Si ispira a Efesto, il festival dei vulcani, curato dall’associazione IoCiSto, che  tornerà per la quarta volta nei Campi Flegrei dal 5 al 10 settembre.
Efesto era il dio greco della tecnica, del fuoco, della metallurgia, dell’invenzione e dell’ingegneria. Abbandonato dai suoi stessi genitori perché deforme. Un artigiano dal brutto carattere, “n’dice manc na’ parola”, ma con grandi e forti spalle che sopportano il lavoro, sempre svolto con impareggiabile perfezione.
A lui si richiamano i 50 giovani flegrei, componenti dello staff che progetta, realizza e accoglie, che con le loro menti ardenti e mani ogni anno organizzano la rassegna di teatro itinerante.
Protagonisti del cartellone 2018 il direttore artistico Mimmo Borrelli (foto) con Gennaro di Colandrea, Geremia Longobardo, Giuseppe Semeraro, Dario Cadei, Leone Marco Bartolo, Silvia Lodi, Otto Marco Mercante, Cristina Mileti e Gaetano Colella.
Anteprima lunedì 3 settembre, alle 17,  al Parco Cerrillo con il convegno “Storie di Re-Esistenza” cui parteciperanno Mimmo Borrelli, Vinicio Capossela, Antonio Loffredo, Marianna Vitale, Paolo Giulierini, Francesca Borri e Andrea Chisesi.
Al centro del  dibattito il concetto di “re-esistenza”: gli artisti resistono reinventandosi continuamente una nuova possibilità di esistenza, lo stesso fanno le comunità, i territori.
Seguirà, alle 18.30, Parmentata Efestoval, il team della chef Marianna Vitale – ristorante “Sud” di Quarto insignito di una stella Michelin – regala allo staff di Efestoval una giornata di relax e buona cucina con la sua Sud Scampagnata, cui il pubblico potrà accedere (solo su prenotazione: biglietteria@efestoval.it) con il versamento di un contributo.
Si comincia il 5 alle 20.30, con Borrelli e  il suo “Malacrescita” – monologo tratto dalla tragedia: “La madre: ’i figlie so’ piezze ’i sfaccimme” (Premio Testori 2013) – che va in scena nel nella Città bassa del parco archeologico di Cuma. Racconto di Maria Sibilla Ascione, Medea contemporanea, intrisa dei mali della contemporaneità: il potere della camorra, della distruzione della famiglia, della mancanza di futuro, della malattia. Il monologo prende forma attraverso le parole e i ricordi dei suoi due figli gemelli e scemi.
Chiuderà  il 10 alle 20.30 Gaetano Colella  con “Icaro Caduto” al Porto di Acquamorta, Monte di Procida. Le figure leggendarie di Dedalo e di Icaro vengono staccate dal mito per raccontare una storia senza tempo: il complesso, delicato e meraviglioso rapporto che lega un figlio a un padre.
Per saperne di più
www.efestoval.it

 

 

 

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