Artista dallo stile inquieto, pronto a intercettare e plasmare i differenti codici linguistici in fogge sempre mutevoli, Carlo Alfano, classe 1932, fu allievo di Emilio Notte all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Nel ’55 espose per la prima volta in una personale alla galleria S. Carlo di Napoli con una serie di lavori che gi manifestavano una forte attitudine al segno grafico intriso di tensione espressiva. Oltre a frequenti personali alla Galleria Lucio Amelio di Napoli, partecipò alle più importanti mostre collettive del suo tempo suscitando ampio dibattito di critica. Il 1959 fu un anno ricco di attivit espositive partecipò alla VIII Quadriennale di Roma;alla I Antologia dell’Arte Giovanile, alla Nuova Pesa di Roma; al Festival Mondiale della Gioventù(mostra itinerante di giovani talenti italiani, tenutasi in Austria, Germania e Polonia). Nello stesso anno vinse il Premio Banco di Napoli , la borsa di studio Fagan per l’incisione e fu premiato da Roberto Longhi alla X Mostra Nazionale “Golfo di Spezia”.
In questi anni il colore, denso e infuocato, pervade lo spazio apparentemente neutrale della tela; Negli anni ’60 dall’elaborazione della linea l’accento si sposta verso la massa spaziale del soggetto che diventa rappresentazione dinamica dallo stile più pittorico. Escono fuori immagini di vescovi e pontefici dalle oscure presenze, che con lo sfondo, quasi sempre nero, si contendono il predominio dello spazio e quindi del luogo della rappresentazione estetica. Questa dualit personaggio-sfondo è anche un pretesto per un’ indagine sul tema dell’ambiguit , della duplicit che sar il filo conduttore nei suoi “Quadri sonori”, dove il nero della tela diventa pausa dal colore ma anche dal suono, dall’esistenza. La parola, i neumi musicali e i segni del figurativo cominciano la danza degli intrecci che caratterizza in parte lo stile di Alfano, originale e incontenibile in una univoca definizione.
La presenza di Alfano nel dibattito artistico-culturale di quel tempo è quella di un attore protagonista;dal ’62 si occupa delle opere “Metamorfosi”, cilindri di superficie speculare posti su campi visivi tipo optical. L’opera può avere differenti versioni interpretative determinate dalla possibilit dell’osservatore di rilevare o meno la presenza della luce. Ciò è dovuto dall’interazione tra il fascio di luce che determina la visione della struttura e le alterazioni che la stessa struttura pone al fascio luminoso che la investe.
Inizia nel 1969, proseguendo ininterrottamente fino alla sua morte, la serie degli “autoritratti anonimi”. In questi lavori, il centro dell’indagine è la percezione del tempo che l’artista approfondir con studi filosofici, antropologici e letterari. Gli autoritratti sono delle partiture musicali e come esse contengono la rappresentazione grafica della presenza e dell’assenza di suono, dettate dall’alternanza di note e pause in una nomenclatura di segni mensurali che scandiscono il ritmo e lo scorrere del tempo. Questa interiorizzazione del ritratto d modo a chi guarda di immedesimarsi nell’opera vivendo quell’istante di tempo vissuto dall’artista. «La distanza della rappresentazione, il ritratto, l’autoritratto frammentato e anonimo divengono, cos, i luoghi del suo lavoro, la scena sulla quale mettere alla prova le nozioni sovrane del soggetto, della temporalit . L’autoritratto è, poi, di questo spazio figura cruciale per riflettere sulla pratica della pittura».(A.Trimarco)
Dalla fine degli anni sessanta Carlo Alfano diventa famoso in breve tempo grazie ai suoi progetti audiovisivi; le sue opere, come "Stanza per voci" e "Archivio delle Nominazioni", conosciute soprattutto all’estero dove l’artista espone maggiormente, sono un’articolata esperienza di testi narrati, accompagnati da pittura e segno grafico. La ricerca visiva negli anni successivi, continuer a sondare il binomio presenza-assenza che dagli anni ’80 fino alla sua morte, nel 1990, si esprimer nel rapporto luce-buio e su una figurativit ritrovata, anche se in stato larvale, in cui il soggetto dialoga con se stesso.
Nelle foto, in alto e in homepage, alcune opere dell’artista
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