«…Una legge che sprigiona felicità, che riconosce amori fino a poco tempo fa invisibili… Le famiglie sono tutte uguali grazie a questa legge: famiglia è amore, rispetto, protezione e sostegno reciproco… ». Così scrive Monica Cirinnà, madrina della Legge 76/2016 sulle unioni civili nella prefazione del libro Oggi spose – Una storia d’amore e di coraggio di Maria Cristina Orga, Guida Editori, pagg. 290, euro 10 presentato alla prima edizione del salone del libro di Napoli nel complesso monumentale di San Domenico Maggiore con Angela Cortese e Isabella Bonfiglio.
Questo romanzo ha una introspezione diversa, di solito l’autore che si mette a nudo viene etichettato come un “intimista”, uno che ha una componente altamente spirituale, dove i personaggi sono il frutto di una sola testa e tutto e riconducibile ad una sola mano.
Qui siamo di fronte a due donne che coronano il sogno della loro vita dopo vent’anni: si sposano. Il racconto, quindi, è come se fosse doppio. Le due fanno entrare il lettore nelle loro teste, nei loro pensieri, nelle loro intimità. Tutto a doppio, paghi uno e prendi due.
Il racconto si snoda lungo le psiche di Angela e Maria Cristina, coraggiose e intelligenti in grado di tracciare, nel migliore dei sentimenti possibili di chi le osserverà, l’impervio sentiero della normalità, per le nostre la sfida è uscire dall’invisibilità, gridare al mondo la propria esistenza in vita al pari e non meno degli altri, alla stregua dei “presunti” normali.
Non ci stanno a sentirsi spettatori del tempo che scorre accanto, si sentono e sono protagoniste assolute del loro destino, al di là di ogni convenzione dominante, contro il pensiero unico dell’amore perfetto, solido e per tutta la vita.
Si sposano una prima volta da sole davanti a Dio, in clandestinità, all’oscuro di tutti. Poi una seconda volta per iscriversi, meno clandestinamente, nel registro delle coppie di fatto. Un contentino in attesa di pari diritti e dignità propri delle coppie eterosessuali.
La lettura scivola con brillantezza sul retaggio culturale di amici e conoscenti, dei parenti e delle persone care, delle indecisioni del legislatore italiano, di una società che ancora stenta ad interpretare l’amore senza confini, la voglia di amare incondizionatamente, la volontà di non sentirsi ultimi, ignorati, calpestati da giudizi sommari e da non detti. Angela e Maria Cristina volano sopra tutto questo, sorpassano ogni avversità e tirano dritte all’obiettivo: riconoscersi nell’amore, amarsi.
Poi finalmente anche in Italia arriva le legge che permette le unioni civili tra persone dello stesso sesso. A questo punto il sogno di Angela e Maria Cristina diventa vero, reale, intimo e non più un segreto da nascondere.
Le energie si liberano, sopraggiunge un anelito di libertà e si pone sopra tutto e tutti. Dopo venti lunghissimi anni giunge il momento del trionfo di un modo di vivere, di una condizione culturale che non pone limiti ne confini. Una cosa talmente ovvia, semplice, che sembra sovversiva e rivoluzionaria: la conquista della normalità, di una normalità contrastata, abiurata, faticosamente da conquistare. E loro ci riescono!
Il momento più lungo e agognato, il più difficile da superare per Maria Cristina è quello di affrontare il giudizio dei suoi scolaretti, sì perché lei è maestra elementare ed ha deciso convintamente di farlo sapere ai suoi bimbi che si sarebbe sposata con una donna.
Dopo aver detto e spiegato si sente ancora più libera e forte, ancora più coraggiosa e fiera di aver condiviso il suo sentimento con i suoi amanti di domani, che approvano incondizionatamente.
E poi arriva il fatidico giorno, i cuori si riscaldano, le emozioni vanno via come il vento. Trionfa l’amore, la libertà di volersi, il sentimento di tenersi per mano per i restanti giorni della propria vita.