Sandra di Stefano
Sandra di Stefano, ph. di Enzo Barbieri

L’eredità  Di Stefano, un angolo di memoria da ritrovare. Sono trascorsi appena quattro anni dalla scomparsa del professore Calogero Roberto Di Stefano, emerito della facoltà  di Architettura dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” e si è persa traccia del prezioso archivio storico e fotografico raccolto dall’ ingegnere, direttore per oltre trenta anni della Scuola di Specializzazione in Restauro dei Monumenti in Donnaregina e conservato dal 1980 nella casa-studio in via Luca Giordano 142 al Vomero.
Il contenzioso tra i quattro figli, Anna Maria, Silvana, Sandra, Maurizio Di Stefano, schierati nella VIII sezione civile del Tribunale di Napoli dinanzi al giudice Giorgio Sensale con i rispettivi legali, Riccardo Sgobbo, Raffaele Caggiano, Giuliano Buccino Grimaldi, Guido Belmonte, mette in luce una triste realt  per la cultura, non solo per quella napoletana. Infatti, appena balzata fuori dal 21.mo piano della Torre A dal Centro Direzionale di Napoli, la notizia della scomparsa dell’archivio Di Stefano ha fatto il giro del mondo e arrivano anche dall’Argentina voci preoccupate per il “modo peggiore di onorare la memoria di un luminare del Restauro dei Monumenti”. I timori degli intellettuali, che il prezioso archivio conservato nella casa-studio di via Luca Giordano 142, al Vomero, vada perso, alla luce dei fatti, sembrano fondati. Infatti, la casa-studio, appartenuta al professore Di Stefano, al centro del contenzioso ereditario, è attualmente posta sotto i sigilli su richiesta dei figli Anna Maria, Silvana e Maurizio, che negano l’esistenza dell’inestimabile tesoro di libri, documenti, fotografie, progetti, planimetrie, pagine di eccellenza della storia di Napoli, frutto della lunga professione e professionalit  di C. Roberto Di Stefano. Il mondo della cultura si stringe intorno alla figlia Sandra, giornalista e scrittrice, che chiede l’attribuzione dell’archivio storico- fotografico in questione, non solo agli eredi Di Stefano, ma soprattutto al patrimonio culturale della città.
” Spero che chi ha preso l’archivio storico e fotografico raccolto da mio padre in 60 anni di professione, sappia valorizzarlo, altrimenti mio padre rischia di morire una seconda volta e nel modo peggiore”, dichiara.
Per questo motivo, fin dalla morte del padre, avvenuta il 14 giugno 2005, ha ricordato, con convegni e pubblicazioni, il fondamentale contributo del padre nel campo del restauro architettonico. Ultima nel tempo, nel novembre scorso, la giornata di studi organizzata insieme all’Ordine regionale dei Giornalisti alla quale hanno partecipato con forza intellettuali, operatori culturali, politici, del mondo accademico e imprenditoriale da Corrado Beguinot a Pasquale Belfiore, a Bruno Brancaccio, a Guido D’Angelo, a Benedetto Gravagnuolo, a Francesco La Regina, a Franco Mancasi, a Almerigo Realfonzo.

