Matilde era una donna affascinante e corteggiata, nonostante non fosse bella. Nel suo dna, con le radici napoletane del padre Francesco, anche il sangue greco della mamma, Paolina Borely. Ingiustamente considerata per molto tempo una scrittrice solamente locale, Serao, prima donna a fondare e a dirigere un quotidiano, il Giorno, continua (per fortuna) a essere protagonista di ricerche.
L’ultima è un lavoro a più mani, raccolto nel volume “Visibili, invisibili. Matilde Serao e le donne nell’Italia post-unitaria” il volume, a cura di Gabriella Liberati, Giuseppe Scalera, Donatella Trotta, edito dal Cnr/Cug (pp. 292, euro 24,00). Le prefazioni sono affidate a Gino Nicolais, Alessandro Barbano e Salvatore Maffei. E tra le firme del libro, quelle di Patricia Bianchi, Antonella Cilento, Valeria Giannantonio, nonch di due eredi di Matilde e di suo marito, Edoardo Adriana Taglioni Gherardini e Paolo Scarfoglio.

Il motore dell’iniziativa editoriale è la giornalista napoletana Donatella Trotta,
che le ha gi  dedicato due pubblicazioni (“Matilde Serao. Le opere e i giorni” e “l’Album Serao “) e che ha ricevuto, tra gli altri, il Premio di giornalismo intitolato alla scrittrice nata centosessanta anni fa .
Il libro, che ci fa immergere nell’Italia di fine Ottocento e inizi Novecento, si basa anche su preziose testimonianze custodite dall’Emeroteca Tucci di Napoli diretta da Salvatore Maffei. E, qui, nel palazzo delle poste di piazza Matteotti (al secondo piano), venerd 20 maggio, ore 16.15, sar  presentato dai curatori, dopo una breve introduzione di Maffei e Barbano. Per l’occasione, verranno esposti “i giornali di Edoardo e Matilde”.

Nella foto, la copertina

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