Editori Paparo/ L’ingegnere Giuseppe e l’architetto Ugo Mannajuolo: due figure napoletane che cambiarono l’Italia

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I libri molto spesso nascono per intuizione degli autori, perché si ha una storia da raccontare o un tema da approfondire. Raramente nascono per ricordare figure storiche non messe in rilievo quanto avrebbero meritato.
È il caso del testo “Giuseppe e Ugo Mannajuolo. Ingegneri e Architetti tra neoeclettismo e razional-funzionalismo di Alessandro Castagnaro e Florian Castiglione – Editori Paparo.
Il libro intende colmare una lacuna nel panorama architettonico nazionale attraverso il profilo biografico e professionale di Giuseppe e Ugo Mannajuolo, rispettivamente padre e figlio, ingegnere e architetto: due personaggi molto diversi tra loro, ma due figure di spicco dell’ingegneria e dell’architettura tra la fine dell’Ottocento e la metà del Novecento.
Il volume, attraverso documenti e progetti inediti in gran parte custoditi nell’archivio privato di famiglia, evidenzia un’intensa attività professionale, tra cui il concorso per l’aula del Parlamento a Montecitorio o la promozione di opere di grande impatto.
Il lungo testo scientifico si incammina con un’analisi sui primi successi di Giuseppe Mannajuolo, ad opera di uno degli autori, Alessandro Castagnaro. Per napoletani illustri che si rispettino non può mancare la cornice di contesto che è Napoli, una ex capitale con enormi problemi architettonico-edilizi, una città metropolitana dalle enormi potenzialità urbane, un luogo che “combina” ambienti ricchi, sia pure in decadenza, e altri poverissimi.
In mezzo professionisti e intellettuali che si sfidano per portare Napoli all’altezza delle grandi capitali europee. Tra i primi vi è anche il processo formativo di Giuseppe, tra colera e grandi trasformazioni urbane, tra voglia di risanamento e fervidi dibattiti tra architetti, ingegneri, imprenditori e uomini di cultura.  
È la volta di Benedetto Gravagnuolo, professore ordinario di Storia dell’architettura, finito nel 2013, che con un linguaggio tecnico esplora la scena urbana partendo da Chiaia, la zona collinare ed il suo sviluppo verso Occidente. La maestria del racconto urbano emerge con parole sì tecniche, ma chiare e precise, una sorta di “dietro le quinte” urbane, ovvero le idee messe sulla carta con disegni che configurano scenari ambientali e processi edilizi, forme e misure. 
Poi, Florian Castiglione riporta alla luce le opere ideate da Giuseppe Mannajuolo, a partire da uno spazio adeguato per la camera dei deputati, a Roma, con foto del piano delle Tribune dell’Aula Comotto. Segue la galleria Umberto I di Napoli (1887-1890) e la sistemazione di strade e sottoservizi della nettezza urbana di Napoli, oltre al progetto per la costruzione di un monumento-mausoleo al maresciallo Armando Diaz.
La stessa Castiglione continua mettendo a confronto le due generazioni di Giuseppe e Ugo Mannajuolo, padre e figlio uniti per l’arte del progetto. Qui si trova il progetto dell’ampliamento del cinema Kursaal ed il racconto urbano che si snoda sull’asse via dei Mille-via Filangieri, la città floreale, il periodo Liberty, la Belle Epoque.   
Insomma, un libro apparentemente solo alla portata di tecnici acclarati, ma istruttivo anche per altri, formativo e costruttivo soprattutto per studenti e giovani professionisti.
Un testo che accompagna per mano il lettore su come si stratifica la parte più ricca della città, quella a più denso significato storico-architettonico. Innanzitutto perché restituisce due figure in parte nell’ombra, che hanno contribuito significativamente alla Napoli progettuale, a lavori che oggi possono aver riconosciuto il peso valoriale che hanno ed essere chiamati con il loro nome, ovvero atti di divulgazione scientifica.
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