“Non c’è due senza uno” di Lorenzo Oggero è una raccolta di racconti edita da Helicon e incentrata sulle relazioni umane: i rapporti tra i protagonisti di queste storie, infatti, sono analizzati approfonditamente, sviscerando le diverse modalità con cui si instaurano i legami interpersonali.
Lorenzo Oggero, già autore dei romanzi “Amori imprevisti” (Pacini Editore, 2015), “Amore, andata e ritorni” (Edizioni Helicon, 2020) e “In viaggio con l’Amornauta – La costellazione dell’Amore” (Edizioni Helicon, 2021), riprende anche in questa raccolta di racconti il soggetto dell’amore, andandolo a intrecciare con tematiche inerenti al sesso, al tempo che passa, alla malattia e alla morte, e contestualizzandolo sia in ambiti realistici che in altri più astratti o ideali.
Ne conseguono delle storie ricche di spunti di riflessione, in cui le relazioni tra gli esseri umani risultano a volte incomprensibili e sfuggenti; è una buona occasione per pensare ai nostri comportamenti, alle nostre abitudini in campo sentimentale, e anche ai modi con cui sabotiamo la nostra felicità.
L’autore riesce a far divertire il lettore, come nell’ironico racconto “Mirò”, in cui incontriamo un cane molesto che non vuole che la sua padrona si intrattenga romanticamente con il suo fidanzato .
«Amore con cagnolino, mi ricorda qualcosa, anche se in questo momento la mia lucidità va a scartamento ridotto, forse un famoso racconto di Cechov, ecco, sì, “La signora col cagnolino”. Ma si tratta di tutt’altra storia, romantica, se ricordo bene. Non mi sono mai trovato in un triangolo di questo tipo».
Vi sono poi storie commoventi e malinconiche, come “L’attesa”, in cui osserviamo un uomo appoggiato alla sua vecchia bicicletta che, ogni sera, per tutta la durata del tramonto, resta immobile sempre nello stesso punto della strada, come se stesse aspettando qualcuno che però non arriva mai.
E non si può non rimanere colpiti dai racconti ambientati in affascinanti epoche storiche, come “L’isola che non fu”, o ancora in mondi onirici e surreali, in cui può capitare che il protagonista si ritrovi a fare i conti con i propri demoni come ne “La penna d’oro”.
-«Lei non ha più cuore, né sangue, che cosa crede di poter conservare, non ha più nulla di suo, qui non c’è proprietà, né possesso, né alito, non ci sono ombre, qui non si può scegliere nulla, lei è e sarà una mano, un braccio, due occhi solo per guardare quello che scrive e solo per scoprire ogni volta che non ha scritto nulla, che nulla rimane, nulla sopravvive, nulla esiste». (Marcello Tozzi)