Roberto Di Stefano
Roberto Di Stefano

In cosa consiste questo prezioso tesoro e dove era conservato?
“L’archivio di mio padre era conservato nel suo studio in via Luca Giordano,che molti conoscono, per averle frequentate nell’ultimo quarto di secolo in tre stanze, oggi occupate da terzi, erano conservati, di inestimabile valore, libri, fotografie, diapositive, stampe, planimetrie, progetti – addirittura un busto in marmo di mio padre, dono dal mondo accademico – che appartengono alla Città  , dai lavori di restauro a partire dal 1944 , data del restauro statico della Chiesa della Consolazione a Villanova (foto in alto), a Posillipo, fino al Duemila, quando mio padre ha fatto parte, come ingegnere capo, del Comitato internazionale per la Salvaguardia della Torre di Pisa.
Inoltre, in quelle stanze erano conservati studi e progetti di importanza fondamentale nella storia della Citt  dal Regno del Possibile alla sistemazione del blocco edilizio del centro Antico di Napoli occupato dalla Cattedrale e dal Palazzo Arcivescovile al restauro di S. Pietro Martire, oggi sede dellaf Facoltà  di lettere e filosofia dell’Università  “Federico II”, al complesso conventuale di Suor Orsola Benincasa, sede dell’omonima Università , e, ancora, al restauro statico del Palazzo Reale di Capodimonte, dell’Albergo dei Poveri, di Palazzo Roccella , delle Chiese di Santa Patrizia e di Santa Chiara, del Gesù Nuovo. Solo per citarne alcune tra le tante chiese perché è impossibile elencare, solo per brevità di spazio e certo non di importanza, i progetti di restauro che hanno interessato la provincia, la regione (ricordiamo la catalogazione delle zone terremotate nel 1980) e il mondo intero, dal momento che mio padre è stato membro della Commissione nazionale dell’UNESCO, del Consiglio Nazionale del Ministero per i Beni culturali ed ambientali, presidente dell’ICOMOS, professore dell’ Universit  di Buenos Aires, e ha ricevuto la laurea honoris causa dall’Universit  di Thessalonica e la medaglia d’oro alla cultura della Presidenza della Repubblica.Di fondamentale interesse per noi giornalisti è stato il suo lavoro di giornalista nonché fondatore e direttore di una rivista d’eccellenza, anch’essa misteriosamente sparita, “Quaderni di Restauro dei Monumenti e Urbanistica dei Centri Antichi” – rivista prestigiosissima.
Chi ne ha possesso ora?
“Ignoro chi abbia attualmente il possesso di questo prezioso archivio che appartiene a tutti gli eredi di Roberto Di Stefano. La porzione dell’appartamento coniugale che custodiva questo lascito di mio padre è oggi posseduto da Pino Grimaldi, coniuge di mia sorella Silvana, emigrato da Salerno nel 1992 ,ma che ha da sempre conservato origini, lavoro e interessi a Salerno. Come dichiara mio fratello Maurizio nel verbale d’inventario dell’11 marzo 2009 e come attesta la documentazione fiscale prodotta dall’avvocato salernitano Raffaele Caggiano è dimostrato che dopo la morte di mio padre lo Studio di via Luca Giordano 142 è stato posseduto da Ilaria Grimaldi e da Pino Grimaldi, socio accomandatario dello studio Segno Associati S.a.S di Vietri & C , che ha sede in via San Leonardo 120 a Salerno, insieme a Margherita Onorato e Rosanna D’Ambrosio e Federica D’Ambrosio. Socio accomandatario e amministratore unico è Giovanni Vietri, attuale braccio destro di Enzo Giustino alla direzione del Banco Di Napoli.
Nel verbale di udienza di comparizione del 20 aprile scorso l’avvocato Caggiano dichiara “che le stanze in oggetto sono attualmente occupate dal nucleo familiare della signora Silvana Di Stefano e arredati con i mobili e suppellettili di sua proprietà e dei familiari.” A questo punto, anche se queste dichiarazioni sostenute anche dagli avvocati Sgobbo e Belmonte non fossero rispondenti alla realtà  dei fatti, io credo che soltanto chi occupa lo studio di mio padre possa chiarire dove sia finito l’archivio di mio padre, che rientra nell’eredità che Calogero Roberto Di Stefano ha lasciato non solo ai suoi 4 figli, ma a tutto il mondo della cultura”.”

LA NOTIZIA/Un’eredità  contesa
E’ slittata la prima udienza, fissata per il 27 aprile scorso, per l’espletamento degli interrogatori formali del giudizio aperto dinanzi alla VIII sezione civile del Tribunale di Napoli dagli eredi del professore Calogero Roberto Di Stefano, Emerito dell’Universit  degli Studi di Napoli “Federico II”, deceduto il 14 giugno 2005.
Il Giudice Giorgio Sensale ha autorizzato l’interruzione del processo su richiesta dell’ avvocato Riccardo Sgobbo, procuratore di Anna Maria Di Stefano, docente a contratto della Facolt  di Lettere dell’Università  degli Studi Suor Orsola Benincasa, con delega dell’avvocato salernitano Raffaele Caggiano, che assiste Silvana Di Stefano insegnante all’Istituto “Nazareth” al Vomero, preso atto della dichiarazione dell’avvocato Francesco Palmieri, procuratore della signora Elda Caporaso vedova Di Stefano, del decesso della propria assistita, avvenuto il 18 novembre scorso, e della richiesta di autorizzazione a ritirare il proprio fascicolo. Anche il quarto erede, Maurizio Di Stefano, l’ultimo dei figli, unico maschio, assistito dall’avvocato Guido Belmonte , è costituito in giudizio.
Per Sandra Di Stefano, giornalista e scrittrice, assistita dall’avvocato Giuliano Buccino Grimaldi, che chiede la sua quota di legittima dell’eredit  paterna lasciata con testamento pubblico, redatto il 13 novembre 1992 davanti al notaio Giuliano Scardaccione, il processo continua.
Rimane posta sotto i sigilli la casa- studio appartenuta all’illustre tecnico del Restauro dei Monumenti, direttore per oltre trenta anni della Scuola di Specializzazione in Restauro dei Monumenti della Facolt  di Architettura di Napoli, dove veniva conservato il ricco e prezioso archivio storico e fotografico di Roberto Di Stefano. A distanza di quattro anni dalla sua morte la casa studio di via Luca Giordano 142 al Vomero, al centro del contenzioso giudiziario, attualmente è posta sotto i sigilli su richiesta di Anna Maria, Silvana, Maurizio Di Stefano.

 

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