Microcosmi di Ilaria Palomba (edizioni ensemble) si arenano in endecasillabi vaghi ma decisi dopo un lungo e asfissiante cammino nella selva oscura e luminosa, tra contrasti. Sono liriche sull’amore mancato.
Il randagismo, quale figlio crudele della solitudine, si fa espediente d’illustrazione figurativa: qui tutto è tensione e slancio alla materia. C’è una traccia mnestica del passato e la perseveranza dei nodi infantili che si estendono da un tempo remoto a un tempo indefinito come la speranza.
Versi del Nostos calmo e terso. Verso dove si dirige la nostalgia, l’essenzialità del dolore ridotto a pochi resti, poche visioni? Il punto d’arrivo vive nella consapevolezza dell’uomo come miraggio o assenza. Il pensiero rimpiange ciò che non è stato e tuttavia poteva essere; eserciti di ombre, qui, mascherano la luce in un teatro contemplativo e ossessivo. Ilaria Palomba si estende sulle righe di un pentagramma filosofico». (dalla prefazione di Alfonso Guida).
È così che inizia il testo di Palomba, con un’intensa prefazione scritta da Alfonso Guida, la quale presenta al lettore un testo unico nel suo genere, che attraverso l’uso della poesia, arriva a toccare diverse argomentazioni, senza mai dimenticare la magia di versi concatenati tra loro, attraverso una serie di regole e leggi invisibili, che albergano e governano il cuore di ogni poeta.
La prefazione di Guida, appare anch’essa come una sorta di poesia, il cui filo logico fa tremare le corde di ogni cuore all’ascolto, attraverso una serie di parole che messe le une di fianco all’altra, appaiono sveglie e mordenti, pronte a conquistare il proprio territorio di pelle ed ossa.
Ilaria Palomba, dopo la pubblicazione delle sillogi “Mancanza”, “Deserto” e “Città metafisiche”, torna al suo pubblico con una nuova raccolta, per l’appunto dal titolo “Microcosmi” edito da Ensemble edizioni. Il titolo sembra aver preso spunto da Bèla Bartòk con i suoi Microcosmos. Il testo è suddiviso in tre parti, ognuna di esse con un titolo calzante, che prende maggiore forma via via che il testo si snoda sotto la lettura accorata del suo lettore.
Le tre parti, prendono il nome di Gravità, Interludio e Levità, in una sorta di climax, che si accende nel corso del tempo, permettendo alle tematiche di avvicendarsi lungo il corso del tempo. Sono molti i temi affrontati dalla Palomba: gli stati alterati di sé, la visione pessimistica del genere umano, e infine l’incontro con il proprio sé interiore.
Le sue poesie non sono semplici versi, ma il testo, il cui titolo racconta in maniera chiara la sua missione, è per l’appunto un viaggio speciale, che parte dall’inferno della propria persona, passando attraverso la propria interiorità, giungendo fino alla possessione e alla liberazione.
Nella parte gravità, tra le tante tematiche, appare la figura di una donna decisa, il cui passato sembra rovinarle la luce del presente. Le carezze ricevute appaiono “come lo scarto della menzogna” attraverso fatti ed eventi che non brillano di verità, ma che si lasciano annebbiare da finti attriti d’amore. La donna, verso la fine, spiega la poetessa, sembra riprendere fiato solo quando si è pronti “a ricordare che si è stati qualcosa”. Un gioco sadico, dove la mancanza sembra mangiare l’anima, e dove l’aria torna in circolo solo alla rimembranza di un amore che c’è stato, e che forse non c’è più. (Miriana Kuntz)