Sembra che sia un’unica mano a muovere i pennelli e i colori che danno vita alla Carmen di Georges Bizet in mostra al Pan di Napoli (via dei Mille, 60). Ma il trucco c’è e rende tutto più interessante. Le opere esposte sono frutto del laboratorio pittorico condotto da Bruno Fermariello con un gruppo di giovani rom detenute nell’Istituto Penale per i minori di Nisida, e in collaborazione con l’Opera Nomadi di Napoli, sul tema della “Carmen”.
L’eterno mito dell’amore cieco, dedizione e perdizione, eros, demoniaco e morte, incarnato nella figura di Carmen, nata nel 1845 dalla penna del drammaturgo francese Prosper Mrime, e raccontato in musica nella celebre opera di Georges Bizet, rivive nelle tele esposte a Napoli.
La Spagna dell’opera lirica c’è nei colori caldi e accesi del rosso, del verde e dell’arancione ma la Carmen, nata dietro le sbarre del carcere, non porta il ventaglio, non suona le nacchere n balla il flamenco. Esiste e traspare però la magia gitana e la passione di quella cultura che la sigaraia di Mrime ha in comune con le giovani rom dell’istituto penitenziario.
Per l’assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, Antonella Di Nocera «questa mostra rappresenta l’occasione per riconoscere il lavoro svolto in passato da Fermariello nel carcere di Nisida e per incoraggiare il suo nuovo progetto che lo vedr impegnato quest’anno nel campo Rom di Secondigliano. Un’occasione unica per valorizzare la creativit femminile Rom, che affonda le sue radici nelle componenti magiche presenti in quella cultura, in un’inedita versione figurativa, in vista della giornata dedicata alle donne. Un messaggio di speranza, di intervento concreto, di convivenza e di integrazione reale e duratura».
Nelle foto, quattro scorci della mostra