualit e nella storicit dell’universo. Una prerogativa che connota Di Ruggiero quale uomo del suo tempo che vive con grande sofferenza il dramma della contemporaneit e dell’universalit di una umanit che ha perso, e da tempo, la bussola del corretto procedere verso certezze antiche.
Una capacit dell’artista di portare i suoi sussulti al di fuori e al di sopra di catalogazioni di correnti (impressionistiche o postimpressionistiche) e che rinvia, come afferma Piscopo, a un’alba e a un mondo al riparo dall’arroganza, dei rumori, delle voci e degli sventolii che a Napoli invadono e trascinano per le strade, sui marciapiedi, nelle piazze la magmatica e ribollente quotidianit .
Ma Napoli e il mondo. Ed e tutta in questo contesto l’universalit dell’artista, la ribollente quotidianit d’un mondo che insorge in ogni angolo alla negazione di valori fondamentali, valori di libert , fondamento per autentiche democrazie.
Pennellate, quelle di Di Ruggiero, ad arginare il malessere di una globalit che si frappone all’amore sconfinato di chi tenta di recuperare l’armonia perduta.
LA PRESENTAZIONE
Il catalogo sar presentato venerd 22 novembre, alle 17.30 dalla Fondazione Premio Napoli (Palazzo reale- piazza del Plebiscito). Con l’artista, ne parleranno Gaetano Daniele, Stefano De Stefano, Mario Franco e Ugo Piscopo, autore del volume che intervistiamo di seguito.
PISCOPONAPOLI, LABORATORIO CREATIVO
(ni.gua.)
Ugo Piscopo e Carmine Di Ruggiero “due universi di segni” che si incontrano e creano l’armonia di una visione aperta al lettore e allo spettatore. Quanto è stato impegnativo scrivere questa monografia?
stato molto impegnativo, perch ho dovuto affrontare una vicenda culturale e artistica complessa e interessantissima, che mi ha intrigato e tuttora mi intriga tanto. Mi sono dovuto poi confrontare con una bibliografia critica sterminata e spesso di alto profilo, ma tutta distribuita per eventi e stagioni. Ho dovuto, quindi, costruirmi un filo rosso di attraversamento e di esegesi nuovo e mio, senza concessioni a suggestioni estemporanee non fondate sulla lunga osservazione e sull’analisi. Fortunatamente, ho potuto disporre di prerequisiti di conoscenza dovuti a una lunga e collaudata amicizia con un artista, a cui sono fortemente interessato fin dagli anni Sessanta e sul quale sono intervenuto criticamente più volte in itinere. L’impegno che mi sono dato, per questo lavoro, è stato di capire e aiutare gli altri a capire, nel loro costituirsi e porsi in essere organicamente, le ragioni di partenza, i balzi in avanti, gli aggiustamenti di tiro, l’irrobustirsi e il raffinarsi del mestiere in relazione a molteplici fattori. Nel tracciato, ho cercato di contattare una vita di artista che viene intrecciando il suo osservare e il suo fare con le situazioni di ricerca e di espressione sperimentale sia sul piano nazionale, sia su quello internazionale. Forse è venuto fuori uno spaccato che aiuta a capire anche quello che c’è stato a Napoli e in Europa nel corso del secondo Novecento e agli inizi del nuovo secolo.
Ha ancora un senso la figura del critico d’arte oggi? Quanto potere ha nell’influenzare il mercato nel mare infinito di Internet?
La critica e la figura del critico oggi, e domani forse ancora di più, devono fare i conti con un contesto in rapido e travolgente cambiamento, anche e innanzitutto per effetto di ricaduta del funz 6 è« « o è á « s pt B L libri n e B link B B d d B d d « B pG B B «7 B e « B E B B èMODE B H l è NO è B B» OJ B e
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B B» E WHERE USING B B B » RLIKE RESET B eNULL B SHARE B SLAVE r B P SIGN MID pt koi8u B B B B RTRIM eROWS p B tx x ïï x x x x x x x x ionamento dei nuovi media. mia convinzione, tuttavia, che la critica e l’opera del critico n oggi, n domani possano essere marginalizzate, soprattutto se l’attivit critica si pone dal punto di vista di chi si batte contro il conformismo, in cui si lasciano irretire i più sotto la regia dei gruppi di potere, che dispongono purtroppo di strumenti e occasioni per imporre in maniera massiccia, se non totalizzante, i loro “idola fori”. Oggi, il critico e l’intellettuale in genere non possono ambire a svolgere la funzione di guida come nel passato, ma hanno motivo e legittimit di esserci, se sanno interpretare le contraddizioni e la complessit del mondo in cui sono inseriti, senza schemi prefabbricati e con disponibilit a essere nelle minoranze.
Gli artisti napoletani sono forse più universali degli altri per la loro impronta personalissima… Eppure quasi sempre sono emarginati dalla visibilit internazionale. Come lo spiega?
Napoli, secondo me, è un laboratorio vivo di creativit e di pensiero, ma funziona nei fatti come buco nero dove si affonda e si destina a oblio un po’ tutto. Questo, per un complesso di ragioni. Innanzitutto, l’eccessiva offerta di vitalismo e inventivit in costante magmatico fluire, la compiaciuta autostima delle proprie risorse, l’incapacit di costruire programmi e di mantenere fede agli stessi, l’insufficienza di cultura organizzativa (per mettere in circolo delle immagini affidabili), le frustrazioni per le scelte imposte dai gruppi e dalle famiglie che decidono un po’ tutto qui da noi (in maniera clientelare e familistico), non ultima una sfiducia di fondo nei riguardi della realt e della storia, per una vocazione nichilistica di “cupio dissolvi”.
C’è un’altra monografia d’artista nel suo futuro prossimo?
Dicevano nel mondo classico che il futuro è sulle ginocchia di Giove. Lo ripeto anch’io, anche con la consapevolezza degli anni che scorrono “eheu fugaces”.
Ugo Piscopo (classe 1934) è poeta, scrittore, studioso di letterature comparate e di arte contemporanea
In foto, Carmine Di Ruggiero nel suo atelier