All’Emeroteca-Biblioteca Tucci, al secondo piano del Palazzo delle Poste in Piazza Matteotti, la mostra sulla prolifica produzione della giornalista e scrittrice Matilde Serao (ph public domain) cui è seguito il convegno: “Le verità ignorate su Matilde Serao”. Sette anni di ricerche per una migliore biografia. Viaggio attraverso rari documenti e giornali e riviste di otto nazioni ai quali collaborò.
Nelle bacheche delle sale dei corrispondenti, giornali e documenti inediti, gelosamente custoditi ed esposti per l’occasione. Al tavolo dei relatori, il Presidente dell’Emeroteca-Biblioteca, Salvatore Maffei che ha curato con la giornalista Stefania de Bonis e le fotografie di Umberto Mazza il volume dedicato alla prima donna italiana giornalista e fondatrice di una testata giornalistica; Emanuela Bufacchi, Candida Carrino, Emma Giammattei e Luigi Mascilli Migliorini che hanno con elegante eloquio parlato della giornalista.
Nel volume sottolineando svarioni di alcuni biografi e le fotografie di duecento giornali, si legge: «annoiata ma produttiva telegrafista, seguendo le orme paterne si cimenta nel giornalismo».
Negli ultimi anni, un premio a lei intestato a Carinola, paese del genitore. Aula magna Serao dell’Università Parthenope. Per sei volte, Donna Matilde, giornalista europea, è stata candidata al Premio Nobel per la letteratura.
Nata a Patrasso il 14 marzo 1856, Matilde Serao, dove suo padre, Francesco, avvocato napoletano con idee anti-borboniche, si era rifugiato perché ricercato. In Grecia conobbe Paolina Bonelly nobile greca che sposò e poco dopo il lieto evento con la nascita di Matilde.
Rientrata in Italia la famigliola, dopo la caduta del regno borbonico il padre si dedicò alla professione di giornalista; Matilde per alcuni anni lavorò ai Telefoni di Stato, e in breve, con articoli, libri e novelle, seguì le orme paterne.
Nel 1884 sposò Edoardo Scarfoglio, col quale fondò il Corriere di Roma, successivamente il Corriere di Napoli, dove curava la rubrica Api, mosconi e vespe, poi passò al Mattino, di cui fu condirettrice. Dopo sette anni e quattro figli si separò dal marito, secondo alcuni libertino, fondò e diresse, sempre a Napoli Il Giorno.
La casa dei corrispondenti di giornali fu fondata da un gruppo di giornalisti nel 1907, nel Palazzo Gravina di Via Monteoliveto, poi trasferito, sempre nel Palazzo delle Poste in Piazza Matteotti.
Il suo patrimonio è formato da quadri e sculture di autore di oltre trecentomila volumi comprendenti più di diecimila collezioni di periodici italiani e stranieri dal 1648 dei quali 3mila introvabili in Campania (e, fra questi circa 200 unici al mondo) e oltre 45mila libri tra i quali incunabili cinquecentine e secentine.
L’emeroteca Tucci organizza mostre e dibattiti, ospita seminari e classi di studenti con i rispettivi docenti in visite guidate; dal 1997 ha pubblicato cataloghi e monografie fuori commercio destinati alle biblioteche italiane e straniere, università e studiosi.
Dal 24 giugno 1999 l’Archivio della “Tucci” è stato dichiarato dal Ministero per i Beni Culturali “di notevole interesse storico”.