Di certo in ogni uomo c’è un Don Giovanni, forse più o meno celato, ma c’è. E se ci fosse anche nelle donne? Certamente. Lo spirito di conquista e la pulsione a cercare di possedere qualcuno o qualcosa è presente in ogni essere umano, uomo o donna che sia. Allo spirito indomito e controverso di Don Giovanni è dedicato il balletto “Don Juan” che inaugura la terza edizione della rassegna “Ottobre Danza”, andato in scena ieri sera, nella magica sede del Teatrino di Corte di Palazzo Reale, restituito al pubblico dopo un lungo, ma riuscito restauro.
A interpretare l’anima di Don Juan è una toile di spessore artistico elevatissimo. Parliamo di Luciana Savignano, interprete d’eccezione di Bjart. La Savignano mancava dal San Carlo da ventidue anni e ha accolto la sfida di interpretare un ruolo maschile e insolito con grande spirito di ricerca e di innovazione, quello che dovrebbe accompagnare tutti gli artisti e non solo.
Il balletto nasce da un’idea del coreografo Massimo Moricone che ha scelto proprio lei quale interprete di un ruolo controverso, combattuto, irreale e reale allo stesso tempo, come è quello di Don Juan. Versatile, eterea ed elegante, la Savignano ha vinto la sfida, offrendo al foltissimo pubblico un’interpretazione di rara bravura. Non facile l’alternanza tra i momenti di seduzione e gli attimi di tensione, come nella scena del duello, e come nel passaggio dalla vita alla morte che diventa una vita nuova, in una trasfigurazione spirituale che si vivifica nel ruolo di una donna.
In queste scene la Savignano esprime tutta la sua femminilit ed espressivit artistica, oltre a una eleganza non comune. Accanto alle musiche di Gluck, Boccherini e Scarlatti, in omaggio alla citt di Napoli, si materializza, sulla semplice e minimalista scenografia, il chitarrista Osvaldo Di Dio che, nei panni di Orfeo, accompagna i due amanti in un sensuale passo a due tra la platea incuriosita e affascinata. Splendida, come sempre, la duplice interpretazione di Alessandro Macario, primo ballerino ospite, nella veste di Leporello e dell’Ade che, nel passaggio all’aldil , accompagna il mitico Don Giovanni. Bravi gli interpreti del corteo nuziale, accompagnato da due piccole damigelle e da un paggetto e le donne che, con abiti minimal, interpretano la Danza delle Furie di Gluck.
Nel corso delle ultime scene musica e filmati inquietanti, di uno squallore misto a tristezza, sono accompagnate da un ritmo che sembra quasi il battito di un malato in fin di vita. Scene di strade metropolitane deserte e fabbriche dismesse ricordano una realt a noi molto vicina in questi tempi.
Amore e odio, amore e morte, amore e passione, corpi e anime, il colore e il bianco e nero, sono gli in gradienti di uno spettacolo tutto sommato ben riuscito. Il difficile ruolo della toile si è immerso, in una sintesi osmotica con il corpo di ballo, davvero interessante.
Accogliamo l’augurio di Luciana Savignano che auspica di portare questo nuovo allestimento in tante e altrettanto prestigiose sedi in Italia e, perch no aggiungiamo noi, nel mondo.
Repliche oggi e gioved 27 settembre.
Per saperne di più
Nelle foto, tre momenti dello spettacolo