Nella serata di domenica (12 luglio) approda nel porto di Baia la biremi Kybele, con il suo carico millenario di storia. L’imbarcazione infatti è una riproduzione fedele di quelle che fendevano il Mediterraneo nei tempi antichi; partita da Focea, nell’ attuale Turchia (nel 600 a.c. Si chiamava Asia minore), ripercorre la rotta che portò i Focesi a fondare Marsiglia, nel sud della Francia, circa 2600 anni fa. Quello nei Campi Flegrei è solo uno dei cinquanta scali previsti che Kybele far  tra Grecia e Italia, ma qui trover  un’ accoglienza speciale: per farla sentire meno sola, in questi mari cos moderni, una flotta d’ imbarcazioni d’epoca la scorter  fin dentro al porto. Seguir  una cena di presentazione del progetto, a bordo della nave ed alla presenza dell’ equipaggio. L’ ancora rester  ben salda poi fino a marted: il 13 s’inizia la mattina con la visita al Parco sommerso di Baia e al Castello, quindi l’ equipaggio, dopo essere stato ricevuto dall’ assessore al Turismo Riccardo Marone, assagger  la pizza napoletana, offerta per l’occasione dall’ Ente Parco Campi Flegrei; la giornata si completer  con la visita al Parco di Cuma e la serata al Lago d’ Averno.
Prevista per il 14 la partenza dal porto di Baia.
Il progetto Kybele nasce da un’iniziativa dell’ Universit  dell’ Egeo di Smirne, in collaborazione con l’ associazione di ricerche storiche “360”, che ha presieduto alla costruzione della nave, e il Centro Culturale Francese di Smirne, coinvolto nell’ ambito dell’ iniziativa “Mare Nostrum”. E si mira proprio a rendere consapevoli delle radici comuni delle culture egee ed europee, evidenziando come abbiano influito sulla formazione dei popoli mediterranei i movimenti di popolazione legati alle conquiste ioniche. Tutto per il sogno di un Mediterraneo in pace e “fraterno”.
La realizzazione della nave, i cui disegni sono stati realizzati dalla sezione di Smirne della Camera degli Ingegneri navali della Turchia, e sulla cui costruzione ha vigilato la fondazione turca Loydu, n on ha potuto, per motivi di sicurezza, rispettare in tutto e per tutto l’ antico procedimento, anche se, come ci spiega Osman Erkurt, archeologo capitano della nave, questa è “la copia più esatta possibile delle navi dell’ epoca. stata costruita partendo da quanto è stato trovato negli scavi, in particolare sulle giare”. Oltre il capitano, l’equipaggio è composto da studenti e membri dell’ associazione “360”.
Tutti imbarcati sui 20 metri (compreso le sperone del dritto di prora, in caso di eventuali attacchi!) di Kybele, attraversando un mare di storia e cultura.

In foto, Kybele, la biremi che approder  nel porto di Baia

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