Attraversare il Novecento in compagnia di Mirò, Matisse e Picasso non è da tutti, ma per Bruno Donzelli è la sua arte. Impadronirsi del surrealismo di Mirò, del cubismo di Picasso e della violenza cromatica di Matisse per dare vita a graffiti e simboli dissacranti, Donzelli cos li celebra rinnovando la loro immortalit .
SINTESI DELLE ESPERIENZE
Ora una mostra antologica ripercorre le tappe dell’artista napoletano. Sono le opere degli anni tra il 1964 e il 2012 quelle esposte al Pan (via dei Mille, 60 Napoli) e oggi inaugurate alle ore 17,30. L’esposizione, che rimarr aperta fino al 6 maggio con ingresso libero, a cura di Enzo Battarra con catalogo edito da Tecnomedia, presenta quaranta opere realizzate in cinquanta anni.
Il percorso espositivo propone una sintesi delle esperienze del Gruppo Cobra e dalla Pop Art e prosegue con i lavori realizzati negli anni Settanta, la fase concettuale, con la serie “Il casellario dell’arte”, in cui Donzelli decontestualizza i linguaggi degli artisti selezionati per riproporli in una personale narrazione ricca di invenzioni e paradossi. Si incontra poi “Ormare (2005)” dove lo “straniamento” è raggiunto attraverso l’estraniamento seriale, quasi una sorta di museo immaginario dell’arte.
QUASI GRAFFITISTA
Inconfondibile il suo marchio, quello della “contaminatio”, quasi da graffitista, Donzelli combina i diversi linguaggi espressivi con un audace gusto per il pop. Una vera esplosione cromatica, in cui rimbalzano e si rincorrono rimandi alla storia dell’arte del XX secolo. Colori brillanti, forme giocose e segni “quasi primitivi” fanno da cornice all’esaltazione dissacrante dei suoi colleghi contemporanei.
Il vasto dipinto della serie, (due metri per quattro), è stato definito da Gillo Dorfles «un vero campionario di tutta la pittura della met del secolo scorso da Burri ad Appel, da Man Ray a Picasso, da Wols a Warhol, etc. Tutti quanti presentati nella globalizzante atmosfera Pop (o vogliamo azzardare “Pop-Kitsch”?) che, in certo senso li accomuna».
In mostra anche alcune opere che, a partire dagli anni ’80 inducono Donzelli alla rivisitazione delle avanguardie storiche, operazione che si traduce in un codice linguistico affabulatorio e ironico attraverso il quale l’artista ricostruisce l’inventario visuale del Novecento, utilizzando un repertorio di icone, segni, elementi con forte impatto cromatico e materico.
A COLAZIONE DA JIM DINE
Tra esse, citiamo almeno l’Atelier Depero del 2001 con quel suo ritorno al futurismo cos ironico; il ciclo delle “colazioni” con Colazione da Jim Dine del 1996; una delle opere più note dell’artista Paris Texas del 2005; il recente Autoritratto del 2012; Italian Graffiti sempre del 2012, in cui non può mancare la citazione ai grandi artisti del 900 e il dissacrante Chef Picasso del 2005.
Per saperne di più
info@palazzoartinapoli.net
Orario dalle ore 9.30 alle ore 19.30| domenica dalle ore 9.30 alle ore 14.30| marted riposo.
In foto, quattro opere di Donzelli in mostra al Pan