"Bisognava andare a scuola, senza stipendio, senza quaderni n nient’altro a dire il vero la scuola funzionava, i maestri chiss di che campavano, probabilmente di niente, come tutti noi, cos nei guai, da quando ci trovavamo in mezzo, di qua i tedeschi che si difendevano, di l gli americani che avanzavano, avanzano un cazzo non rischiano la vita noi avanzavamo sotto le mitragliatrici grossi coglioni che siamo gridava uno zio reduce, alquanto rincoglionito dalla guerra, era tornato assai strano e faceva paura e il bambino lo fuggiva, ma è la persona più buona al mondo, rimproveravano le donne".
Racconti come flussi di coscienza, che scorrono nella narrativa del ricordo. Tredici piccole storie, scritte da Marco Ciampo, giornalista e scrittore nato a Roma, ma napoletano dal 1954. La raccolta, dal titolo Gioco sulla spiaggia (ed. MultiMedia), sar presentata domani, venerd 16 dicembre, alle 17.30, all’associazione Nea Art Gallery (Via Costantinopoli 53).
La guerra è un tema ricorrente nei suoi racconti, cos come lo è stato nella sua vita inviato speciale in Europa e in Asia, ha seguito avvenimenti di politica estera di notevole interesse storico. Studioso dei problemi del Mediterraneo e della costruzione della nuova Europa, dedica inoltre molta attenzione al dialogo arabo-israeliano. Ha realizzato, nel corso della sua lunga carriera giornalistica, numerose inchieste e interviste sul traffico d’armi, sulla sicurezza e lo spionaggio.
L’anima del cronista stemperata dai ricordi del bambino, storie di trincea e di intimit domestica. Tredici ritratti di vita, commentati cos dalla prefazione di Pietro Gargano “Marco Ciampo adopera l’esperienza del giornalista, resta cronista pur facendo letteratura, senza aggettivi, senza compiacimenti. E come si fa a compiacersi se la guerra ci resta dentro e non se ne andr mai?”.
“Le guerre non finiscono mai. dice Ciampo Sentiamo molte voci di rassicurazione, via i vecchi dittatori, tempi nuovi, sta vincendo la democrazia, “quelli l ” entrano finalmente nel Duemila. Speriamo sia cos, come inquilini del Mediterraneo. Ma la Storia insegna che una catena di guerre vicine, confinanti, è molto difficile da spezzare”.