«Il momento in cui la malattia si è manifestata nella mia vita, è stato un evento inaspettato a cui ho cercato di reagire. È come se tutte le esperienze vissute sino a quell’istante abbiano costruito la formazione necessaria per arrivare preparata a questo appuntamento. Non è stato semplice attraversare il sentiero che mi ha condotto alla disabilità, ma ho compiuto il percorso nella prospettiva di accogliere nel mio vivere quotidiano l’esperienza della malattia, e accettare tutto il dolore che essa comporta. La malattia mi dà dei limiti con cui ho imparato a convivere e a renderli parti integranti del mio essere»:.
Daniela Argiolas si racconta onestamente nell’opera autobiografica “Il sole oltre le nuvole”. È il 2013: un anno difficile per l’autrice, che riceve una diagnosi di mielopatia cervicale e dorsale infiammatoria, dovuta alla presenza di lesioni demielinizzanti nel midollo spinale che possono portare anche alla sclerosi multipla, e poco dopo di retinite pigmentosa, una grave malattia genetica dell’occhio che si manifesta con una degenerazione del tessuto retinico, e che conduce inevitabilmente alla perdita della vista.
Daniela è giovane, e ha già queste due spade di Damocle che pendono sulla sua testa; la sofferenza, la paura e lo smarrimento, però, la fermano solo per poco tempo: l’autrice comincia a informarsi per imparare a convivere con la sua malattia e per comprendere gli stadi che dovrà affrontare prima della totale cecità.
Daniela non si arrende e non si lascia inondare dal senso di disperazione; l’aiuta soprattutto la fede, che le offre consolazione e speranza – «La mia personalità è stata plasmata dai valori cristiani, e nella fede ho trovato i veri capisaldi che sono i pilastri della mia forza interiore nel tempo della sofferenza e della malattia».
Nell’opera possiamo ammirare il coraggio di questa donna che ci racconta dei passi compiuti, delle scelte effettuate, e dei modi in cui si è fatta forza; ci narra anche episodi del suo passato in cui, quando era ancora in salute, ha avuto modo di avvicinarsi al dolore altrui e ne ha tratto preziosi insegnamenti.
Daniela è sempre stata molto solidale con il prossimo, e ha compreso che anche nella disabilità vi è dignità, e ci può essere felicità e amore; l’autrice ha lottato per poter raggiungere i traguardi che si era prefissata e ad oggi è una donna gioiosa e grintosa: con la sua opera vuole consegnarci un messaggio di positività, ricordandoci quanto sia bella la vita. (Stefania Dell’Anno)
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